Capitolo 103.

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Riccardo.

Cos'è per me la felicità? La felicità sono le piccole cose, come ad esempio un sorriso, un bacio, un abbraccio, un caffè al mattino, il sole dopo una giornata di pioggia, una piccola piantina appena nata, un gesto inaspettato o il ritorno della persona che hai sempre amato. In questo momento mi sento come se stessi sfiorando il cielo con un dito, dopo mesi e mesi che volo basso, privo di qualsiasi luce.
Riavere al mio fianco Federica è davvero sorprendente, ma al tempo stesso meraviglioso. So per certo che tutto il casino successo fra me e lei è soltanto un impulso per poterci amare di più.
Il suo arrivo all'aeroporto mi ha totalmente sconvolto, ma ha acceso una miriadi di emozioni dentro al mio cuore. Mi ha sorpreso parecchio, anche se, dopo il nostro ultimo abbraccio, mi aspettavo che accadesse qualcosa di questo tipo. Magari non così velocemente, ma mi aspettavo che succedesse. I suoi occhi parlavano e penso che non ci sia dichiarazione più reale di questa.
Durante il tragitto, non abbiamo fatto altro che guardarci negli occhi. Avevamo tante, troppe cose da dirci, ma ogni singola parola sembrava essersi cancellata dalla nostra mente, per cui, guardarci intensamente era l'unica cosa da fare.
Abbiamo spezzato questo contatto soltanto per scendere giù dall'auto, per poi stringerci in un dolce abbraccio e varcare la soglia di casa sua.
Adesso è letteralmente cambiato tutto. Da qui inizia la nostra storia e da oggi in poi, non esiste più nessun Riccardo o nessuna Federica, ma solo noi. Io e lei insieme. E il resto? Al diavolo!
Tornare a casa e sapere di non dover andare più via, mi rassicura, mi fa sentire amato, mi rende davvero felicissimo.
"Ho appena messo Matteo a dormire... è stata una giornata pesante ed intensa anche per lui" Mi avverte Federica, raggiungendomi in cucina. "Si sveglierà sicuramente fra pochissimo. Deve mangiare"
Io mi perdo a guardarla, fissando intensamente il suo viso e il suo corpo, coperto da un paio di jeans aderenti e una felpa rossa. Ogni singolo centimetro di tessuto la fascia in maniera perfetta e più la guardo, più me ne innamoro.
"Io ho appena chiamato i miei, li ho avvisati che non andrò più a Milano" Spiego, incrociando le braccia al petto e pressando il fondoschiena contro lo schienale della sedia. Continuo a guardarla con insistenza ma non smetto di inserire anche quel pizzico di dolcezza.
"Come l'hanno presa?" Chiede un tantino preoccupata della mia risposta. Ha paura che io abbia deluso i miei genitori, riesco a leggerlo nei suoi occhi.
"Benone, sono stati felicissimi del nostro ritorno di fiamma" Rispondo muovendo le mani dolcemente come se avessi appena disegnato un piccolo fuoco immaginario.
Lei arrossisce immediatamente, soffocando una risata che profuma di tanta sincerità. "Mi hanno anche detto che forse verranno a trovarci a Febbraio"
"Li aspettiamo a braccia aperte"
Io annuisco, ridendo, per poi lasciar scivolare le mani fra i miei capelli, che negli ultimi mesi, allungano a vista d'occhio.
Lei si avvicina a me a passi lenti e cauti, un attimo prima di posizionarsi proprio al mio fianco, pressando la schiena contro il bordo del tavolo. "Mi sei mancato da morire, Riccardo" Sussurra questa frase con il cuore in mano, e questo piccolo dettaglio mi fa letteralmente venire i brividi. Sono delle belle, bellissime parole, che non si dicono a chiunque, ma solo a chi ami davvero.
"Mi sei mancata anche tu, amore"
Al mio soprannome, sorride immediatamente. Le piace quando la chiamo così, e i suoi occhi pieni di emozione ne sono la prova.
Appoggio una mano sul suo fianco e mi sollevo, volendo disperatamente baciarla senza avere occhi indiscreti puntati addosso. Senza fare troppi complimenti, presso il mio petto contro il suo e rendo mia la sua bocca. La stuzzico dolcemente, facendola sorridere all'istante. I miei movimenti sono lenti, ma possiedono quel pizzico di passione che fa letteralmente impazzire sia me che lei. Dio, che paradiso.
Penso che non esista un aggettivo adatto per descrivere ciò che le sto facendo e ciò che lei sta facendo a me. La sua lingua scivola nella mia, e quando la sento muoversi lentamente, i miei respiri accelerano all'improvviso e senza nessun tipo di permesso.
Mi stringe le spalle con entrambe le spalle, riuscendo a far nascere un piccolo sorriso sulle mie labbra. Mi accarezza e mi abbraccia come se fossi il suo koala, e la cosa mi fa immediatamente sorridere. Io continuo a torturarla senza un freno, ma ogni mio singolo movimento viene del tutto cessato quando lei si stacca per poter riprendere fiato. Anche solo un pizzico d'aria che possa, in qualche modo, farla tranquillizzare.
"Cosa si fa in questi casi?" Me lo chiede con il respiro irregolare, le labbra rosse e gonfie, gli occhi lucidi, e il cuore a mille.
"Non ne ho idea..." Chiaramente non è vero. So benissimo cosa voglio e penso non sia difficile capirlo. Tutto ciò che desidero è fare l'amore con lei. Fare l'amore con lei nella maniera più intensa possibile.
"Spogliami, Riccardo" La sua voce trema, è quasi inesistente. L'ha detto davvero? Ho paura di aver sentito male, ma il mio cuore mi conferma quanto ogni mio singolo pensiero sia esatto. Dio, mi sento morire. Questo suo modo di dire certe cose è davvero intenso, quasi impossibile da spiegare.
"Cosa?" Le sussurro di rimando, facendo finta di non aver capito. Dalle sue labbra scappa un piccolo sospiro, ma nel preciso momento in cui stringe la mia maglia fra le sue dita per attirarmi a sé, il mondo sembra fermarsi in un istante. Amo questa sua rapidità e amo ancora di più il modo in cui mi fa sentire.
"Spogliami, fai l'amore con me, fammi ciò che vuoi... ma ti prego, smettila di stare fermo" Ogni singola parola che ha appena pronunciato mi accende la fantasia. Mi accende la mente.
"Dio mio, è assurdo l'effetto che mi fai" La presso bruscamente contro il tavolo, e lascio che il mio corpo si intrufoli fra le sue gambe, fasciate da quei dannati jeans che vorrei totalmente eliminare con un veloce movimento. "Ti sono mancato, vero?" Glielo sussurro all'orecchio, stringendo fra i denti il suo lobo lievemente arrossato.
"Tantissimo, Riccardo... tantissimo"
Bacio le sue labbra con poca, pochissima delicatezza, intrufolando la lingua nella sua bocca come se dovessi studiare e sfiorare ogni singolo millimetro di essa.
"Ho sognato questo momento ogni dannata notte" Borbotto contro la sua pelle candida e liscia. "Ogni dannata notte della mia vita, dannazione!"
"Shh, lo so"
La bacio ancora e ancora, continuando la mia dolce tortura che la sta facendo letteralmente impazzire. Posso tranquillamente percepirlo da questi dolci gemiti che mi regala.
Poi lascio scorrere le mie mani lungo la sua felpa, afferrando e sollevando i lembi per poterla eliminare. Mi stacco per ammirare la sua pelle, sfiorando il reggiseno che indossa con le punte delle dita. Sentire di nuovo il calore del suo corpo è come ricevere una boccata d'aria fresca.
Le sue piccole mani stringono la mia cintura con l'obiettivo di slacciarla e far scorrere i jeans lungo le gambe. Cristo, ogni singolo briciolo di ragione sembra essere esploso all'istante. Avere di nuovo le sue mani su di me è una cosa incredibile, che mi fa quasi dimenticare il mio nome.
"Pensavo avessi dimenticato come si spoglia la persona che ami" La stuzzico, guardandola mentre armeggia contro il piccolo bottone sull'estremità. Mi fa sorridere immediatamente quando sospira di sollievo per esserci riuscita. È proprio bella. Mi guarda attentamente negli occhi, riuscendo a farmi percepire quanto sia estremo il bisogno di me. Ha bisogno di me e io ho bisogno di lei.
"Smettila, coglione"
Amo questa simpatica intesa che si è appena creata fra noi due nonostante mesi e mesi di lontananza. Riesce a farmi percepire che in futuro potrebbe davvero capitare di tutto, ma questo rapporto strano e folle che ci lega non si scioglierà mai, e di questo ne sono più che certo.
Non so come, ma dopo un minuto siamo totalmente nudi, pronti ad amarci, forse come non abbiamo mai fatto. La sollevo di peso dal tavolo, poggiando entrambe le mani sul suo sedere nudo e freddo, per portarla in camera da letto.
Al solo pensiero che fra qualche secondo sarò dentro di lei, mi fa letteralmente venire i brividi. Riesce perfettamente a farmi percepire un velo di puro godimento non solo fisico ma anche mentale. Per vivere, io ho bisogno di fare l'amore con lei, e so per certo che questo non cambierà mai. Sembra essere una legge o qualcosa del genere.
Nel preciso istante in cui varchiamo la soglia della camera, lei sospira, stringendo la mia testa con entrambe le mani. Conduce le sue labbra sulle mie, permettendo alle nostre lingue di danzare insieme.
Mi stacco lievemente soltanto per appoggiarla sul materasso, scivolando dentro di lei con un lento e profondo movimento. Sospiro per l'estrema velocità, sentendo il mio corpo impazzire. Cristo Santo, è davvero bellissimo.
Federica agguanta le mie spalle all'istante, pressando le unghie contro la mia pelle dura e sensibile.
Chiude gli occhi mentre la riempio più intensamente, permettendo al mio corpo di sciogliersi nel suo.
"Cazzo, quanto ti amo! Ti amo davvero da impazzire" Ansimo, iniziando a muovermi rapidamente. Vorrei urlare, ma mi limito a respirare e spingere. Spingere e respirare.
Dopo mesi e mesi di lontananza, riaverla di nuovo mia è una cosa davvero indescrivibile. Mi sembra un fottuto sogno, eppure è la realtà. Una bellissima realtà.
"Anche io ti amo... oddio, ti prego... non ti fermare! Non ti fermare" Quasi urla, lagnandosi. Sono certo che stia provando un pizzico di dolore, glielo leggo negli occhi, ma la voglia che ha di vivermi rende trasparente anche questo.
"No, piccola... non mi fermo, ma tu non urlare. C'è Matteo che dorme" Sorrido, lasciandole un bacio sulle labbra. Poi le regalo una delicata carezza sul viso, spingendo i miei fianchi contro di lei.
"Cazzo... mi dispiace" Geme, un attimo prima di mordersi il labbro inferiore e appoggiare le dita contro la sua bocca, forse per soffocare ogni suo gemito.
"Sei volgare, amore"
"So quanto ti stimoli" Risponde immediatamente, afferrando alcune ciocche dei miei capelli.
"Davvero tantissimo"
Solo noi possiamo far nascere una conversazione del genere mentre facciamo l'amore. Siamo così folli, vero?
Sembriamo una cosa sola.
Le bacio la punta del naso, facendo scivolare le mani contro le sue cosce per poterla accarezzare.
Ci siamo quasi. Percepisco un brivido nascere proprio lungo la mia spina dorsale, e con un dolce movimento, la sollevo lievemente, sfiorando il suo fascio di nervi.
Un gemito rumoroso scappa dalla sua bocca, facendomi capire che anche lei sta per raggiungere il limite.
Mi lascio andare dentro di lei, regalando ad entrambi un lungo orgasmo che riesce anche a far bloccare i battiti del nostro cuore.

Bene...😏
I nostri patati sono ufficialmente tornati. Buon pomeriggio a tutti♥️
-Roberta

Lo sbaglio migliore - Federica e RiccardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora