Capitolo 65.

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"Esatto"
Avverto un pizzico di trasparenza varcare la mia anima all'istante, ma provo ad ignorarla, concentrandomi su Riccardo, che a sua volta mi osserva insistentemente. "Tu invece? Ti sei fidanzato?" Non so se fare una domanda di questo genere sia proprio la cosa giusta, ma non solo ho bisogno di sapere la verità, ma non voglio più parlare né del mio inesistente ex ragazzo e neanche di Matteo. Probabilmente non ce la farei a sopportarlo.
"Perché mi fai questa domanda?" Mi guarda con un'espressione accigliata, forse sorpreso a causa delle mie parole.
"Non lo so, non dovevo?"
"No no, semplicemente sono rimasto un po' sorpreso. Tutto qui" Risponde calmo, senza esitare un istante. Le sue parole mi fanno sospirare lievemente.
"Scusami, temo di aver sbagliato a chiederti una cosa del genere" Farfuglio, già in confusione. Mi sembra di essere entrata in un immenso pallone e purtroppo non riesco a trovare una via d'uscita.
"No, non hai sbagliato" Afferma, tentando di riordinare questa situazione. Ho riaperto una ferita passata, e adesso ci ritroviamo feriti e distrutti, esattamente come qualche mese fa. "Comunque non sono fidanzato. L'ultima donna che ho baciato sei stata tu, Fede" Le sue parole riescono a regalarmi quel pizzico di serenità che mi serve. Il fatto che non sia stato con nessun'altra donna mi rasserena, ma al tempo stesso desidero con tutta me stessa che lui si dimentichi di me, perché è questa la cosa migliore da fare. È giusto che lui possa ritornare ad amare dopo tutto il male che gli ho fatto. Se lo merita.
"Oh..." Questa è l'unica parola che riesco a dire, a sussurrare più che altro.
Ho la mente offuscata e non riesco a pensare lucidamente. Penso sia assolutamente normale, no? Mi ritrovo dopo mesi, faccia a faccia con l'uomo che ho sempre amato, nonché padre di mio figlio, e nonostante io sia davvero felicissima di rivederlo, vorrei non avere questo dolore intenso proprio al petto che mi sta pian pianino distruggendo. A causa di questo, non riesco neanche a respirare normalmente, a vivere normalmente. È tutto un casino, un immenso ed irreparabile casino.
"Ti ho pensata costantemente, nonostante tutto il male che mi hai provocato" L'ennesimo taglio si forma sulla superficie del mio cuore, provocandomi un bruciore davvero intenso, quasi insopportabile. Sentirgli dire certe cose mi fa male, mi fa malissimo, e cercare di spiegare ciò che sto provando in questo istante non è per niente semplice.
"Lo so, e... mi dispiace. Mi dispiace davvero per tutto ciò che è successo, Riccardo" Pronunciare il suo nome non è mai stato così strano come questa volta.
"Ormai è acqua passata. Sul serio, non fa niente" Fa spallucce, ma dai suoi occhi posso perfettamente notare quanto non sia così. Proprio per niente. È diverso, quasi triste, ed è sbagliato continuare a negarlo.
"Mi perdonerai mai?" Glielo chiedo a bassa voce, stringendo contemporaneamente Matteo contro il mio petto. Le mie mani sulla sua piccola schiena fanno magie e la cosa fa rilassare, non solo lui, ma anche me.
"Ti ho già perdonata. Stai tranquilla" Allunga un braccio verso di me, poggiando la sua mano proprio sulla mia guancia, rassicurandomi. Il mio corpo cede all'istante, e mentre assaporo ogni sensazione che mi attraversa, socchiudo gli occhi per poter vivere al meglio questo momento. Sentire di nuovo dentro di me il famoso ed intenso brivido causato dalle sue carezze, è davvero un'emozione magica, quasi impossibile da descrivere. "Adesso dobbiamo concentrarci sulle nostre vite" Sussurra, tranquillamente. Lascia scivolare via il suo braccio all'improvviso, poggiandolo proprio lungo il fianco; questo suo piccolo gesto mi obbliga a ritornare sul pianeta terra, scuotendo il mio corpo senza nessun problema.
"Già"
"L'università come va?" Mi domanda, cambiando completamente argomento. Credo che abbia fatto la cosa giusta. Il mio corpo non reggeva più, e se avesse continuato, probabilmente non ce l'avrei fatta assolutamente.
"Bene bene, adesso sono ferma per Matteo, ma ritornerò lì molto presto" Spiego brevemente, indicando il fagottino fra le mie braccia.
"Ed è giusto che tu lo faccia" Risponde senza esitare un secondo.
"Assolutamente"
"Okay, Fede... ci becchiamo in giro, va bene? Mi ha fatto tanto piacere rivederti"
"Anche a me. Spero di rifarlo presto" Gli sorrido. Lui fa lo stesso, regalandomi un'occhiata delicata che mi fa mancare quasi l'aria. A fatica riesco a reggermi in piedi.
"Certo"
Fa un veloce passo verso di me, un attimo prima di chinarsi verso il mio viso e regalarmi un piccolo bacio proprio sulla guancia. Un piccolo e semplice bacio. Un suo piccolo e semplice bacio, quello che non ricevevo da tempo, quello che mi è sempre mancato e quello che ho costantemente sognato in questi ultimi mesi.
Ma la cosa che più mi fa rabbrividire è l'assenza di qualsiasi emozione da parte sua. Mi saluta con trasparenza, ma come potrei biasimarlo? È assolutamente normale che lo faccia. "Ciao, Fede"
"Ciao, Riccardo" Sussurro a bassa voce, curvando le mie labbra verso l'alto in quello che possa assomigliare ad un sorrisino semplice.
"Ciao, piccolo Matteo" Saluta il bimbo teneramente, facendo sorridere il mio cuore senza preavviso. "Prenditi cura della tua mamma"
"Lo farà" Lo rassicuro. Lui annuisce semplicemente, scuotendo la mano per regalarmi un ultimo saluto. Poi si gira lentamente, camminando a passi lenti e quasi incerti verso i suoi amici.
Io sospiro, cercando di riprendere tutto il fiato che ho perso a causa sua. Riesco a farlo, ma in maniera davvero pessima e tremante.
"Dio mio..." Sospiro. Lo guardo un'ultima volta e proprio nel momento in cui lo faccio, lui si gira nuovamente, facendo incrociare i nostri occhioni. Mentre il mio corpo cede per la milionesima volta, io mi affretto a tornare indietro e raggiungere il parcheggio. Penso sia la cosa migliore da fare.
Spezzo questo contatto qualche secondo dopo, lasciandomi sfuggire un vero e proprio sbuffo. Posso sentire le voci dei suoi amici riempire le mie orecchie, ma ignoro tutto. Gli staranno sicuramente chiedendo di me. Ne sono certa.
Con semplicità, cammino a passi lenti e silenziosi, provando, in qualche modo, a far rilassare la mia anima, ancora un po' scossa. Prima di andare via completamente, giro di nuovo il capo verso la sua direzione, notando quanto anche lui sia sconvolto di questo nostro incontro. Posso benissimo notarlo dal modo in cui fissa l'orizzonte, lo fa senza nessuna scia di sorriso o luccichio, come se fosse opaco a tale bellezza. Avermi rivista lo ha sconvolto. Averlo rivisto a sconvolto me. Del tutto.
Quando riesco a raggiungere la mia auto, non ho minimamente la forza di entrarci, per cui rimango per qualche altro secondo fuori, appoggiando con delicatezza il fondoschiena sul portabagagli.
Fisso Matteo, notando quanto sia immensa la serenità che riempie il suo viso. Gli accarezzo la guancia paffuta molto dolcemente, lasciandogli un dolce bacio sulla fronte. "Che te ne pare di tuo padre? Carino, vero?" Gli chiedo, sorridente. Sto per scoppiare a piangere, ma non voglio farlo. Devo essere forte. "Finalmente l'hai conosciuto, e anche se non sa tutta la verità, sono certa che si ricorderà di te per tutta la vita. È fatto così."
Un mugolio scappa dalle sue labbra, facendomi scappare un piccolo sorrisino. "Rivederlo mi ha fatto male, ma al tempo stesso sono felice. Avevo bisogno di guardarlo negli occhi, parlargli o anche semplicemente averlo accanto. Avevo bisogno di lui. So che lo sai... perché riesci a percepirlo, ma avevo un estremo bisogno di dirtelo"
La sua manina si apre lentamente, chiudendosi in un piccolo pugnetto mentre stringe il tessuto del mio vestitino con le dita. "Mamma ti ama, ricordalo sempre." Amo ricordarglielo.
Bacio la punta del suo nasino con un'infinita dolcezza, fissando l'orizzonte intensamente, mentre una piccola lacrima di tristezza attraversa la mia guancia, riducendo il mio cuore in polvere.

Buonanotte a tutte e a domani♥️🐣⭐

Lo sbaglio migliore - Federica e RiccardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora