«Buona fortuna, Minnie» disse Jungkook quando arrivò vicino al biondo con le mani in tasca.
Qualche giorno prima, i due si erano recati in un negozio di tattoos dove Jungkook fece incidere sul suo braccio destro una frase ⟨rather be dead than cool ⟩ mentre Jimin un piccolo sole stilizzato su una spalla.
Adesso, invece, si trovavano in piazza per un nuovo spettacolo di flamenco ma il maggiore era arrivato a pochissimo dall'inizio e questa cosa non piacque al gitano soprattutto quando notò uno sgradevole particolare.
«Hai bevuto, Jungkook? Perché stai arrivando adesso?» chiese seriamente.
L'alito aspro e forte del contrario aveva colpito l'olfatto del minore con una sola apertura di bocca.
«Sai perfettamente che la mia dipendenza non sarebbe sparita così in fretta, non puoi recriminarmi nulla» contestò freddamente trasmettendo inquietudine al biondo «Adesso sono qui. Questo è l'importante»
«Sarà meglio che tu prenda posto, sta per iniziare»
«Davvero ti stai arrabbiando per questo?» Jungkook accalappiò il suo polso con le dita.
«Tu non capisci» sussurrò con lo sguardo a terra.
«Cosa non capisco?»
«Che io volevo passare più tempo con te prima di ballare! Se solo tu fossi arrivato prima, avremmo potuto farlo...»
«Ma ci sarà tempo dopo»
«Vai a sederti, devo iniziare» sospirò intristito.
Jimin gli diede le spalle per guardare direttamente al palchetto in legno, in cui si sarebbe dovuto esibire, per cercare di reprimere la sua smisurata voglia di piangere a dirotto.
«Sapevi a cosa saresti andato incontro quando hai accettato di rimanere al fianco di uno come me. Non puoi biasimarmi»
«Ma non avevo messo in conto l'innamorarmi di te» ammise Jimin dopo qualche secondo ma quando si voltò per ricevere una possibile reazione, Jungkook era già seduto vicino a Yoongi.
Inghiottì brutalmente il suo nodo in gola e si maledì mentalmente per quella confessione fatta al vento lieve e fresco di quella sera.
Jungkook, d'altro canto, iniziava a sentirsi incomodo e infastidito da quella moltitudine di persone che sedevano attorno a lui. Tutti parlavano, ridevano e aspettavano con ansia la performance e questo non faceva che aumentare la sua confusione mentale e il suo malessere, destinati a peggiorare purtroppo.
«Ti senti bene, Kook?» domandò Yoongi constatando i suoi movimenti bizzarri.
«Si, sto bene»
Ma in realtà non lo stava per niente. La piccola discussione avuta con Jimin e quella miriade di occhi puntati sul fisico di quest'ultimo, lo stavano torturando internamente.
Fissò poi quel gitano aggraziato che danzava su quel palco con sensualità e fermezza attirando l'attenzione di tutti i presenti completamente su di sé.
Il suo sguardo si accigliò e la sua mascella si serrò con forza quando, insieme agli altri, si aggiunse la presenza di Duncan.
Odiò quell'arrivo, non poi così inaspettato, e quell'espressione visiva che rivolgeva al ballerino di flamenco.
«Figlio di una puttana bastarda» Jungkook digrignò ferocemente i suoi denti e poi si mise in piedi.
«Dove cazzo vai?» intervenne Yoongi.
«Fatti i cazzi tuoi, Yoon!» sbottò attirando alcuni sguardi curiosi delle persone vicine.
«Fermati!» urlò il grigio ma il più grande in preda alla furia era già troppo vicino a Duncan.
«Ti ho detto mille volte che devi stargli lontano, brutto bastardo!»
Jungkook sferrò il primo pugno.
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𝑮𝒊𝒕𝒂𝒏𝒐 | 국민
Fanfictionᴄᴏᴍᴘʟᴇᴛᴀᴛᴀ Dove Jimin è un gitano e Jungkook lavora come costruttore in un'azienda; (In revisione per eventuali errori) ᴋᴏᴏᴋᴍɪɴ //ᴊɪᴋᴏᴏᴋ ᴏᴍᴏsᴇssᴜᴀʟᴇ ᴅʀᴀᴍᴀ *ᴅɪsᴛᴜʀʙᴏ ʙᴏʀᴅᴇʀʟɪɴᴇ sʜɪᴘ sᴇᴄᴏɴᴅᴀʀɪᴀ: ᴛᴀᴇɢɪ