Capitolo 92.

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La notte appena trascorsa è stata davvero poco serena, ma non per colpa di Matteo; lui è stato un vero e proprio angioletto, ma il mio unico pensiero che ostacolava il mio riposo è stato soltanto Riccardo, che viaggiava nella mia mente senza nessun tipo di permesso. Se da una parte era una bella sensazione, dall'altra mi distruggeva totalmente. Averlo nei miei pensieri, mi sconvolge la vita e il cuore. La verità è che non mi abituerò mai. Ne sono più che sicura.
Ciò che mi ha rassicurato davvero moltissimo è la scelta che ho preso durante le prime ore del mattino.
Prima di fare qualsiasi passo con Riccardo, ho bisogno di evadere un po' e una vacanza in Sardegna è tutto ciò che mi serve. Ho voglia di tornare a casa, e questo mi sembra il momento più adatto sotto tanti punti di vista. Cercherò di organizzarmi sia con il lavoro che con l'università, ma sono sicura che questa piccola pausa di qualche giorno che mi prenderò, farà bene sia a me che a Matteo. La necessità di evadere è di entrambi. Assolutamente.
Mia madre sarà sicuramente felicissima di vedermi e sono sicura che grazie al suo aiuto, riuscirò a trovare la giusta direzione in tutta questa immensa situazione. O almeno spero con tutto il cuore di farcela, no?
Aspettare l'arrivo di Riccardo proprio sul ciglio della grande porta del mio palazzo non è proprio il massimo della mia tranquillità. Ho una leggera ansia che mi pervade anche le ossa, respirare mi risulta difficile e il mio cuore non fa altro che pompare ad una velocità davvero immensa. Sono un po' preoccupata della reazione che avrà non appena gli dirò di questa mia/nostra improvvisa partenza. Non so come la prenderà, e questo piccolo particolare mi fa letteralmente impazzire.
Due minuti più tardi è lui a scuotere via i miei pensieri, e lo fa non appena parcheggia la mia auto proprio a qualche metro da me, appoggiando il braccio proprio sul contorno del finestrino e guardarmi, guardarmi come si guardano le cose belle, le cose che desideri e le cose che ami da impazzire.
I suoi occhioni sotto i raggi del sole sembrano molto più luminosi e cristallini, e ogni volta che provo a distogliere lo sguardo, lui mi richiama in silenzio, obbligandomi a guardarlo di nuovo. Si tratta di un giochetto che abbiamo sempre amato fare, e nonostante sappiamo di non essere più due ragazzini, continuiamo a farlo senza fermarci.
"Vuoi aiutarmi o devi guardarmi ancora come se non lo facessi da anni?" Gli chiedo scherzosamente, riportandolo alla realtà. Lui scuote la testa, ridendo mentre apre la portiera per scendere dalla macchina. Mi raggiunge velocemente e non appena siamo a qualche centimetro di distanza, si china lievemente per guardarmi negli occhi. Mi perdo dentro di lui in meno di un secondo, e lui si perde dentro di me con la stessa intensità.
"Posso dirti che oggi sei bellissima?" Me lo sussurra a bassa voce, riuscendo a sfiorare tutte le corde del mio cuore, anche quelle più profonde, quelle più piccole.
Abbasso velocemente lo sguardo per l'imbarazzo, osservando ciò che vede con i suoi occhi. Indosso un vestino rosa cipria con dei minuscoli fiorellini bianchi sparsi un po' ovunque lungo il tessuto e ai piedi porto dei semplici sandali bianchi in pelle, che fasciano i miei piedi in una maniera davvero delicatissima e uniforme. Sono così semplice, così pura, eppure ho catturato la sua attenzione senza nessun problema. Non so perché, ma la cosa mi fa sorridere. Credo sia una cosa bella, no?
"Si? Sono bella?" Sussurro, guardandolo. Quasi lo sfido, volendo disperatamente sentire di nuovo quelle paroline che mi provocano solo tante scosse al cuore.
"Si, tanto. Sei la donna più bella che io abbia mai visto"
Io sorrido immediatamente, prima di vedere il suo viso avvicinarsi dolcemente a me soltanto per lasciarmi un piccolo bacio proprio sulla punta del naso. Io chiudo gli occhi immediatamente, sorridendo come una vera idiota di fronte a tutto questo.
Quando si allontana, accarezza con delicatezza la testolina di Matteo e afferra la borsa che tengo al braccio, cercando di alleggerirmi. Io mi lascio sfuggire un piccolo sospiro di sollievo, prima di raggiungere l'auto e sistemare il mio bimbo proprio all'interno del seggiolino, posizionato su uno dei sedili posteriori. I suoi occhioni azzurri sono spalancati, ma ha appena mangiato, per cui non dovrebbe piangere o fare qualche capriccio. O almeno spero che non faccia nulla di tutto ciò.
Fortunatamente mi dà retta. Per l'intero tragitto rimane in silenzio a ciucciare il suo ciuccio con costanza e regolarità, continuando a fissare a modo suo, un punto indefinito proprio di fronte a lui.
Quando arriviamo al mare, Riccardo sistema un telo su una piccola parte della spiaggia, posizionando Matteo proprio su quest'ultimo. Fa di tutto per proteggerlo anche da un semplice granello di sabbia e la cosa mi fa sorridere ogni volta; è così apprensivo, così dolce, così delicato, che mi fa quasi venire i brividi.
Io mi sistemo proprio sull'estremità destra di nostro figlio, mentre Riccardo sull'estremità sinistra. A separarci c'è una distanza minima, eppure mi sembrano chilometri. Il fatto di non poter avere almeno un contatto con lui, anche piccolo, mi fa crollare. Davvero.
"Vorrei rimanere qui per sempre" Mormora a bassa voce, mentre fissa intensamente lo spazio che ci circonda. Il leggero vento che rinfresca l'aria ci sfiora ogni singola ciocca di capelli e ogni tanto avverto un leggero brivido varcarmi la soglia dell'anima.
"Anche io" Affermo, guardandolo per un istante. Lui sospira, alternando lo sguardo da me al mare, che oggi si presenta calmo, limpido e cristallino.
"Lo sai che mi manca averti vicina?" Mormora. Le sue parole sono un incentivo per farmi impazzire. Non riesco totalmente a capire cosa voglia significare ciò che ha appena detto, e nonostante io provi diverse volte a farlo, purtroppo non riesco.
"Io sono qui. Sia fisicamente che con il cuore, sono qui adesso e così sarà per sempre" Affermo, cercando di non far emergere nessun tipo di tremolio. Purtroppo mi viene davvero difficile e pur volendo evitarlo, non ci riesco completamente.
"Non intendo questo... so perfettamente che ci sei e ci sarai per sempre... ma..." Il suo discorso si incrina leggermente proprio alla fine. I suoi occhi, il timbro della sua voce, l'espressione che riempie il suo viso e il suo labbro inferiore che trema, sono dei tanti e piccoli particolari che richiamano la mia attenzione, riuscendo a farmi percepire cosa significano nel profondo le sue parole. Sembrava così difficile, eppure non lo era per niente.
"'Ma' cosa?" Lo incito, abbassando lievemente la voce.
"Con la frase 'lo sai che mi manca averti vicina' non intendo averti vicina soltanto come la mamma di mio figlio o come la mia ex compagna. Io intendo tutt'altro. Mi manca averti vicina in tutti i sensi! Voglio farti tornare da me, e non importa quanto tempo ci vorrà o quanto dannazione sarà difficile, ma l'importante è riuscire a riaverti. Io ho sul serio bisogno di baciarti, di accarezzarti, di dirti quanto io ti ami, di vederti crescere, di fare l'amore con te fino all'alba, di coccolarti, di sentirti ridere e di vederti vivere." Le sue parole risuonano nella mia testa come se si trattasse di una canzone. Credo la più bella che io abbia mai ascoltato. "Ho bisogno di tutto questo per essere felice davvero. Dio mio, Fede... ho bisogno di te. Perché non lo capisci?" Quasi piagnucola, forse frustrato da questa situazione. "Nonostante tutto il male che mi hai fatto e le cazzate che mi hai raccontato, io non smetto di volerti neanche per un secondo! Ed è inutile negarlo" Sospira dolcemente, passandosi con nervosismo una mano fra i capelli. "I miei pensieri sono costantemente rivolti su di te. Anche adesso, dopo tanto tempo, tu sei sempre nella mia mente. Alcune volte mi viene anche difficile studiare e cercare di finalizzare totalmente il mio percorso professionale, perché ogni cosa mi ricorda te, mi ricorda la nostra storia e la vita che facevamo insieme. Ho provato tante, tantissime volte a lasciarti andare, ma non ci sono mai riuscito. Sono state tante le donne che ho incontrato in questi mesi, ma nessuna era come te. Il Riccardo di una volta, le avrebbe sicuramente trascinate in camera da letto e le avrebbe scopate per tutta la notte, ma il Riccardo di oggi ha preferito lasciar stare tutto e dedicarsi totalmente alla sua carriera, ma continuando a pensare a una sola e unica ragazza"
Io lo guardo, ascoltando per bene ogni sua parola. Una scia di tristezza e confusione mi pervade, ma cerco di non farci caso.
"Quindi non sei andato a letto con nessun'altra donna a parte me?" Gli domando. Non so perché gli sto ponendo una domanda di cui conosco già la risposta, ma molto probabilmente ho solo bisogno di sentirglielo dire nuovamente.
"No, con nessun'altra donna. L'ultima volta che ho fatto l'amore è stata con te, Federica."

Bene bene😏
Scusate per il ritardo! Cosa ne pensate di questo capitolo?
Vi avviso che manca davvero qualche passo alla pace, per cui... tenetevi pronte!
Vi auguro una buona serata.♥️
A domani🧸
-Roberta

Lo sbaglio migliore - Federica e RiccardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora