Capitolo 67.

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Riccardo.

Dormire questa notte non è stato per niente semplice. Continuavo a pensare a tutto ciò che è successo ieri al mare: l'incontro con Federica, le sue parole, l'incrocio dei nostri occhi, la sua voce tremante, le sue domande sempre poco lineari e il mio sguardo triste.
È diventata mamma. La donna che ho amato per più di in anno è diventata mamma di un bambino davvero meraviglioso, e ancora fatico a crederci. È troppo piccola, troppo sensibile, per prendersi cura di una creatura così minuscola, eppure i suoi occhi sono pieni di forza, pieni di quell'amore materno che probabilmente possiede da quando ha scoperto di essere incinta.
Lei è andata avanti, ha la sua famiglia, e anche se non sta più insieme a quel ragazzo, nonché padre del suo bambino, sono certa dell'amore immenso che abbia provato per lui.
Averla rivista ha risvegliato in me quella sensazione di inquietudine, che in questi ultimi mesi avevo cercato di archiviare, ma sono certo che passerà tutto molto presto. Deve passare presto. Io devo cercare di pensare alla mia vita, alla mia carriera, ai miei sogni e alle mie certezze. Punto.
"Ma vaffanculo! Odio ufficialmente questo cazzo di traffico!" Esclamo incazzato, chiudendo bruscamente la portiera della mia auto. Sbuffo con poca delicatezza, avanzando verso il bar di fronte al parcheggio per acquistare almeno un minimo di forze mangiando o bevendo qualcosa.
Sono in macchina da più di quaranta minuti, e il mio corpo non risponde più a nessun tipo di azione.
Non appena varco la soglia del locale, mangio una barretta di cioccolato e bevo un caffè, iniziando a sentire un'immensa quantità di zucchero scorrermi lungo le vene in maniera veloce. Pago velocemente, raggiungendo poi l'uscita. Devo andare a casa di Edoardo, ma non ho nessuna intenzione di salire di nuovo in macchina, di conseguenza prendo la decisione di andare a piedi. Dista circa quattro o cinque isolati... credo di farcela, non è poi così lontano. E poi, prendere una boccata d'aria fresca mi farà bene per poter allontanare un po' i miei pensieri confusi che hanno come protagonista solo e soltanto Federica. Ne ho davvero bisogno.
Roma è nella confusione più totale, ci sono macchine praticamente ovunque, l'aria è abbastanza pesante e un odore di smog pizzica lievemente il mio naso. È un po' insopportabile a dir la verità.
Sospiro e lascio scivolare le mani all'interno delle tasche dei miei jeans, cacciando via il ciuffo ribelle che ricade sulla mia fronte ogni volta che cammino velocemente.
Fortunatamente, cinque minuti più tardi, riesco a raggiungere l'appartamento di Edoardo, e non appena apre la porta, vengo attraversato da un lieve senso di rabbia, che sembra aumentare notevolmente la mia voglia di ucciderlo. "Ho saputo della grande notizia" Esclamo. Faccio un passo verso di lui, superandolo rapidamente. Non lo guardo minimamente e non lo saluto, in fondo l'ultima volta che ci siamo visti è stata due giorni fa.
"Quale notizia?" Domanda. Lo sento chiudere la porta, prima che il suo corpo si avvicini piano piano.
"Non far finta di non capire, per piacere! Federica è rimasta incinta di quel bastardo e tu non mi hai detto nulla! Ieri mattina l'ho vista al mare con il bambino. Mi sono sentito morire!" Sbotto. La cosa che più mi fa impazzire è sapere che lei mi abbia del tutto dimenticato.
Mi giro freneticamente verso la sua direzione, notando un pallore generale riempire il suo viso immediatamente. "È mamma! Federica è diventata mamma di un bambino che ha fatto con un altro uomo, e tu lo sapevi! Io fatico a crederci davvero"
"Riccardo, calmati per piacere"
"Calmarmi? Ma parli sul serio? Io sono furioso! Furioso con te soprattutto! Per quale cazzo di motivo non mi hai detto nulla? Lei mi ha eliminato completamente della sua vita, e io chiedevo a te per avere delle sue notizie! La tua risposta è sempre stata 'diciamo bene, sta cercando di riprendersi' e non era affatto vero! Probabilmente in quell'istante si trovava in ospedale a far nascere suo figlio. Io sono veramente incazzato con te, dannazione... mi fidavo, credevo fossi mio amico"
"È stata lei a pregarmi di non dirti nulla"
"A quale scopo, scusa? Avrei continuato a fare la mia vita, come se niente fosse. Non potevo mica uccidere il suo ragazzo! Se quest'idea mi fosse balenata in mente, al massimo avrei potuto tagliargli l'uccello!"
"Un'intensa penitenza direi" Osserva, lasciandosi sfuggire una lieve risata. Io gli lancio un'occhiataccia.
"Tu hai conosciuto questo ragazzo? Ieri mi ha detto che hanno rotto poco prima della nascita del bambino. Che tipo è questo coglione?"
"L'ho visto solo poche volte, sembra un bravo ragazzo... credo" Rimane molto cinico, continuando a sospirare e a grattarsi nervosamente la nuca, quasi come se fosse una specie di segreto o qualcosa del genere.
Io lo osservo, notando quanto sia dannatamente confuso a causa di quello che gli ho appena chiesto.
Poi, senza che me ne renda conto, un piccolo pensiero pervade la mia mente abbastanza velocemente, facendomi quasi mancare l'aria.
"Ecco spiegato il motivo per cui non mi hai detto niente: sei tu il padre del bambino! Quando io non c'ero, hai consolato la mia ragazza e te la sei scopata? È andata così, vero?" Glielo chiedo senza accorgermene, senza fare troppi complimenti. Ma nell'istante in cui, queste parole lasciano le mie labbra, mi rendo conto di quanto sia enorme la cazzata che ho appena detto.
Edoardo non è il tipo, non mi farebbe mai una cosa del genere.
"C-cosa?" Balbetta a bassa voce, un po' in confusione e lievemente sconvolto. Mi guarda, non sapendo come gestirsi questa situazione, ma poi riesce ad acquistare un pizzico di forza per poter parlare. "Credi davvero che possa fare una cosa del genere? Cazzo, Riccardo! Ma sei coglione?"
"N-no, scusa... mi dispiace. Non volevo dire-"
"Invece l'hai detto! E non me l'aspettavo davvero! Io non mi scopo la ragazza del mio migliore amico! Voglio bene a Federica, e non potrei mai farle una cosa del genere! Ma come diavolo ti viene in mente? Sei ubriaco?"
"Mi dispiace, dannazione! Non volevo... è stato soltanto un pensiero stupido e inutile. Sono disperato, credimi..."
"Non è un buon motivo per accusarmi su una cosa così seria. Sembri un pazzo psicopatico" Afferma, sbuffando. La situazione in sé sta per cedere, proprio come il mio corpo.
"Sto diventando pazzo, e pensare che qualcuno abbia fatto l'amore con lei, o anche solo toccata, mi fa perdere completamente la ragione. Non so minimamente quello che dico"
"Hai bisogno di fare qualcosa per allontanarti da tutta questa situazione. Ti stai uccidendo da solo" Afferma tranquillamente, afferrando le chiavi della macchina.
"Cosa vuoi che faccia? Non posso fare nulla al riguardo"
"Si, invece. Andiamo a fare una partita di calcio, hai bisogno di sfogarti" Esclama, avanzando verso la porta. Dalle mie labbra scappa un lieve sospiro, ma so perfettamente quanto abbia ragione.
Annuisco e lo raggiungo a passi veloci, accarezzandomi i capelli per poi stringere la sua spalla con la mano.
"Edo?"
"Mmh?"
"Scusami per ciò che ti ho detto... non volevo farti incazzare"
Lo guardo negli occhi, chiedendogli scusa non solo con le parole ma anche con lo sguardo. Alcune volte sono proprio un coglione.
"Va bene, lo so... non fa niente" Mi rassicura. Mi regala una pacca proprio sul petto, stringendomi in un qualcosa che possa assomigliare ad un mezzo abbraccio. "Sappi una cosa: Federica è davvero una gran figa, ma non ci proverei con lei neanche se fosse l'ultima donna sulla terra, proprio perché è stata la fidanzata del mio migliore amico. Quindi piantala di farti venire certe idee" Chiarisce, gesticolando. Io sospiro.
"Lo so, scusami ancora"
Lui scuote la testa, regalandomi un piccolo e lieve sorriso.
"E poi... ho una grande notizia da darti! Credo di essermi fidanzato" Afferma, sospirando. Io lo guardo, spalancando lievemente gli occhi.
"Chi sarebbe la sfortunata?"
"Non la conosci... è una ragazza che ho avuto il piacere di incontrare soltanto due mesi fa a lavoro" Mi racconta. "Siamo stati insieme una notte, ma questa cosa si ripete praticamente ogni sera da circa cinque settimane"
"Quindi stai lavorando intensamente ogni giorno eh?" Lo prendo in giro.
"Si, cazzo... lei mi ha detto di essersi innamorata, e credo proprio che anche io-"
"Ahhh! Sono contento, avevi proprio bisogno di una ragazza, fratello!" Lo interrompo, abbracciandolo di slancio come se mi avesse appena comunicato chissà cosa. "Allora adesso vado a comprarti una ventina di preservativi, non voglio diventare zio così presto!" Lo stuzzico, non appena mi stacco.
"Ma vaffanculo, coglione! So quello che faccio" Esclama. Scoppiamo a ridere sonoramente, prima di uscire fuori di casa come se fossimo due ubriachi.

Lo sbaglio migliore - Federica e RiccardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora