Capitolo 60.

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Il mio piccolo puffo ha esattamente tre giorni di vita. Sia io che lui stiamo bene, per cui i medici mi hanno detto di poter tornare a casa.
Sono spaventata di tutto quello che potrebbe succedere, ma al tempo stesso, il mio cuore è pieno di vita, bisognoso di vivere ogni attimo con lui, e innamorato follemente di questa nuova creatura che ha varcato la soglia della mia vita improvvisamente.
Quando raggiungo il mio appartamento, al mio fianco ci sono i miei genitori, che mi hanno promesso di rimanere qui per qualche altra settimana. È brutto ammetterlo, ma avere un loro sostegno mi rende molto più sicura in ogni cosa, anche la più piccola.
Quando arriviamo a casa, una sensazione di calma mi pervade all'istante. Il mio piccolo appartamento mi è mancato davvero da morire ed essere qui mi rassicura.
Inizio col sistemare Matteo sul divano, proprio accanto a mio papà, che lo controlla costantemente, e poi gli lascio un veloce bacio sulla fronte, sorridendo a mio papà con dolcezza.
"Io vado a fare una doccia. Ho realmente bisogno di rilassarmi un attimo" Avviso i miei genitori, a bassa voce per non svegliare il piccolo puffetto. Fortunatamente è abbastanza calmo, e questa cosa mi rende tranquilla.
"Va bene, tranquilla"
"Fate attenzione a Matteo. Guardatelo sempre"
Loro ridacchiano, assicurandomi che lo faranno assolutamente.
Dopo aver lanciato un ultimo sguardo ad entrambi, afferro i vestiti puliti dalla mia camera e mi rifugio in bagno. Nonostante sia Maggio, un brivido di freddo mi attraversa la spina dorsale all'istante, facendomi sospirare dolcemente.
Mi spoglio di ogni singolo indumento, gettandolo sul pavimento con poca noncuranza. In questo momento ho solo bisogno di lasciar perdere tutto, ordine compreso, e calmare la mia anima. Non appena metto piede all'interno della doccia, mi lascio sfuggire un vero e proprio gemito di sollievo. Dio si, era proprio ciò che desideravo.
L'acqua calda mi scorre lungo il corpo molto lentamente, rilassando ogni mio singolo muscolo. Mi sento molto più leggera rispetto prima, non solo mentalmente ma anche fisicamente. Il mio corpo è nettamente migliorato, e quel peso costante che avevo, sembra essere magicamente sparito.
Lascio scivolare le dita fra i miei capelli ricoperti di schiuma, prima di accarezzare ogni lembo di pelle con la spugna. Non appena mi sciacquo, circondo il mio corpo con l'accappatoio, respirando a fondo il profumo di pulito che possiede. Essere a casa mia cambia letteralmente tutto, l'organizzazione che ho qui non sono riuscita ad averla neanche in ospedale, ma penso sia assolutamente normale.
Quindici minuti più tardi, esco fuori dal bagno, pronta per fare il bagnetto anche a Matteo. Ho sentito i suoi continui mogolii, per cui temo che si sia svegliato.
"Che dici, mamma? Possiamo fargli il bagnetto o aspettiamo?" Le chiedo a mia madre, raggiungendo la cucina.
"No, Fede. Possiamo farlo, devi solo stare attenta all'ombelico"
Annuisco e inizio a preparare ciò che serve, lanciando dei dolci sguardi a mio papà, che accarezza suo nipote come se fosse un piccolo cristallo. Il più bello e delicato che esista.
Inizio a sentire l'ansia scorrermi lentamente quando appoggio la creaturina sulla superficie del tavolo, ma cerco di stare calma. Mia madre mi rassicura, ma fallisce miseramente. Il suo corpicino è troppo fragile per poter fare una cosa del genere; vorrei semplicemente che qualcuno lo facesse al posto mio, ma non penso sia la decisione giusta. Devo acquistare un pizzico di coraggio e farlo.
Lui si agita dolcemente, facendosi sfuggiare qualche lieve piagnucolio dalle labbra teneramente. La scena mi fa sorridere, e dopo aver respirato profondamente, lo sollevo, lasciandogli un bacino proprio sul pancino. La sua pelle nuda contro la mia è una delle cose più belle del mondo. Giuro.
"Immergilo all'interno dell'acqua" Afferma mia madre, appoggiando una mano sul mio fondoschiena per invitarmi a farlo. Mio padre mi osserva, rassicurandomi con lo sguardo.
Lo faccio l'istante dopo, lasciando scivolare il suo piccolo corpicino all'interno dell'acqua calda, ma non bollente.
Inevitabilmente, sospiro. Cerco in tutti i modi di tenerlo fermo, provando a non farlo scivolare. Con la piccola spugnetta gli accarezzo le manine, le braccia e le gambette, cercando di farlo con un'immensa delicatezza. "Okay, brava. Adesso giralo... fai attenzione alla testa"
Le indicazioni di mia madre mi seguono in questo momento, e quando riesco ad eseguirle totalmente, mi scappa un lieve sorriso. Le mie mani vagano su Matteo con più sicurezza, e mentre cerco di costruire passo dopo passo il mio coraggio, inizio a sentirmi un po' più leggera rispetto prima. Nettamente più leggera.
Lui è in balia delle mie carezze, il suo corpicino si rilassa piano piano, mentre si gode ogni singola linea immaginaria che traccio su di lui. "Vedi? È semplice! Te l'avevo detto" Esulta mia mamma, felice.
Io annuisco, sollevando il piccolino per poi circondare il suo corpicino con l'accappatoio. Lui piagnucola, spalancando le labbra dolcemente, e cacciando un urlo improvviso. La scena mi fa sospirare. Temo che abbia fame.
I suoi occhietti azzurri diventano lucidi improvvisamente e la cosa mi fa restringere il cuore. Mia madre cerca di riprendere in mano la situazione, appoggiando il ciuccio sulle sue labbra, con l'obiettivo di calmarlo. Lui inizia a stringerlo e ciucciarlo con insistenza, facendo ridere tutti, compreso mio padre, che fin'ora è rimasto in silenzio a guardarci con lo sguardo pieno di emozione.
"Amore di mamma, ti vesto e giuro che ti darò ciò che vuoi" Gli sussurro a Matteo, accarezzando il suo viso dolce e lievemente arrossato. Lui sospira un po', prima di lasciar scivolare le sue manine sulle sue guance rotondette.
Infatti lo faccio, lo vesto cercando di essere quanto più delicata possibile. Quando lo stringo fra le braccia, lui si accolla a me, cercando il mio seno come se fosse il suo unico obiettivo in questo momento. Ha decisamente troppa fame, si.
Lo accontento l'istante successivo, e quando le sue labbra stringono il mio capezzolo, avverto una sensazione di sollievo. Le pareti del mio appartamento assaporano questi istanti di puro silenzio, mentre io e mia madre osserviamo mio figlio con amore. Mio padre invece, si rifugia in bagno, sentendo un bisogno estremo di fare una doccia.
"Quanto è bello, vero?" Mi sussurra all'orecchio mia mamma. Io sposto lo sguardo verso di lei.
"Si, tanto"
"Sembra un principe, e poi questi capelli color miele che ha, mi fanno letteralmente impazzire" Afferma, accarezzando quelle poche ciocche che ricoprono la sua testolina. Lui socchiude piano gli occhi, rilassandosi forse, al suo tocco.
"Anche a me. Tantissimo" Sorrido. "Io non li avevo di questa tonalità, vero?" Le domando, sempre a bassa voce per non interrompere questa serenità che riempie il mio bimbo.
"Lievemente più scura. Ad averli con questa sfumatura biondina sarà stato sicuramente Riccardo" Osserva tranquillamente. Quando le sue labbra pronunciano il nome di Riccardo, il mio cuore fa un salto, iniziando a battere un po' più forte.
"Dici?"
"Dico" Risponde, sicura. "Non ti ricordi di quella foto che ci fece vedere tempo fa? Aveva un mese o due, ed era esattamente così. Matteo è la sua esatta fotocopia" Ritorno indietro nel tempo, cercando nei pensieri questa foto di cui parla mia mamma. Improvvisamente, mi viene in mente, e ogni sua parola assume una sfumatura di verità. Ha perfettamente ragione.
Il piccolo puffo non ha beccato soltanto il colore degli occhi del suo papà, ma anche quello dei capelli. Più lo guardo, più il mio cuore collega ogni suo dettaglio a quello di Riccardo. Sembra essere la sua figura, ma in miniatura.
"Si, hai ragione, mamma"
Lei mi accarezza i capelli, tamponando l'angolo delle labbra di Matteo con un fazzolettino. Dopo qualche secondo di silenzio, la mia voce dolce e calda decide di spezzarlo del tutto, avvisando mia mamma sulla notizia che mi ha detto Edoardo non appena è venuto a trovarmi. "Sai che Riccardo tornerà fra un mese circa?"
Lei si gira di scatto, incrociando i suoi occhi nei miei.
"Come diavolo lo sai?"
"Me l'ha detto Edo quando è venuto a trovarmi in ospedale per la nascita di Matteo" Le dico. Lei sospira lievemente.
"Sei preoccupata?"
"Un po'. Ho paura che mi venga a cercare... e probabilmente lo farà, sono certa che lo farà. È assolutamente inevitabile"
"Riuscirai a gestirti la situazione, figliola... o potresti anche, non so... dirglielo per rendere le cose molto più semplici"
Io inarco un sopracciglio, non riuscendo a capire se ciò che ha appena detto possa pensarlo sul serio.
"Assolutamente no! Tu sei matta! Non riuscirei a farlo"
"Lo so... ma, aspetta... se lo facessi, sarebbe tutto più facile, dannazione! Lo sai, vero?"
"Lo so, ma no! Non se ne parla. Per piacere, non insistere." Affermo, sicura e con il cuore a pezzi. Lei sospira e solleva le braccia lentamente, chiudendo gli occhi, forse frustrata.
"Va bene, non agitarti"
Io presso le labbra in una linea sottile e chiudo gli occhi, provando a rilassarmi anche per un solo minuto, ma chiaramente, fallisco.

Ecco il doppio aggiornamento!
Riccardo sta per tornare e lo farà molto ma molto presto. Ve lo prometto.
Tenetevi pronte a tutto😈😏
Vi mando un bacio e buona serata⭐♥️
-Roberta

Lo sbaglio migliore - Federica e RiccardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora