«Dove merda eravate finiti? Sono passate quasi due settimane dall'ultima volta che vi ho visto! Non siamo in vacanza! Spero che questo lo abbiate tenuto bene a mente» sbottò Hoseok, il capo dell'azienda edilizia di cui facevano parte Yoongi e Jungkook.
«Lo sappiamo, Jung! Ma abbiamo avuto un piccolo inconveniente» rispose Yoongi sedendosi sulla sedia difronte alla scrivania del capo. Jungkook, nel frattempo, allentò il primo bottone della sua camicia bianca per il sangue che gli ribolliva dentro.
Adesso veniva la parte peggiore, spiegare il "piccolo inconveniente" incontrato.
«Che tipo di inconveniente, Min? Qualche malagueña o malagueño caliente?! Spiegatemi» sentenziò alterato.
«Se stai calmo, io ti spiegherò tutto» Jungkook si trovava già particolarmente irritato da quel comportamento così grossolano. L'altro acconsentì emettendo alcuni sospiri «Sulla costa di Malaga vivono una comunità di gitani e questo lo sai, no?» Hoseok annuì in seguito ad uno sbuffo «Bene, ci siamo imbattuti in loro e credendoci turisti ci hanno ospitato in una delle casette che affittano. In seguito abbiamo confessato loro la verità, che siamo lavoratori di un'azienda edilizia coreana con progetti da realizzare, ma abbiamo tralasciato un particolare. Il fatto che in quel luogo in cui vivono costruiremo un hotel di lusso prima o poi. Non potevamo mica dirgli "distruggeremo questo luogo quindi andate via"» spiegò il corvino con un'espressione totalmente impossibile.
«E con questo, che state cercando di dirmi?» indagò il capo.
«Che saremmo costretti a ritardare la costruzione dell'hotel! Ci occuperemo di altro in questo frattempo e quello lo lasceremo per ultimo. È l'unica opzione che abbiamo» disse Yoongi.
«Ma non possiamo solamente sfrattarli e il caso è chiuso? Sono zingari, troveranno un altro posto dove vivere!» sputò acidamente.
Jungkook, ascoltando quelle acide parole, dovette ammettere che era realmente cattivo e spregevole avere quel determinato pensiero verso un altro umano. Pensò a quella volta in cui aveva detto le stesse ed identiche parole a Yoongi, chiamandoli senzatetto, pezzenti, sporchi, nomadi, retrogradi ma in quelle quasi due settimane aveva potuto conoscere una parte di ognuno di loro e non si meritavano quel trattamento.
Era gente in buona fede, lavoratrice, onesta, sempre pronta ad aiutare il prossimo e colma di valori sani e ammirevoli, che persone reputate "migliori" solo per la loro condizione sociale agiata se li sognano, non sapendo neanche ciò che questi vogliano dire.
«Non è così facile, Hoseok. D'altronde quelle sono le loro case da una vita e non possiamo agire così in fretta» riferì il corvino.
«Mi sorprende il tuo modo di parlare» ghignò il castano «Eri così eccitato di venire qui a Malaga e fare altri soldi da aggiungere alla tua collezione, o mi sbaglio?»
«No, non ti sbagli. Tutt'ora voglio questo ma ripeto, non possiamo agire così in fretta» ripeté duramente.
«Ha ragione, Jungkook. Non possiamo essere così crudeli» asserì il grigio guadagnandosi una mala occhiata dal capo.
«Min esci per un momento, devo parlare con Jeon di una cosa estremamente importante e personale» ordinò con tono serio, il grigio lo guardò titubante «Un momento, non di più» l'altro annuì ed uscì.
«Cosa mi vuoi dire, Hoseok?» incrociò le sue braccia al petto e mantenne lo sguardo serio e vigile.
Hoseok si alzò dalla sua postazione e camminò intorno al più alto con un'espressione malevola in volto. Sfregò e raggirò su stesse le sue mani più volte e poi parlò, aveva in mente già qualcosa.
«Provi pietà per loro?» domandò interrogante.
«Ti ho già detto quello che penso al riguardo» rispose freddamente.
«Si, provi pietà» confermò con un sorriso «Ma dimmi, Jungkook... Chi ha avuto pietà o compassione di te in questa vita?» l'occhio di Jungkook venne improvvisamente colpito da un tic nervoso.
«Che cazzo stai cercando di fare, eh?» chiese con poca delicatezza.
«Io nulla... Ma adesso rispondimi, chi ha avuto pietà di te quando eri solo un bambino indifeso, eh? Dimmelo, avanti» alzò la sua voce.
Jungkook inghiottì e Hoseok sorrise per l'ennesima volta. Toccare il tasto dolente del minore e ricordargli la merda in cui aveva vissuto per tanto tempo, era la sua arma preferita per farlo cedere alle sue volontà.
«Nessuno» contestò automaticamente e guardando il vuoto attraverso l'enorme vetro della finestra.
Una bella e soleggiata giornata d'estate diventata magicamente grigia e nuvolosa.
«Quando ti hanno buttato in mezzo ad una strada insieme alla tua povera ed inetta famiglia senza alcuna pietà, senza alcuna compassione» il più alto strinse i pugni ma non parlò, non riusciva «Vuoi averne di loro? Vuoi davvero avere pietà di loro dopo tutto quello che ti è successo? Mi stupisci, non ti credevo così debole» sogghignò «Pensaci e poi ne riparliamo, Jeon»
«Vattene a fanculo, Hoseok» urlò alzandosi in piedi e andando verso la porta.
«Adesso reagisci così ma poi mi ringrazierai per tutti i soldi che faremo, Jungkook» rise lasciandosi andare sulla poltrona comodamente. Il minore uscì fuori sbattendo la porta e Yoongi, appoggiato alla parete, si avvicinò all'istante.
«Che succede, Kook? Che ti ha detto?» il grigio provò a scuoterlo ma il contrario si scostò bruscamente.
«Non seguirmi. Ho bisogno di aria» Yoongi non lo ascoltò e cominciò a camminare, seguendolo ma non si aspettava quella contro-risposta. Jungkook afferrò il colletto della sua camicia e fissò i suoi occhi con collera «Ti ho detto di non seguirmi, Yoon! Sto cercando di calmarmi e non voglio prendermela con te!» esclamò per poi andarsene.
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Scusate Hobi lol
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𝑮𝒊𝒕𝒂𝒏𝒐 | 국민
Fanfictionᴄᴏᴍᴘʟᴇᴛᴀᴛᴀ Dove Jimin è un gitano e Jungkook lavora come costruttore in un'azienda; (In revisione per eventuali errori) ᴋᴏᴏᴋᴍɪɴ //ᴊɪᴋᴏᴏᴋ ᴏᴍᴏsᴇssᴜᴀʟᴇ ᴅʀᴀᴍᴀ *ᴅɪsᴛᴜʀʙᴏ ʙᴏʀᴅᴇʀʟɪɴᴇ sʜɪᴘ sᴇᴄᴏɴᴅᴀʀɪᴀ: ᴛᴀᴇɢɪ