"Sei incinta?" La voce di mia mamma si incrina leggermente alla pronuncia di queste due paroline, ma penso sia assolutamente normale. Ho appena sganciato una bomba immensa, che non conosce nessuna descrizione dall'intensità che possiede.
Sollevo lievemente il capo dalle mie ginocchia soltanto per incrociare il loro sguardo, ritrovando gli occhi dei miei genitori terribilmente pieni del nulla più totale.
Mio papà ha le labbra lievemente schiuse, e posso benissimo notare quanto diavolo sia scosso. Invece, mia madre ha entrambe le mani appoggiate sulla bocca, non sapendo se prendermi a sberle o stringermi in un abbraccio rassicurante. Non fa nessuna delle due cose, si limita semplicemente a sospirare e fissarmi come se fossi una pazza psicopatica.
"Aspetto un bambino e Riccardo è il padre"
"Dio mio, ma com'è possibile? Io fatico a crederci" Sussurra mia madre.
Mi sollevo da terra, asciugandomi lentamente le lacrime che non fanno altro che scorrermi lungo le guance come se fossero due piccoli e brevi ruscelli.
"È possibile, mamma. È possibile tutto. Abbiamo fatto l'amore e non siamo stati attenti. Sai benissimo che può succedere"
"Ma Santo Cielo, Federica! Dovevate essere più responsabili. Conoscevate benissimo le conseguenze e la prima cosa che dovevate fare era prendere le giuste precauzioni. Adesso avete fatto proprio un bel guaio!" A dire queste parole è mio padre, che alza lievemente la voce, riuscendo perfettamente a distruggermi.
"Non è un guaio, quello è il mio bambino. Non è assolutamente un guaio. Non lo sarà mai!" Alzo lievemente la voce, cercando di mettere all'istante i puntini sulle i. Non possono permettersi di dirmi determinate cose, non potrei sopportarle. Sul serio.
Lui sospira leggermente, accarezzandosi la testa pelata con le punte delle dita. Nei suoi occhi riesco a vedere una punta di tristezza. Credo che si sia pentito di tutto ciò che ha appena detto.
"Non volevo direi questo, Fede" Cerca di salvarsi, ma io lo interrompo, sbottando all'istante.
"No, tu volevi dire ciò che hai appena detto! Ma sapete cosa? Non me ne importa un fico secco di niente e di nessuno. Io terrò questo bambino e lo crescerò, non importa come, lo farò e basta. Punto!"
Nella stanza cala il silenzio per uno e due secondi, e la cosa riesce a provocarmi un lungo ed intenso brivido di tristezza pura. Poi la voce di mia madre lo spezza all'improvviso, rendendomi poco tranquilla.
"Devi avvisare Riccardo su questa cosa, non puoi tenerlo all'oscuro! Ma ti rendi conto di tutto ciò?"
"Mi rendo conto! Mi rendo perfettamente conto! Ma lui non deve saperlo, assolutamente" Chiarisco all'istante, sentendo una leggera scossa di nervosismo pervadermi ogni angolo del corpo.
"Ma cosa dannazione stai dicendo? Non deve saperlo? Ma, Federica... è suo padre"
"Lo so che è suo padre, ma non posso mettere in gioco il suo futuro, mamma! Riccardo aspetta questo momento da anni e non sarò io a distruggere tutto"
"Distruggerai la vita di tuo figlio e lo farai facendolo crescere senza una figura paterna al suo fianco, lo farai terribilmente!" Questa volta urla, riuscendo a far tremare il mio cuore e le quattro pareti del salotto. Non so se riuscirò ad uscire viva da questa conversazione, è davvero una cosa più grande di me.
"Non sarà da sola, io sarò con il mio bimbo per tutta la vita, ficcatevelo bene in testa, cazzo!" L'ennesima lacrima scivola lungo la mia guancia, ma questa volta non la caccio via, lascio che continui il suo percorso lungo il collo, bagnandolo con una delicatezza infinita.
"Ciò che vuole dire tua madre è-" Mio padre cerca di riprendere in mano la situazione, ma fallisce miseramente poiché io lo interrompo subito dopo, facendolo zittire.
"So benissimo ciò che vuole dire, ma io non cambierò idea. Non lascerò che l'uomo che amo non si realizzi per colpa mia. Non potrei mai fare una cosa del genere."
"Neanche tu ti realizzerai, Federica. O per lo meno se dovesse succedere, accadrà con qualche anno di ritardo!" Afferma mia mamma. La sua voce è trasparente, senza un briciolo di emozione. "Crescere un bambino sarà terribilmente difficile e non basteranno tre o quattro mesi, per far tornare tutto com'era. Lo capisci, vero?"
"Certo che lo capisco"
"Ecco, quindi hai bisogno di qualcuno che ti sostenga, che ti aiuti, che rimandi i suoi sogni soltanto per crescere ciò che avete creato insieme, e che ti tenga per mano quando starai per crollare su te stessa. Dannazione, Riccardo deve saperlo! È giusto che se ne prenda cura anche lui, e che sia presente, non solo quando fate l'amore, ma anche dopo, e quindi in questo caso, durante il periodo della gravidanza"
"Scordatelo! Non glielo dirò, smettila di ripeterlo"
"Te ne pentirai amaramente, ne sono più che sicura" Sospira lievemente, lanciandomi un'occhiata che mi fa venire i brividi. Davvero. È tutto così assurdo.
"Sapevo benissimo di essere giudicata a causa di queste scelte, ma temo che dobbiate rispettarle. La vita è mia, e io decido cosa voglio e cosa non voglio. Punto."
"Dio mio, hai ventun anni, non sei una donna vissuta o robe del genere, vuoi capirlo o no?" Sbotta mio padre. Questa volta, il suo viso è rosso dalla rabbia e questo riesce perfettamente a farmi percepire quanto sia nervoso. Ho anche paura che possa sentirsi male. Sul serio. "Non vogliamo mica che tu abortisca... per l'amor di Dio, sarebbe davvero brutto da sentire, ma sia io che tua madre, ti stiamo semplicemente consigliando cosa fare, nient'altro"
"Non proprio! Dal vostro tono di voce, io dovrei fare esattamente ciò che dite, ma capite bene che non andrà come voi vogliate" Chiarisco, gesticolando. "A questo bambino o questa bambina che nascerà, io parlerò di suo padre... ma soltanto quando sarà grande, e sono certa che capirà ogni mia scelta" Loro sospirano dolcemente, chiudendo gli occhi, forse frustrati da questa situazione. "E adesso scusatemi, vado a riposare un po', dopo tutte queste ore fuori casa, ho soltanto voglia di mettermi a letto" Tiro su con il naso, afferrando la valigia, per poi avanzare verso le scale. Mia madre si avvicina per aiutarmi, ma io scuoto la testa, allontanandomi.
Sono ferita, orgogliosa, impaurita e terribilmente incazzata. Con tutti, con il mondo. Essenzialmente per niente, eppure c'è sempre un motivo per mandare a fanculo chiunque.
Quando raggiungo il piano superiore, mi rifugio in bagno per rinfrescarmi il viso e non appena varco la soglia di camera mia, a darmi il 'bentornato' c'è quel lieve profumino di pulito che mi invade le narici all'istante.
Mi getto sul letto pesantemente, non riuscendo a trovare un pizzico di forza per gestire al meglio questa maledetta situazione. Non piango, ho esaurito tutte le lacrime disponibili, e l'ho fatto nelle ultime due settimane. Non auguro a nessuno tutto ciò che ho passato io, non potrei mai farlo.
Esausta, afferro il mio block notes dalla valigia e mi siedo sulla sedia, scrivendo ogni emozione, ogni pensiero e ogni paura che mi passa per la mente. Credo che spiegare a parole tutto quanto sia abbastanza difficile, eppure io riesco a farlo. Ce l'ho sempre fatta, anche quando ero soltanto una bambina. Penso che sia il mio unico sfogo.
Butto giù tutto, scrivendo pagine intere di tutto ciò che ho e di tutto ciò che vorrei. Apro completamente il mio cuore lasciando che la penna scivoli da sola fra quelle righe, che sembrano essere gli unici pilastri della mia vita. Sembrano essere gli unici pilastri per una ragazza come me.Buongiorno!❤☀️
Oggi doppio aggiornamento! Contente? A più tardi🌹
-Roberta
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Lo sbaglio migliore - Federica e Riccardo
FanfictionFederica Carta. Riccardo Marcuzzo. Due ragazzi con un obiettivo e tanti sogni nel cassetto. Tante piccole cose li porteranno a lasciarsi andare in questo amore che li lega intensamente. Si tratta di un amore strano, disperato, passionale, profond...