Capitolo 97.

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L'arrivo nella mia amata Sardegna è stato davvero veloce ed intenso. Essere ritornata dalla mia famiglia mi rende felice, anche se vivere il distacco fra Matteo e Riccardo è stato davvero frustrante.
So perfettamente che fra pochissimo ritornerò a Roma, ma vedere gli occhi tristi dell'uomo che amo, incrociati a quelli del mio bimbo, mi spezzava letteralmente il cuore. È stato davvero forte, quasi impossibile da poter spiegare. Sul serio.
È strano ammetterlo, ma la mancanza di Riccardo inizia a farsi sentire, riuscendo a sconvolgere la mia anima. Eravamo abituati a stare insieme praticamente sempre, e separarci adesso, è veramente un colpo basso. Ma so per certo che passerà presto.
"Mamma, Matteo si è addormentato?" Le domando a mia madre, varcando la soglia della mia vecchia camera, e poggiando lo sguardo su di lei che stringe il mio bimbo fra le sue braccia teneramente. So perfettamente quanto lei abbia sentito la sua mancanza... riesco a leggerglielo negli occhi. Il mio bimbo è come se sentisse realmente tutta la quantità d'affetto e d'amore che prova mia mamma nei suoi confronti, e penso che sia una delle cose più belle del mondo intero.
"Si, adesso lo sistemo sul letto" Mi risponde velocemente, guardandomi attraverso il leggero buio della sera. Sono più o meno le dieci, eppure l'intensa luce della luna riesce perfettamente ad illuminare ogni singolo angolo della stanza, e lo fa con una delicatezza e intensità davvero immensa. "Questo pargoletto mi mancava davvero da morire" Sussurra a bassa voce, mentre sistema il piccolo fagottino proprio al centro del materasso. Non appena lo fa, sospira, per poi spostare lo sguardo proprio sul mio viso, forse un po' stanco e affaticato.
"Anche a lui, a noi, mancavi tanto. La nostra piccola casa è vuota senza te e papà" Sussurro a bassa voce, fissando i suoi occhioni castani e brillanti.
"Vieni qui, patatina" Mia madre spalanca le braccia velocemente, avvolgendomi in un dolce e caldo abbraccio materno, che mi fa sorridere come una bambina. Il suo profumo mi invade le narici, trasferendomi una quantità immensa di rassicurazione, che riempie il mio cuoricino piano.
Chiudo gli occhi per assaporare ogni sensazione, realizzando quanto mi sia mancato questo contatto con lei. La mamma è sempre la mamma, ed è inutile negarlo.
Quando ci stacchiamo, le sue labbra si poggiano sulla mia fronte, regalandomi delicato bacio che profuma d'amore e sincerità. "Come stai? Sbaglio o sei molto più felice dall'ultima volta che ci siamo viste?"
Le sue parole mi fanno sorridere. Non so. Lo sono? Beh, sono successe tante, troppe cose in questi ultimi giorni. Io e Riccardo stiamo cercando di trovare un equilibrio, e anche se non riusciamo a farlo totalmente, almeno ci proviamo, e penso che questa sia la cosa principale.
"Credo di si"
"Con Riccardo come va?" Temevo questa domanda. Era ovvio che me la ponesse. Me l'ha chiesto diverse volte per telefono, ma farlo guardandomi negli occhi è totalmente un'altra cosa, e di questo ne sono più che certa.
"Benino dai, molto meglio di prima" Affermo in un sospiro. "Stanotte siamo stati insieme" Continuo. Nei suoi occhi si accende una luce. Una luce intensa e maliziosa, che mi fa sorridere e arrossire al tempo stesso.
"Uh, davvero? E immagino che non vi sarete annoiati..." Mormora arricciando le labbra. Io scoppio a ridere come una scema, non sapendo se si possa trattare di una cosa normale che io affronti determinati argomenti con mia madre. Beh... penso lo sia, no? Credo che nel mio caso sia assolutamente lineare farlo.
"Abbiamo solo dormito, niente di più" Spiego, sollevando le spalle dolcemente.
Un accenno di delusione riempie il sguardo, e lo becco all'istante.
"Beh, è davvero un peccato... dovevate accendervi un po'" Osserva, per poi sospirare dolcemente. "Quindi? Racconta su! Avete dormito insieme? Attaccati?" Chiede rapidamente, provando ad avere tanti piccoli dettagli che possano raccontare qualche attimo di ieri sera. Io prendo un profondo respiro, pronta per iniziare a parlare.
"Si, fra di noi c'era Matteo, ma non ha smesso di stringermi neanche per un secondo" Sussurro, lanciando un veloce sguardo a mio figlio, che riposa beatamente coccolato dalle fresche lenzuola.
"Gli hai chiesto tu di rimanere con te a dormire, o ha preso lui l'iniziativa?"
"No, l'ho fatto io. Ne avevo bisogno" Le dico onestamente. Lei sorride, forse soddisfatta di aver, per la prima volta, realizzato un suo piccolo sogno. "Secondo te ho fatto male?"
Non so perché le sto chiedendo una cosa del genere, ma temo di aver bisogno soltanto di una sua breve rassicurazione.
"Perché avresti dovuto, scusa? Hai fatto ciò che ti sentivi, no?" Domanda, sollevando le spalle contemporaneamente. Io annuisco. "Ecco, e allora? Quale diavolo è il problema?" Esclama. "Anzi, secondo me, dovevate semplicemente lasciarvi andare... e sai benissimo cosa intendo. Credo che ne abbiate davvero bisogno, Federica. So perfettamente che una madre non dovrebbe dire determinate cose, ma in questo caso, e sottolineo in questo caso, mi permetto di farlo. State soffrendo entrambi, ed è inutile negarlo. Continuate ad amarvi, ma non lo state facendo liberamente! Ecco, credo che la cosa importante da fare quando si ama una persona, sia semplicemente farlo con tanta, tantissima libertà... e non in silenzio e con il cuore chiuso"
"Noi non lo stiamo facendo con il cuore chiuso" Le rispondo immediatamente, in difesa dell'intenso legame che continua ad unire me e Riccardo nonostante tutto e tutti. Penso che nel complesso sia davvero speciale e la mia anima può confermare ciò. "I nostri cuori sono aperti e innamorati, ma forse hanno solo paura di tutto quello che potrebbe succedere"
Non so se sia veramente così, e probabilmente non lo capirò mai.
"Cosa dovrebbe succedere?" Quasi si lagna. Forse la sua voglia di vedermi serena e amata è proprio immensa.
"Non lo so, qualsiasi cosa... bisogna fare le cose con calma e scegliere la strada giusta. Solo questo"
"Anziché scegliere la strada giusta, perché non scegliete quella che vi rende felici? Credo sia la migliore fra le due" Fra le sue labbra sorge un sorriso malandrino, che fa sorridere anche me all'istante.
"Vedremo... ci penserò" La stuzzico. È chiaro che faremo di testa nostra, ma credo che la calma sia il segreto essenziale per far scorrere ogni cosa in maniera liscia. Aspettare un altro po' aumenterà sicuramente la voglia che abbiamo di tornare insieme.
Ad interrompere questa conversazione e ogni mio pensiero, è proprio la vibrazione del mio cellulare, posizionato proprio all'interno della tasca posteriore dei jeans che indosso. Lo afferro all'istante e quando noto il nome di Riccardo riempire lo schermo, i miei respiri sembrano spezzarsi all'istante.
"È lui, vero?" Mi chiede mia madre, guardandomi con dolcezza. Io annuisco e mi mordo il labbro, sgattaiolando via dalla stanza e raggiungendo il corridoio.
Sento mia mamma ridacchiare sotto ai baffi, e non riesco a fermare una lieve risata spezzare il silenzio che riempie questa casa.
"Riccardo?" Mormoro, trascinando il dito contro il display e rispondendo alla chiamata l'istante dopo.
"Ehi, Fede... tutto bene?"
"Si, abbastanza. Tu?" Chiedo retoricamente.
"Anche. Mi mancate davvero da morire"
Le sue parole mi fanno restringere il cuore, anche se al tempo stesso, mi fanno sorridere come un'adolescente alle prese con il suo primo amore.
"Anche tu ci manchi. Immensamente."
"Lo so, posso sentirlo dalla tua voce" L'intensità con la quale mi conosce è davvero inimmaginabile. Credo che sia impossibile da quantificare.
Passano alcuni istanti di puro silenzio, che riescono perfettamente a provocarmi la pelle d'oca. "Matteo si è addormentato?" Mi chiede, cambiando argomento, e onestamente lo ringrazio  con il pensiero.
"Si, da poco, pochissimo tempo"
"Il mio piccolino" Sussurra teneramente. Nella mia mente appare l'immagine di Riccardo che stringe fra le braccia il nostro bimbo, proteggendolo dal mondo intero. Tutto ciò mi fa sorridere. È e sarà sempre, una scena davvero bellissima da ammirare.
"Tu hai sonno?" Gli domando sempre a bassa voce. Non voglio che i miei genitori mi sentano, desidero che ogni singola parola pronunciata con lui rimanga solo nostra.
"Un po'... ma prima di andare a letto, avevo bisogno di sentire la tua voce"
Un vuoto alla pancia mi fa letteralmente spezzare il respiro. La sua sincerità fa nascere dentro di me milioni e milioni di piccole farfalline, che prendono vita e stuzzicano la mia pelle.
"Si?" Sussurro, quasi incredula.
"Si, Fede. Altrimenti non riesco a dormire serenamente" Mormora. Il mio cuore sembra unirsi al suo con lentezza. Ogni sua singola parola mi fa andare fuori di testa. Sul serio.
"Sono qui... sono qui con te"
"Lo so. Parlami fin quando non mi addormento o giuro che impazzisco"
"Cosa dovrei dirti?" Questa sua idea mi stuzzica parecchio. Amo tutto questo.
"Non so, tutto ciò che vuoi"
Sospiro e inizio a raccontargli un paio di cose: il viaggio in aereo, l'arrivo in Sardegna, la felicità dei miei e l'odore di casa mia, fin quando, dopo circa un'ora, i suoi pesanti respiri mi riempiono le orecchie, riuscendo a farmi capire che si è appena addormentato. Gli auguro la buonanotte a bassa voce, prima di riattaccare la chiamata e rifugiarmi fra le braccia del letto, proprio accanto al mio bimbo.

Buon pomeriggio a tutte♥️🧸🌻

Lo sbaglio migliore - Federica e RiccardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora