Capitolo 63.

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Riccardo.

Ritornare nella mia cara e vecchia Roma dopo mesi? Penso che sia una delle cose più emozionanti e soddisfacenti che potessi mai provare. Mi è mancato tutto questo. Terribilmente.
Lì in America, ogni cosa è completamente diversa da qui: dalle abitudini al cibo, dalle case alla gente, dalla quotidianità all'intensità dei discorsi. È tutto davvero troppo differente rispetto all'Italia, ma per fortuna mi sono abituato abbastanza velocemente.
È stata in assoluto un'esperienza bellissima, impossibile da descrivere, forse la più entusiasmante della mia vita; ho imparato tante cose, conosciuto persone importanti, visitato tanti posti e toccato con mano la realtà delle cose, soprattutto dal punto di vista medico.
Il mio futuro sta iniziando a costruirsi pezzo dopo pezzo, e anche se manca ancora un po' di strada, sono sicuro che riuscirò a raggiungere ogni mio obiettivo al più presto.
"Riccardo, possiamo andare?" La voce di Gianacarlo mi risveglia da ogni pensiero, obbligandomi a ritornare alla realtà.
"Si, andiamo" Rispondo io velocemente. Afferro il borsone, incamminandomi a passi veloci verso la porta d'uscita del mio appartamento. Sono tornato a Roma due settimane fa, e grazie ad Edoardo, sono riuscito a trovare un piccolo appartamento a dieci chilometri dal centro. La sua presenza, anche questa volta, è stata davvero essenziale. Se non ci fosse stato lui, probabilmente non ce l'avrei fatta.
"Non dimenticarti nulla"
Lo rassicuro con lo sguardo, prendendo il cellulare e il portafoglio, per poi sospirare con dolcezza. Giancarlo mi ha raggiunto a Roma soltanto ieri e l'ha fatto insieme alla sua ragazza; staranno qui soltanto questo weekend, per cui senza indugio, ho deciso di portarli al mare, in modo da dare il benvenuto all'estate e rilassarci dopo circa dieci mesi di lavoro e attenzione costante. Insieme a noi ci saranno anche altri due miei colleghi dell'università.
Passare una giornata con loro è davvero l'ideale per poter staccare la spina dai miei pensieri poco limpidi. Non sto bene. Non mi sento per niente felice e nonostante la mia carriera vada a gonfie vele, il mio cuore ormai si è trasformato in un vero e proprio buco nero. Niente è più come prima, neanche il mio corpo, la mia mente e i miei pensieri.
Sono cambiato. Sono cambiato tanto. Da quando la mia storia con Federica è finita, sono finito un po' anche io, e con me anche quella felicità che possedevo. Dover spiegare a qualcuno ciò che la vita mi ha messo di fronte, è davvero impossibile... se dovessi decidere di farlo, la gente scapperebbe via all'istante.
È stata davvero una situazione difficile da gestire, ma dopo mesi e mesi di coraggio, sono riuscito ad eliminare via ogni cosa.
Non nego che ogni tanto il suo pensiero mi attraversa la mente, sconvolgendomi del tutto, ma è andata così. Doveva andare così. Quando due persone sono destinate a perdersi, non si può cambiare assolutamente, e noi si, noi eravamo destinati a perderci, eravamo destinati a finire ancora prima di creare qualcosa di definitivo, qualcosa di più bello.
Però, è giusto chiarire che non mi pento di nulla, e nonostante siano passati già diversi mesi, rimango comunque certo di una cosa: non amerò nessun'altra donna come ho amato lei. Perché lei era unica, era perfetta anche nelle sue piccole imperfezioni, ed era questo che la rendeva rara. Perché Federica era rara, lo è ancora oggi, e lo sarà per sempre. Niente potrà cambiare questo. "Riccardo, tutto bene?" Mi domanda Giuliana, la fidanzata di Giancarlo, appoggiando amichevolmente una mano sulla mia spalla.
"Oh si, assolutamente. Ero solo sovrappensiero"
"Stavi pensando a Federica?" Si intromette il suo ragazzo. Ormai mi conosce, ed è inutile mentirgli.
"Si, sarà colpa di questa città... da quando sono tornato non riesco a smetterla di pensarla. Ogni cosa mi ricorda lei" Spiego con un pizzico di tristezza che mi riempie il cuore.
"Dovresti trovarti qualcuna con cui divertirti ogni tanto, sono certo che ogni cosa ritornerebbe al proprio posto" Mi consiglia, come suo solito. Alle sue parole, riceve uno schiaffo sulla nuca da parte della sua compagna, mentre un 'fai silenzio, coglione' scappa dalle sue labbra. La scena mi fa scoppiare a ridere, e prima di perdere altro tempo in queste conversazioni, li guido fuori di casa.
A causa del traffico, chiaramente, arriviamo al mare soltanto dopo le dieci, e non appena varchiamo la soglia della spiaggia, mi rendo conto di quanto sia paradisiaco tutto ciò che ci circonda. L'acqua è azzurra e cristallina, il cielo limpido e privo di nuvole, e la spiaggia delicata e leggera. Ogni cosa ha un piccolo e particolare dettaglio che richiama la attenzione, portandomi a viverlo al cento per cento.
Tutto ciò mi serviva, forse più di qualsiasi altra cosa. Davvero.
Mi lascio andare fra le braccia delle onde del mare all'istante, volendo disperatamente rimanere qui per l'eternità. È tutto così bello che molto probabilmente non esista un aggettivo per poterlo definire con precisione.
"Questo posto mi piace" Osserva Giancarlo, mentre si guarda intorno e stringe al contempo i fianchi della sua ragazza per attirarla a sé. Lei si lascia andare, premendo la schiena contro il suo petto. La scena mi fa sospirare. Avverto un senso di malinconia pervadermi il cuore, ma cerco di non dargli molta importanza, e lo caccio via lentamente.
"Si, è molto bello. Quando mi sono trasferito a Roma per frequentare l'università, venivo qui una volta alla settimana, era una specie di luogo magico per me"
"Ottima scelta, direi" Sorride Giuliana, osservando l'acqua cristallina che accarezza i nostri corpi con una dolcezza davvero infinita.
Io la ringrazio, prendendo in considerazione di fare una nuotata tutti insieme. Loro accettano all'istante, e solo dopo dieci minuti di puro divertimento, ritorniamo in spiaggia, ridendo come cinque idioti. Il profumo del mare mi ricopre la pelle interamente, e mentre il vento la accarezza con un'intensa lentezza, assaporo ogni attimo, osservando l'orizzonte, l'acqua, o semplicemente ciò che i miei occhi catturano, anche una piccola conchiglia o un sassolino, appoggiati proprio sulla sabbia calda.
Mentre mi guardo intorno con costanza, il mio sguardo cade non su qualcosa, ma su qualcuno. Una ragazza.

Quella ragazza.

Federica.

Riconosco il suo profilo all'istante, notando quanto sia perfetta anche da lontano.
A separarci, una quindicina di metri, ma la sento vicina, vicina al cuore.
È in piedi, passeggia lungo la riva, proprio come le è sempre piaciuto fare. Ha un vestitino bianco molto leggero, credo sia di seta, che viene accarezzato e portato via con costanza dal vento caldo e delicato.
La cosa ad attirare la mia attenzione in maniera istantanea non è proprio questo, ma chi stringe fra le braccia.
Focalizzo l'immagine immediatamente. È un neonato. Un piccolo pargoletto che indossa un cappellino blu e una felpina dello stesso colore ma lievemente più chiaro; il suo corpicino è avvolto dal marsupio, che Federica sostiene grazie alle braccia e ai fianchi.
Santo Cielo, è suo figlio? Cioè, è diventata mamma? Onestamente, non lo so... credo e spero di sbagliarmi, sarà sicuramente il bimbo di qualche sua amica. Ne sono certo.
La osservo, la guardo, archiviando per un istante, il pensiero di questo piccolo pargoletto, e incollando i miei occhi su di lei. È bella come il sole, come sempre d'altronde.
Rivederla dopo mesi interi fa un certo effetto. Cazzo, è come morire.
Ogni pezzo del mio cuore sembra distruggersi, ma al tempo stesso sembra ritornare al proprio posto, riprendendo forma. Riprendendo a battere.
"Riccardo! Tutto bene?" Giancarlo richiama la mia attenzione, ma io lo ignoro, camminando a passi lenti ed incerti verso di lei. È proprio il secondo successivo, quando il mio nome risuona lungo una parte della spiaggia, lei solleva lo sguardo dal bimbo, lasciando che i suoi occhioni castani e pieni di vita possano incrociarsi di nuovo ai miei, azzurri e privi di qualsiasi emozione.
Mi fermo improvvisamente, sentendo le mie gambe diventare pesanti. Ed è esattamente in quel momento che il mondo sembra fermarsi. Non sento più nessuna voce che mi chiama, le onde che si infrangono sugli scogli, i miei respiri accelerati o i battiti del mio cuore impazziti. Esiste solo lei. Solo ed esclusivamente lei e niente ha più senso. Proprio niente.

Bene bene😏
Riccardo è tornato... finalmente, aggiungerei!
Spero che questo capitolo vi piaccia. Fatemelo sapere! Baci e buona serata.♥️
-Roberta

Lo sbaglio migliore - Federica e RiccardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora