Capitolo 87.

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I primi quattro giorni di lavoro sono andati davvero benissimo. Nonostante sia passato poco, pochissimo tempo, amo letteralmente ciò che faccio. Sul serio.
L'ordine e l'organizzazione di questo studio medico dipende da ciò che facciamo sia io che Riccardo, e per la prima volta nella mia vita, sento di essere essenziale per qualcuno dal punto di vista professionale. Anche Riccardo prova le mie stesse sensazioni, e la cosa mi rende molto meno sola. La nostra vita sembra essersi congiunta improvvisamente, non solo grazie a Matteo, ma anche grazie a questo lavoro. Sembriamo essere legati da un qualcosa di veramente forte ed intenso, impossibile da spiegare a parole.
Sono cresciuta veramente tantissimo; piano piano mi sto anche abituando alla mancanza di Matteo quando sono a lavoro, e sto cercando di essere abbastanza forte per poterlo superare al massimo.
Io e Riccardo vogliamo provare a cavarcela da soli, per cui abbiamo preso la decisione di far tornare i miei genitori in Sardegna. È giusto che loro ritornino a casa, in modo da poter continuare la loro vita proprio come hanno sempre fatto.
Sapere che il padre del mio bimbo sia al mio fianco, mi rende la vita molto più semplice, e tutto ciò che voglio è rendere la situazione un po' più lineare rispetto prima. È davvero importante per me. Ci organizzeremo e lo faremo molto ordinatamente, senza confusioni o altro. O almeno lo spero.
Purtroppo il giorno della partenza di mia madre e mio padre è arrivata. Loro sono già da qualche minuto su un aereo che li porterà in Sardegna tra pochissimo. E invece io sono in macchina, a fissare lo spazio che mi si presenta di fronte con un'insistenza davvero incredibile.
Sono le otto e trenta del mattino e come sempre, sono bloccata nel traffico come una vera e propria idiota. Sto andando a casa di Riccardo per lasciargli Matteo, e nonostante io voglia cercare di essere forte ed equilibrata, il mio cuore è totalmente riempito di un'immensa e potente tristezza.
Il mio bimbo starà per qualche ora da solo con il suo papà, distaccandosi da me. Da oggi inizierà una nuova vita per noi: per me, per Riccardo e per nostro figlio.
Da oggi non sarò da sola, ma comunque andrà, so perfettamente che lui sarà sempre a tendermi la mano e a supportarmi.
Non so per quale motivo, ma mentre attendo che il semaforo diventi verde, una lacrima mi riga dolcemente la guancia, bagnandola piano. La caccio via con il polpastrello, lanciando uno sguardo a Matteo, posizionato proprio all'interno del seggiolino a fissare a modo suo un punto indefinito di fronte a lui. Non riesco a capire cosa 'guarda', ma so perfettamente quanto lo rilassi, posso notarlo.
Una scia di debolezza e instabilità sia fisica che mentale mi riempiono, e vorrei tanto lasciar perdere ogni cosa. Sarà quest'improvviso distacco dal mio puffetto e la partenza dei miei genitori, che mi distruggono così tanto. Non vorrei che fosse così, non lo vorrei assolutamente, ma purtroppo non riesco ad evitarlo. Credo che questi due piccoli particolari siano il mix perfetto per distruggermi completamente.
"Basta, Federica... basta! Smettila..." Sussurro a bassa voce, per poi sospirare. Molto probabilmente, agli occhi della gente sembrerò una pazza psicopatica, ma onestamente non m'importa.
Cerco di cacciare via quest'immensa tristezza, sperando di farcela.
Cinque minuti più tardi, il traffico si scioglie piano piano, e riesco a raggiungere l'appartamento di Riccardo abbastanza velocemente. Prendo in braccio Matteo e chiudo la portiera dell'auto, sentendo un'immensa quantità di ansia fermarsi proprio alla gola. Anche reggermi in piedi è diventato difficile, ma faccio di tutto per evitare questa continua osservazione.
Prendo un profondo respiro e presso il dito contro il campanello, stringendo i denti. I caldi raggi del sole estivo mi riscaldano la pelle dolcemente, cacciando via quei brividi che mi riempiono l'anima ogni tanto.
"Chi è?" La voce di Riccardo tuona all'improvviso proprio attraverso il citofono, scuotendomi dolcemente.
"Sono Federica"
La porta si apre, invitandomi a salire. Non appena arrivo proprio di fronte la porta del suo appartamento, incontro lo sguardo dolce e delicato di Riccardo sfiorarmi ogni singolo centimetro del corpo. Lo fa con una certa tenerezza, una tenerezza che solo lui possiede e sa regalarmi.
"Ehi, ciao" Inizia a bassa voce, raggiungendomi. Afferra la borsa azzurra proprio sulla mia spalla, cercando di aiutarmi. Lo ringrazio con lo sguardo, per poi regalargli un piccolo sorrisino.
Mi guarda negli occhi per un istante, lasciando che le sue labbra si poggino dolcemente sulla mia guancia, regalandomi un semplice bacio. Fa la medesima cosa con Matteo, che sembra accennare un piccolo ed innocuo sorrisino. "Tutto bene?"
"Si, sono solo stanca" Mento. Lo sono davvero, ma il mio cuore sembra essersi trasformato improvvisamente in una piccola pietra per l'immensa irrequietezza.
"Entra" Appoggia la mano proprio sulla mia schiena, invitandomi a raggiungere l'ingresso della sua dimora. Lo faccio, distogliendo lo sguardo da lui soltanto per qualche secondo. "Vuoi qualcosa da bere? Qualcosa da mangiare?"
"No, ho già fatto colazione in aeroporto con i miei... ti ringrazio" Rispondo immediatamente, declinando la sua richiesta. "E poi sono già in ritardo! Devo andare a lavoro"
"Ti va di mangiare qualcosa con me a pranzo?" Mi domanda. "Cioè mangiare qualcosa al volo... qui a casa, intendo..." Continua, lievemente imbarazzato. Si gratta la nuca con nervosismo, accennando un sorriso che mi fa ridacchiare piano.
Ciò che ha appena detto profuma un po' di invito romantico e adoro letteralmente questa cosa. Sul serio.
"Si, va bene. Cucini tu?"
"Si, preparo il ragù. Ti va?" Per un istante, la mia mente ritorna ad un anno fa, precisamente a quel giorno in cui lo assaggiai per la prima volta. Da lì, il rapporto fra me e lui iniziò a prendere una piega completamente diversa, e ripensare a quei piccoli dettagli, mi fa sorridere.
"Certo che mi va, ho dimenticato il sapore del tuo ragù" Affermo, facendolo sorridere immediatamente.
"Bene, allora quando torni dal lavoro rimani qui" Riesco a notare un pizzico di malizia varcare la soglia del suo viso e la cosa mi fa arrossire immediatamente. Odio l'effetto che mi fa nonostante il tempo continui a scorrere abbastanza velocemente. Davvero.
"Va bene, però adesso devo andare" Gli ricordo. Lui annuisce lentamente, mentre sento un leggero piagnucolio scappare dalle labbra di Matteo. Percepisco all'istante quanto anche lui sia terribilmente agitato, e credo che la colpa sia solo ed esclusivamente mia. Gli trasmetto ogni singola sensazione.
Mi avvicino a Riccardo a passi lenti, un attimo prima di appoggiare il fagottino sulle sue braccia, che immediatamente lo stringono e lo isolano da tutto il resto. Il cuore mi diventa piccolo improvvisamente e vorrei che non accadesse assolutamente.
"Starà bene... non preoccuparti, Fede"
"È la prima volta che lo lascio con te... non pensavo fosse così difficile" Ammetto con voce tremante. Sento di star scoppiare a piangere. Non è una situazione semplice, purtroppo.
"È normale. Da quando è venuto al mondo è sempre stato con te e con i tuoi genitori, ma ti giuro che da oggi in poi sarà tutto più semplice rispetto prima. Te lo prometto"
"Fai attenzione, okay?"
"Stanne certa" Mi rassicura, lasciandomi una dolce carezza sul viso. Io chiudo gli occhi, per poi abbassare il capo e lasciare un bacio al mio bimbo. Lo guardo, notando i suoi occhioni azzurri terribilmente lucidi, mentre continua a ciucciare il ciuccio intensamente.
Cedo improvvisamente, prima che una piccola lacrima righi la mia guancia. Riccardo la nota all'istante, e non ci pensa neanche per un istante: la elimina con le punte delle dita, accarezzandomi di nuovo. Io sospiro. "Non piangere"
"Non so perché lo sto facendo... sono successe tante cose negli ultimi giorni e poi anche quest'improvvisa partenza dei miei genitori, nonostante ne fossi a conoscenza, mi ha del tutto distrutta. Te lo giuro"
"Vieni qui, vieni qui... fatti abbracciare"
Mi stringe con l'altro braccio, circondandomi le spalle con una tenerezza davvero immensa. Io mi lascio andare immediatamente, facendo scivolare la testa lungo l'incavo del mio collo. Respiro intensamente il suo profumo, cercando di archiviare almeno per qualche minuto tutti questi demoni che mi sconvolgono. Anche respirare mi risulta difficile, ma quando la sua grande mano si appoggia proprio sulla mia schiena, sembra aggiungersi un'altra piccola tonalità di colore a tutto ciò che mi circonda. "Ti giuro che andrà tutto bene"
Prima di sciogliere questo abbraccio che ci unisce, mi lascia un bacio sulla fronte, mentre culla dolcemente Matteo che inizia a lamentarsi lentamente.
"In quella borsa azzurra c'è tutto il necessario per il bimbo. Se dovesse esserci qualche problema, mi chiami. Va bene?"
I piagnucolii del mio piccolino si fanno più intensi, e adesso ho la conferma di quanto ogni singola emozione che provo in questo istante, sia l'esatta fotocopia di ciò che sente lui nel suo cuoricino.
Nonostante sia ancora piccolo, sembra capire tutto. Davvero ogni cosa. Dio mio, questa situazione è struggente.
"Vai, Fede. Altrimenti è peggio... ti chiamerò più tardi" Mi rassicura Riccardo dolcemente.
"Ciao, amore di mamma. Ti amo da morire" Prima di andare via completamente, regalo un ultimo bacio a mio figlio, cercando di lasciargli una piccola dose del mio profumo per queste ore che non sarò al suo fianco.
"Anche lui ti ama. Da morire" Mi sussurra suo padre. Io gli sorrido con dolcezza, chiudendo la porta alle mie spalle l'istante successivo.

Piango💔
Scusate per il ritardo, ma ho iniziato a preparare la nuova storia, per cui sono stata impegnata per l'intero pomeriggio.
Vi avviso che i capitoli di questa saranno esattamente 107. Manca ancora un po', lo so... ma volevo avvisarvi.
Tra pochissimo arriverà un po' di luce su tutta questa situazione, ve lo prometto.
Vi mando un bacione e a domani♥️🧸
-Roberta

Lo sbaglio migliore - Federica e RiccardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora