Capitolo 14.

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Spiegare con calma e senza un pizzico di malinconia tutto ciò che è successo negli ultimi quindici giorni è davvero difficile. Io e Riccardo ci vediamo davvero poco e quando lo facciamo, le uniche parole che escono dalle nostre labbra sono: 'buongiorno', 'buonanotte', 'no, non ho fame', 'si, ho appena fatto la spesa', 'sto uscendo', 'passa una buona giornata'.
Tutto questo è davvero frustrante, e la colpa è soltanto di quel maledetto bacio che ci siamo scambiati l'altro pomeriggio.
Probabilmente lo desideravamo, si... ma rovinare ciò che avevamo costruito in quei due giorni, mi fa male.
Lui si è chiuso di nuovo in sé stesso come una chiocciola, mentre io mi sono completamente immersa nello studio ventiquattro ore su ventiquattro, dimenticando tutti i possibili problemi. Abbiamo sbagliato ogni cosa, davvero tutto.
Adesso ci comportiamo come due persone che si conoscono da tre ore o poco meno. Non c'è più nessun scherzo, nessuna parola, nessun sorriso, nessuna presa in giro, nessuna provocazione. Niente di niente. È frustrante, lo so. Ma non possiamo fare altro, forse abbiamo solo bisogno di tempo. Si è sempre detto che il tempo guarisce ogni problema, e penso che non esista una frase più vera e saggia di questa. Prima o poi passerà, ne sono più che sicura.
Per qualche minuto, cerco di non pensare a tutto questo casino, e mi concentro soltanto sugli appunti che ho da leggere. Ci riesco, ma soltanto per un po'. Mi fermo a fissare ogni singola curva e lineamento della mia scrittura, perdendo il filo diverse volte. Poi, esausta di questa mia irrequietezza, chiudo nervosamente il piccolo quaderno, alzandomi rapidamente dalla sedia. Esco dalla mia camera, un po' nervosa, raggiungendo la cucina a passi veloci per vedere cosa posso mangiare per rasserenarmi. Mangio uno yogurt magro soltanto per ricevere una piccola scossa che riesca a farmi andare avanti in questo pomeriggio, che sta seguendo una linea davvero negativa. Ma onestamente, non mi sorprende proprio per niente.
Nell'appartamento regna il silenzio, ma che viene improvvisamente cacciato via dall'arrivo di Riccardo, che varca la soglia di casa, sbuffando rumorosamente. È tornato.
I nostri occhi si incrociano all'istante, e riesco perfettamente a notare quell'immenso luccichio che li caratterizza costantemente. "Ehi, ciao" È lui a salutarmi per primo, mentre solleva il braccio, lievemente in imbarazzo. Per quale motivo dovrebbe esserlo? Non ha nessun senso.
"Ciao, già a casa?"
"Si, sono stato in biblioteca. Ho studiato un po'... e devo direi che sono molto stanco" Mi informa. È la prima volta dopo giorni che affrontiamo una conversazione che contiene più di sei parole. Sembra essere un miracolo o qualcosa di questo genere.
"Io ho appena smesso, non ho più voglia" Faccio spallucce, mentre mi giro per lavarmi le mani sotto il getto d'acqua del lavello.
"Sul serio?" Solleva un sopracciglio, disegnando un piccolo sorriso sorpreso sulle sue labbra rosse ed intense.
"Sul serio... non ho voglia di far nulla" Sbuffo. Non so perché, ma un senso improvviso di felicità mi pervade ogni millimetro del corpo con molta lentezza, regalandomi una scia di qualcosa che in questo momento non riuscirei a definire. Penso che il motivo principale sia questa inaspettata conversazione con Riccardo.
"Davvero strano" Commenta, con un sorriso. Io alzo gli occhi al cielo, ridendo subito dopo. "Non me l'aspettavo da te, Federica"
"Anche le ragazze come me hanno delle sorprese, Riccardo" Gli sorrido, regalandogli uno sguardo divertito. Poi sospiro. Il sorriso sulle sue labbra sembra crescere notevolmente, e questa cosa mi rende ancora più felice.
Sapere di non aver perso questa complicità è davvero bellissimo. Sembriamo due scemi, e scherzare un po' ci fa bene, indipendentemente da tutto ciò che accadrà fra qualche ora, giorno o mese.
"Lo so" Risponde, poi aggiunge "In realtà, l'ho sempre saputo"
"Che persona saggia che sei"
"Puoi dirlo forte. Saggia e gentile" Si pavoneggia, curvando il capo verso l'esterno. Sembra un bambino.
"Sulla seconda ho qualche serio dubbio" Gli faccio la linguaccia, cacciando via una ciocca dei miei capelli che mi ricade dolcemente sulla fronte.
"Cosa vorresti dire, scusa?" Incrocia le braccia al petto, apparendo così dannatamente simpatico che non riesco a bloccare in nessun modo quella leggera risatina, che esce fuori dalle mie labbra molto morbidamente.
"Assolutamente nulla" Alzo le spalle, cercando di apparire quanto più angelica possibile.
"Mmh, non credo proprio... ne riparliamo tra poco. Ho davvero bisogno di fare una lunga doccia" Mi informa. Le sue parole sono seguite da un lungo ed intenso sospiro, che temo sia di stanchezza.
"Okay, io sono in camera mia. Vado a prendere una boccata d'aria in terrazzo"
Lui annuisce semplicemente, facendo scivolare via la sua felpa per poi farla cadere sul braccio e raggiungere il bagno velocemente.
Passare qualche minuto in quel terrazzino mi rende davvero felicissima. Forse saranno le numerose piante che lo contornano, o quella calma apparente che riempie l'aria. Non ne ho idea, so soltanto che lo adoro, e adoro ogni singolo istante che caratterizza quei tranquilli momenti.
Quando sparisce al di là della porta, io corro nella mia stanza, chiudendo poi la porta dietro di me. Avanzo verso quel piccolo paradiso a passi veloci, respirando l'aria fresca di Roma e quell'intenso profumino dei fiorellini colorati. Questo mix sembra perfetto per aumentare la mia tranquillità e ringrazio il cielo per tutto ciò.
Appoggio i gomiti sulla superficie della ringhiera, osservando ogni dettaglio di tutto ciò che si trova sotto di me. Ascolto ogni rumore, assaporo ogni sensazione e vivo ogni istante, lasciando scivolare via ogni singolo e stupido pensiero che mi gira nella mente.
Dopo qualche minuto, Riccardo bussa alla porta, e solo dopo avergli mormorato un 'avanti', lui entra in camera, camminando a passi lenti verso il letto. Io lo raggiungo, guardandolo per qualche istante. Indossa una maglia nera e un pantalone di tuta di un grigio fumo. Riesco a sentire il profumo del suo bagnoschiuma nonostante la distanza che ci separi, e non posso fare altro che respirare intensamente per assaporare questa delicata fragranza. Non entrava in questa stanza da quelli che sembravano mesi, ma sento che oggi si sia davvero sbloccata qualcosa. Purtroppo non so identificare cosa, ma si tratta di qualcosa di intenso, e anche di... bellissimo?
"Posso stare qui con te?" La sua voce è bassa, roca e calda. Riesce a provocarmi un piccolo brivido proprio alla spina dorsale. Rimango un po' sbigottita, ma riesco molto presto a trovare quel pizzico di coraggio che mi serve per potergli dare una risposta. Qualsiasi essa sia.
"Si" Semplice e coincisa, no?
"Vieni, sediamoci sul letto. Abbiamo bisogno di stare un po' insieme... non lo facciamo da tanto tempo" Come potrei dargli torto? Concordo pienamente con lui. Stare un po' vicini ci farà sicuramente bene. Per quanto mi riguarda, possiamo anche rimanere in silenzio a fissarci, ma penso che sia essenziale annullare del tutto questa distanza che ci sta rendendo sempre più lontani.
"Già, non lo facciamo da troppo tempo"
Il primo a sedersi sul materasso è proprio lui, e quando colpisce con la mano la superficie, soltanto per invitarmi ad affiancarlo, il mio corpo riceve una piccola scossa che mi fa ritornare alla realtà in meno di un secondo.
Faccio un profondo respiro e lo seguo in silenzio, provando ad assumere un atteggiamento quanto più normale possibile.

Buonanotte a tutte♥️

Lo sbaglio migliore - Federica e RiccardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora