La fine della gravidanza sembrava davvero irraggiungibile, eppure è arrivata. Dannazione se è arrivata! E anche molto velocemente direi.
Siamo a Maggio. Per la precisione, oggi è il diciotto Maggio, e ogni giorno che passa è davvero una conquista. Sono già arrivata al termine dell'attesa già da una settimana e mezzo, anche se, devo dire che Matteo ha deciso di prolungare quanto più la sua permanenza lì dentro. L'ho pregato tante volte di venire fuori e smetterla di farmi soffrire, ma lui non vuole sentirne. Il mio corpo sta letteralmente cadendo a pezzi: ho un pancione enorme, le gambe gonfie, le labbra costantemente rosse e il viso strapieno di imperfezioni.
Anche camminare è diventato difficile, soprattutto in questi ultimi giorni che percepisco un'intensa pressione fra le gambe. I medici mi hanno detto quanto tutto questo sia assolutamente normale, poiché il bimbo si sta preparando a venire al mondo. Mi hanno anche detto che aspetteranno una o due settimane al massimo, e se Matteo non busserà per uscire, ci penseranno loro facendo il cesareo. Devo dire che la cosa mi terrorizza parecchio, ma purtroppo non dipende da me. Dipende tutto da lui. Ma sono certo che farà il bravo, o almeno lo spero.
In questi mesi ho anche avuto l'occasione di vedere il suo viso in maniera più profonda, e posso assolutamente confermare quanto sia alta la somiglianza con il suo papà. Ha il suo stesso viso, lo stesso nasino e le stesse orecchie. Divertente dirlo, lo so... ma le orecchie di Riccardo hanno sempre avuto qualche dettaglio particolare rispetto a quelle degli altri: erano piccole, tenere e speciali a modo loro. Quando stavamo insieme, mi divertivo a morderle e a toccarle, e ogni volta lo facevo ridere per il leggero solletichio che gli provocavo.
A proposito di lui... non lo sento da Natale, precisamente da quella notte che mi ha inviato quel messaggio. So che sta bene, me l'ha detto Edoardo diverse volte, e questa mi sembra la cosa essenziale.
Anche lui gli chiede di me molto spesso, e la cosa mi rende molto felice. Passano i mesi, ma i nostri cuori si cercano ancora e sono certa che continueranno a farlo. Non so ancora per quanto tempo, ma so che lo faranno.
Pensare Riccardo in maniera costante nonostante le mie condizioni attuali, non è poi una cosa molto positiva, poiché basta davvero poco per poter scoppiare a piangere come una bambina. Sono estremamente fragile.
Mi impongo di smetterla, ma chiaramente non riesco, crollando miseramente su me stessa come sempre.
La leggera coperta mi accarezza le braccia, e per un istante mi immagino di sentire le sue lunghe e morbide dita sfiorarmi. È una bella sensazione, ma che mi rattrista notevolmente e senza un freno.
Esausta di stare su questo letto, caccio via la coperta e mi sollevo, cercando di avanzare verso il bordo per poter scendere. Sono le ventitré, e onestamente non vedo l'ora che nasca il nuovo giorno per potermi tenere occupata in tutti i modi.
Sospiro diverse volte, imprecando quando faccio fatica a muovermi. Cristo, sembro una papera o qualcosa del genere. Sul serio.
Cerco di fare quanto più silenzio possibile per non svegliare i miei genitori che riposano proprio in salotto. Loro sono arrivati a Roma da circa tre settimane, e averli qui è una cosa davvero importante per me. Ho il loro aiuto costantemente, soprattutto quando torno dall'università esausta e completamente debole.
"Dio mio, Matteo... per piacere, amore di mamma. Non muoverti così velocemente" Mi lagno, accarezzando la mia pancia gonfia e terribilmente dura. Mio figlio si muove come una trottola, e a causa di questi suoi movimenti, faccio davvero tanta fatica anche a respirare.
Mi lascio sfuggire un lieve respiro dalla bocca quando riesco a sfiorare il pavimento con i piedi, e poco prima di sollevarmi del tutto, curvo il collo prima a destra e poi a sinistra, cercando di rilassare ogni singolo muscolo. Avverto una lieve sensazione di sollievo, infatti l'istante dopo riesco a darmi una spinta per potermi sollevare dal letto.
Non appena lo faccio, il mio corpo sembra cambiare improvvisamente: un brivido mi pervade la schiena, la testa inizia a girarmi leggermente, le mani tremano, mentre ricevo l'ennesimo calcetto da parte di Matteo. Ed è proprio in quel preciso momento che percepisco una pressione proprio sul pube, prima che un vuoto immenso pervada interamente il punto fra le mie gambe. A farmi comprendere completamente ciò che sta succedendo è proprio una discreta quantità di liquido trasparente che si schianta contro il pavimento, provocando una lieve rumore. Reagisco d'istinto: appoggio entrambe le mani sul mio pancione e schiudo le gambe nude, vedendo le mie mutandine completamente bagnate a causa di tutto ciò.
Mi si sono rotte le acque. Oh mio Dio, questo significa che... significa che... ci siamo! Ci siamo! Matteo nascerà molto presto. Il mio bimbo sta per venire al mondo.
I miei respiri diventano irregolari all'improvviso, riuscendo a farmi aumentare anche i battiti del cuore, che sembrano seguire un ritmo preciso.
L'emozione cresce senza preavviso, e prima di essere sovrastata dal panico, afferro il cellulare appoggiato proprio sul comodino. Devo assolutamente chiamare i miei genitori. Nonostante siano nella stanza accanto, non credo di avere abbastanza forze per poter farmi sentire; la mia voce sembra essersi bloccata proprio alla gola e le corde vocali non vogliono collaborare assolutamente.
Premo il dito sullo schermo, precisamente sul nome di mia mamma, e subito dopo appoggio il cellulare all'orecchio, cercando di trovare il giusto equilibrio che possa, in qualche modo, farmi rimanere in piedi. È davvero più difficile del previsto.
"Fede, è successo qualcosa? Non ti senti bene?" Chiede immediatamente, rispondendomi. Queste sono le due domande che riesce a fare prima che la porta si spalanchi. Ritrovo sia mia madre che mio padre con lo stesso sguardo, posizionati proprio sul ciglio della mia camera. Lei tiene stretto il cellulare fra le dita, lui ha le mani chiuse in due pugni.
Io li guardo, prima che una piccola lacrima righi la mia guancia dolcemente. Una lacrima di gioia, di paura, di terrore, di bisogno, una lacrima d'amore. Di puro amore.
"Mamma, papà... portatemi in ospedale... mi si sono rotte le acque" La mia voce si incrina lievemente verso la fine, e non riesco ad impedire ciò.
Il viso di mio padre viene riempito da un pallore improvviso, e per un istante temo che possa sentirsi male e cadere con le ginocchia contro il pavimento. Il viso di mia madre invece, viene illuminato da una scia di felicità e di tenerezza.
Aspettiamo questo momento da nove mesi, e viverlo adesso è davvero una delle cose più belle dell'intero universo.
"Figliola, tranquilla. Prima devi cambiarti, ne hai bisogno. Ti aiuto io" La voce di mia madre rompe questo momento, riuscendo a farmi palpare perfettamente tutta l'ansia che ha appena riempito il suo cuore. Si catapulta verso la mia direzione, stringendomi i fianchi con entrambe le mani. Mi sostiene, mi stringe e mi rassicura.
Mi fa sedere sul letto e fa scivolare via la mia maglia, accarezzandomi i capelli con dolcezza. La mia stabilità è davvero molto più bassa di come mi aspettavo. Non riesco a fare niente, a parte respirare freneticamente, fissare mia madre e pregare che tutto vada bene. "Ce la fai a camminare?"
"Si, credo di si..." Rispondo un po' confusa.
"Bene, dobbiamo raggiungere il bagno"
"Va bene"
"Cristiano, vieni qui! Aiutami a farla stare in equilibrio" Mia mamma richiama l'attenzione di mio padre, in piedi a qualche metro da noi, con lo sguardo perso e gli occhi privi del nulla. È come se fosse sconvolto. "Cristiano!"
Lui sussulta, mormorando qualcosa che non riesco a capire e facendo alzare gli occhi al cielo a mia mamma. Scatta verso di noi a passi veloci, cercando il più possibile di rendersi utile. Il loro sostegno è fondamentale, infatti dieci secondi dopo, mi ritrovo in bagno.
Quello che accade successivamente è incredibilmente frenetico: la corsa in ospedale, l'arrivo delle prime e lievi contrazioni, il monitoraggio continuo, e quell'attesa... quell'attesa che sembra davvero sconfinata e intensa.Buona serata, bimbe♥️⭐
STAI LEGGENDO
Lo sbaglio migliore - Federica e Riccardo
FanficFederica Carta. Riccardo Marcuzzo. Due ragazzi con un obiettivo e tanti sogni nel cassetto. Tante piccole cose li porteranno a lasciarsi andare in questo amore che li lega intensamente. Si tratta di un amore strano, disperato, passionale, profond...