Capitolo 79.

755 50 10
                                    

"Io faccio davvero fatica a credere a tutto ciò che hai combinato" Sospira Riccardo, passandosi freneticamente una mano fra i capelli. Non mi guarda, ma credo che sia un particolare abbastanza normale.
Ho fatto la più grande cazzata della mia vita e me ne pento amaramente. Solo adesso riesco veramente a percepire quanto sia stato brutto ciò che ho fatto. Ho sbagliato tutto. Ogni cosa. Dovevo semplicemente dare retta alla mia famiglia e dire la verità a Riccardo sulla mia gravidanza... e non raccontargli milioni di cazzate contemporaneamente. Ecco tutto.
"Ti ho già spiegato che l'ho fatto per te, Riccardo! Cazzo, capiscimi e smettila di giudicarmi"
"Io non ti sto giudicando, sono solo furioso. Mi permetti di esserlo, scusa?"
Io sospiro, distogliendo lo sguardo dai suoi occhi azzurri e grandi. Guardo Matteo, che riposa esattamente nella stessa posizione di qualche minuto fa. "Quando sono partito per Miami sapevi già di essere incinta?" La sua domanda arriva come una doccia ghiacciata. Ritornare a qualche mese fa non mi fa assolutamente bene. Mi distrugge sia il cuore che l'anima, e non è ciò che voglio.
"Si, lo sapevo soltanto da pochissimo"
"Che giorno è nato?" Mi chiede, guardando Matteo. L'emozione è notevole, e riesco a percepirla nei suoi occhi così puri e delicati.
"Il diciannove Maggio. Matteo è nato il diciannove Maggio" Rispondo velocemente, per poi sospirare. Per un attimo mi sembra di rivivere il magico momento quando l'ho visto per la prima volta, e credo che impiegherei giorni per poter raccontare quell'istante. Se Riccardo fosse stato al mio fianco, la sensazione sarebbe stata ancora più intensa. Condividere una cosa così intima con la persona che ami è una delle cose più belle e felici che possano capitare nella propria vita.
"Dio mio, e io non c'ero... mio figlio è nato e io ero lontano da lui. È una cosa troppo intensa per affrontarla con più serenità, ti giuro che non riesco" Dalle sue labbra scappa un lungo sbuffo, che fa sospirare anche me l'istante successivo.
"Lo so, ti ho già detto che mi dispiace. Ti prego di non farmi crollare di nuovo"
"No, invece è giusto che tu lo faccia. Io non riesco a crederci che tu abbia mai potuto fare una cosa così grave, Federica. Credevo fossi la persona più sincera del mondo... eppure mi sbagliavo. Non immagini minimamente come io possa sentirmi! Sono stato tradito dalla donna che amo, dal mio migliore amico e dalla vita in sé, che in questo ultimo periodo mi sta solo prendendo per il culo" La sua voce trema, segno di quanto sia agitato e instabile in questo istante.
"Siamo ancora in tempo per poter sistemare le cose e tu sei ancora in tempo per perdonarmi" Sussurro confusamente. Non so ciò che sto dicendo, si tratta soltanto di parole sussurrate e singhiozzi strozzati che stanno, piano piano, distruggendo il mio corpo.
"Io non voglio sistemare un bel nulla, Federica. Non con te almeno! Tutto l'amore che provavo nei tuoi confronti sembra essersi dissolto improvvisamente e il motivo sono solo e soltanto le tue bugie! Per te sarò semplicemente il padre di tuo figlio, tutto qui"
Un senso di tristezza mi pervade il cuore all'istante. Non pensavo totalmente che ritornasse da me come se niente fosse successo, ma le sue parole riescono a distruggermi completamente.
Ormai siamo rotti, e si sa, le cose rotte e a pezzi non potranno mai ritornare intere proprio come una volta. È inutile pensare o dire il contrario.
L'esempio pratico di questa reale frase potrebbe essere un oggetto spaccato. Ecco, quando un qualcosa di delicato si fa a pezzi, nonostante si provi a sistemarlo, ci sarà sempre quella piccola crepa, che prima o poi lo farà crollare nuovamente. Ecco tutto.
"Dovresti semplicemente metterti nella mia situazione, e poi potresti anche solo pensare una cosa del genere. Questa è stata la prova di quanto io ti ami, Riccardo! Ma tu non lo capisci!"
"Non è la prova di un bel niente, tu mi hai mentito su una cosa importantissima e non è normale! Cazzo, non è normale" Esclama, furioso. Sembra fuori di sé, ma non lo biasimo. Se una cosa del genere fosse successa a me, probabilmente avrei reagito allo stesso modo, se non peggio. "E ripensando a tutto ciò che è successo, vorrei prendermi a pugni per non averlo capito prima. Quando abbiamo passato l'ultima notte insieme, eri così fragile che quasi mi metteva ansia anche toccarti, e poi mi hai mandato diverse foto, cazzo! Il tuo corpo era totalmente cambiato, soprattutto il seno, ma purtroppo non me me sono accorto. Non era colpa del cortisone o di altre cazzate, tu eri incinta, dannazione! Eri incinta! E io sono stato un vero e proprio coglione. Non sono riuscito a cogliere i diversi segnali, e vorrei semplicemente uccidermi per questo. Non è normale che io non me ne sia reso conto"
"Non tormentarti, ti prego... non fai altro che peggiorare la situazione"
"Invece lo faccio, se solo avessi capito qualcosa, sarebbe stato diverso" Anche questa volta alza lievemente il tono della voce, provocandomi un immediato vuoto proprio all'anima.
Tutto ciò che riesco a fare è sospirare intensamente, non sapendo cosa dire e come farlo. Sono confusa, triste, distrutta e dannatamente instabile. Purtroppo non riesco a reagire.
Vorrei continuare a piangere per ore, ma non ne ho più le forze. È come se avessi appena prosciugato ogni singolo liquido che contiene il mio corpo.
Né io e neanche Riccardo parliamo per qualche secondo, lasciando che il silenzio ci riempi ogni singolo centimetro dei nostri corpi. A cacciarlo via del tutto è Matteo, che riempie quest'immensa spiaggia con un lieve piagnucolio, che viene successivamente seguito da un altro e un altro ancora.
Io guardo Riccardo, prima di girarmi verso mio figlio e sospirare. Mi chino verso di lui dolcemente, poggiando il ciuccio fra le sue labbra per farlo stare tranquillo.
Percepisco i suoi occhi scivolarmi addosso con dolcezza, ma cerco di ignorare tutto e concentrarmi soltanto sul mio bimbo.
Non si calma, si agita sempre di più, riuscendo a farmi capire quanto anche lui sia terribilmente poco tranquillo, proprio come me e suo padre. Percepisce ogni sensazione, ogni emozione, ogni sospiro, ogni lacrima e ogni singolo problema che potrebbe, in qualche modo, distruggerci.
Lo stringo con dolcezza fra le mie braccia, sistemando il lenzuolo di cotone proprio sul suo piccolo corpo, che si contrae dolcemente quando lo appoggio a me. Il suo profumo di latte e borotalco mischiato a quello del mare mi fa impazzire, e mi scappa un lieve sorriso mentre tiro su con il naso.
"Amore, mamma è qui... non piangere" Tento di calmarlo, sfregando la punta del naso contro la sua guancia. "Hai fatto un brutto sogno?"
Lo cullo dolcemente, lasciando che inizi a stringere il ciuccio fra le labbra. La mia voce lo rassicura, le mie mani lo accarezzano e il mio cuore lo ama.
Riccardo ci guarda, mentre fa scivolare con dolcezza l'indice sulla sua manina.. Lo guarda con amore e con orgoglio, come si guardano le cose belle.
"Comunque... ciao, amore. Sono papà. Sono felice di conoscerti, patatino" Gli sussurra. Poi guarda me, accennando un lieve sorriso. "Non avrei voluto che il nostro primo incontro avvenisse in questo modo, ma va comunque bene. Io sono qui, ricordalo. Va bene?"
Incrocia i suoi occhi a quelli di Matteo, aperti e lievemente lucidi. "Sono ancora tanto arrabbiato con mamma, ma ti prometto che la perdonerò molto presto. È giusto che sia così" Continua sempre con lo stesso tono di voce. Poi guarda me, notando quanto sia forte l'emozione che mi riempie in questo istante. Sto per scoppiare a piangere, ma voglio cercare di essere forte.
Ho provato tante volte ad immaginare questo momento fra Riccardo e Matteo, ma nessuna idea e nessuna parola potrebbe sul serio essere davvero all'altezza di una cosa così bella. "Dannazione, ha anche i miei stessi occhi..." Sussurra con un filo di voce, sfiorandosi il naso con le punte delle dita. Poi sposta lo sguardo verso il cielo, tentando di non cedere, ma fallisce miseramente, poiché una piccola lacrima riga la sua guancia dolcemente. Lui la elimina con le punte delle dita, continuando a guardare il nostro bimbo con amore.
Io rimango a fissarli per qualche istante, godendomi questo momento della mia vita che rimarrà inciso dentro il mio cuore per l'eternità.
"Scusami, Riccardo. Davvero" Mormoro. Faccio anche fatica a parlare.
"Okay, va bene"
Un'altra lacrima riga la sua guancia, ma io abbasso lo sguardo immediatamente. Sono troppo fragile per poter osservare una scena del genere. È troppo forte.
"Non piangere, ti prego... riposati e siediti sulla sabbia. Hai bisogno di tenerlo in braccio"
Lui annuisce, passandosi una mano fra i capelli e sedendosi delicatamente proprio dove gli ho appena detto. Nonostante tutto, ha bisogno di conoscerlo davvero e questo mi sembra il momento più adatto per farlo.

Buongiorno!🌻♥️
Oggi doppio aggiornamento. Spero che questo capitolo vi piaccia! Un bacio a tutte e a più tardi⭐
-Roberta

Lo sbaglio migliore - Federica e RiccardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora