Capitolo 35.

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E Settembre è arrivato, sconvolgendo la vita di tutti e esclamando un arrivederci all'estate appena trascorsa. Dalla nostra vacanza in Sardegna sono trascorse circa tre settimane. Ogni tanto mi perdo a pensare a quei piccoli ricordi, avvertendo una scia di malinconia varcarmi la soglia del cuore ogni dannata volta.
Il rapporto tra me e Riccardo va benino, anche se chiaramente, dopo il nostro ritorno a casa, non abbiamo perso tempo per far nascere qualche battibecco di qualsiasi tipo. Fortunatamente abbiamo risolto immediatamente, per poi lasciarci andare a quante più coccole possibili.
In questi ultimi dieci giorni non faccio altro che studiare, studiare e studiare. Mi fermo soltanto per mangiare qualcosina e prendere una boccata d'aria fresca soltanto nel pomeriggio inoltrato. Io e Riccardo abbiamo la possibilità di stare inisieme soltanto la sera, per cui cerchiamo di sfruttare al meglio ogni singolo attimo.
È proprio lui a cacciare ogni mio pensiero e lo fa non appena varca la soglia di casa, imprecando sottovoce a causa di un improvviso temporale che è appena scoppiato a Roma. Butta giù qualche parolaccia molto finemente, prima di cacciare all'indietro i suoi capelli zuppi. Si toglie il cappotto alla velocità della luce, e prima che lui mi raggiunga lo faccio io, lasciando perdere lo studio per qualche minuto e posizionandomi proprio di fronte a lui. Le sue pozze brillanti e avvolgenti mi stringono immediatamente, come se stessero per regalarmi un dolce abbraccio. "Tutto bene?" Gli domando guardandolo, facendo un leggero sospiro.
"Sono tutto bagnato" Borbotta, sospirando intensamente, un po' frustrato.
"Sei ancora più sexy, sai?" Mormoro con un tono malizioso, allungando entrambe le braccia sulle sue spalle per poi stringere con rapidità il colletto del suo giubbottino di pelle.
Lui ridacchia, agguantandomi i fianchi per spingermi contro il suo corpo umido e potente. Mi bacia le labbra con delicatezza, mordendomi poi quello inferire soltanto per accentuare la cosa.
"Tu lo sei di più"
"Mmh, ho qualche dubbio" Mugolo, stringendomi un po' più a lui. Il suo profumo si mischia a quello dell'acqua piovana, riuscendo perfettamente a provocarmi una miriade di brividi in ogni millimetro del corpo. "Dove sei stato?"
"A fare una ricarica telefonica e a comprare del prosciutto crudo. Stasera questa sarà la nostra cena" Mi pizzica la guancia con le dita, facendomi sciogliere. Penso che sia una cosa estremamente tenera. "Sono tornato a casa perché devo rispondere ad un'email importante"
Non so per quale dannato motivo, ma alle sue parole, inizio ad avvertire un senso improvviso di ansia. Cerco di cacciarlo via in tutti i modi, ma purtroppo non riesco.
Sollevo la testa soltanto per guardarlo negli occhi, trovando l'azzurro delle sue iridi riscaldarmi con passione.
"Che email?"
"Un'email per una specie di corso specialistico... adesso ti spiego tutto. Prima vado a cambiarmi e asciugarmi, altrimenti mi beccherò un accidente" Mi avvisa. Io annuisco semplicemente, guardandolo mentre mi lascia un'ultima carezza vicino alle labbra, e mi supera, dirigendosi verso il bagno.
Una lieve preoccupazione mi riempie il cuore piano, fino a farlo battere ad una velocità davvero incontrollata. I miei respiri sembrano accelerare, ma fortunatamente non riesco a sentirli al cento per cento, grazie al rumore delle gocce di pioggia che sbattono lentamente proprio sul vetro della finestra. Di solito, riescono a rilassarmi, ma questa volta, non lo fanno proprio per niente. Ho una lieve confusione che inonda in maniera irregolare ogni piccolo centimetro del corpo e odio questa cosa. Di studiare non ne ho più voglia, per cui afferro il cellulare e leggo gli ultimi messaggi che ho appena ricevuto. Avrei voglia di buttare giù su un foglio tutto ciò che mi succede, proprio come ho sempre fatto, ma ho seriamente paura di tutto quello che potrebbe accadere, per cui preferisco rimanere in silenzio a fissare lo schermo con insistenza. Proprio come se fosse l'unica cosa che potrebbe, in qualche modo, rasserenarmi. Ma sfortunatamente, accade l'esatto contrario. L'ansia sembra salire ad ogni secondo che passa, e sembra farlo notevolmente quando Riccardo ritorna in cucina. Indossa una delle sue tute adidas, ha i capelli asciutti e gli occhi ancora più brillanti del solito. Mi guarda intensamente e io faccio lo stesso con lui. Ha una scia di paura nel viso e posso tranquillamente notarla senza nessun problema. Questo piccolo dettaglio mi fa venire i brividi e ho la sensazione che sia la radice di una vera e propria bomba. Ho realmente paura che tutto possa scoppiare all'improvviso, ma m'impongo di non dare peso alle sensazioni. Non adesso almeno.
"Quindi? Dimmi qualcosa su quest'e-mail..." Sono io a riprendere la discussione. Alle mie parole, lui sembra ricevere una scossa improvvisa e mentre si siede proprio al mio fianco, caccia via un lungo e profondo respiro, forse per rilassarsi. L'unico calore a pervadermi non è quello del suo sguardo o del suo corpo, ma quello del tessuto del divano, che sembra coccolarmi in questo abbraccio, che forse riuscirà a farmi calmare un attimo.
"Ti ricordi quando eravamo in vacanza in Sardegna?" Inizia, leccandosi le labbra con la punta della lingua. Io annuisco. Un leggero formicolio inizia a scorrere lungo la mia schiena.
"Si"
"Ecco, ho ricevuto una notifica davvero interessante. Devo fare un corso... un corso importante, che potrebbe in qualche modo, riuscire a farmi costruire il mio futuro. Mattone dopo mattone, con lentezza ma con un'immensa voglia di fare. Sarebbe il primo corso della mia vita prima di buttarmi totalmente in ciò che voglio fare" Gesticola lentamente, rendendo perfettamente l'idea di ciò che sta dicendo. "In questo momento non ho nulla, e tu lo sai... per cui mi sembra il giusto modo per iniziare a fare ciò che voglio"
"Okay, ed è giusto che tu lo faccia. Assolutamente"
"Dovrei partire la prossima settimana, Federica" Nei suoi occhi vedo il vuoto. Un vuoto improvviso che sembra risucchiarmi come fanno dei violenti vortici.
La prima cosa che faccio è afferrare dolcemente le sue mani, provando a stringerle con molta delicatezza. "Me l'hanno appena comunicato, devo solo dare l'okay"
"Beh, cosa aspetti a farlo? Prendi questa occasione e vivila. Proprio come si fa con le cose belle" Faccio spallucce. Perché non sembra molto felice di questa novità? O forse è solo una mia impressione?
"Il corso si terrà in America, a Miami precisamente... e non so quanto tempo possa durare"
Alle sue parole mi sembra di aver appena ricevuto una secchiata di acqua ghiacciata. Il mio cuore sgattaiola alla gola, e mi sento come se stessero applicando una pressione proprio in quel punto, facendomi spezzare il respiro. Non me l'aspettavo e la mia espressione lo conferma.
"Oh mio Dio... c-cosa diavolo significa che non sai quanto tempo possa durare? Di solito non lo dicono? Indicativamente magari..." Ipotizzo. Non so come funzionano queste cose, per cui potrei dire sul serio solo tante balle.
"Eh no, non questo... è un concorso importante" La sua voce è bassa, rauca, fredda e pieni di lievi tremolii. "Mi dispiace non avertelo detto prima. Avrei voluto condividere ogni istante di questa novità con te, ma non volevo appesantire la tua vita"
"Dannazione, no! L'hai appena fatto in questo momento, dicendomi tutto quanto in un'unica giornata" Affermo. Cerco di rimanere abbastanza calma, anche se mi riesce davvero malissimo. Vorrei scoppiare a piangere e non fermarmi mai.
"Lo so, Edoardo mi ha sempre detto sin dal principio di spiegarti tutto, ma io ho sempre fatto di testa mia, continuando a seguire il mio pensiero con insistenza"
"Edoardo lo sapeva?" Sbotto, sollevandomi di scatto dal divano come se fossi appena stata travolta da un immenso fuoco. La frase che ha appena detto è riuscita perfettamente a farmi crollare del tutto.
"Si, lo sapeva... è stata l'unica persona a cui l'ho detto"
"Hai condiviso con lui un momento del genere e non con me! Ma ti rendi conto di quanto sia frustrante tutto questo, Riccardo?" Questa volta grido. Non mi pongo nessun tipo di problema, non m'importa se la gente possa sentirci litigare. Non è la prima volta e sono certa che non sarà l'ultima.
"Non volevo rovinarti la vacanza, dannazione! Cerca di capirmi!" Anche lui alza la voce e questo mi fa capire quanto sia alta la quantità di tensione e ansia che lo pervade.
"E nelle ultime settimane cosa non volevi rovinarmi? Le giornate di studio? Cazzo, Riccardo... ma ti rendi conto di quanto sia terribile da sentire tutto questo? Te ne rendi conto?" Inizio a sentire le lacrime posizionarsi proprio sugli angoli dei miei occhi, ma obbligo il mio corpo a ricacciarle indietro. Non posso piangere. Non devo piangere. Per il bene di entrambi.
Lui abbassa lo sguardo, sospirando dolcemente, mentre un'immensa tristezza sembra varcare la soglia del suo viso piano piano.
"Scusami, Fede... scusami sul serio. Hai ragione"

Benissimo, no?
Purtroppo la calma è durata davvero pochino... secondo voi come andrà a finire questa situazione?🤔
Voglio sapere ogni vostro pensiero!😈
Un bacio a tutte e buona serata🧸❤
-Roberta

Lo sbaglio migliore - Federica e RiccardoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora