Jungkook era finalmente pronto per dare un taglio a quella parte infelice della sua vita che lo aveva sempre fatto stare male.
Dopo un paio di profondi respiri, il corvino bussò alla porta del suo superiore ed entrò per affrontarlo una volta per tutte.
«Jeon, che ti porta qui? Sono un po' occupato se non lo vedi» disse sorridendo sarcastico.
«Non mi importa un cazzo se sei occupato o no. Mi licenzio da questo posto di merda» sbottò arrabbiato.
«Stai sputando nel piatto in cui hai mangiato per anni, Jungkookie?»
«Si, ci sto sputando una e più volte. Mi fate schifo. Voi e soprattutto tu avete reso la mia vita un inferno. Avete raso al suolo la mia casa e la mia famiglia, mi hai reso un mostro. Hai sempre cercato di manipolare la mia mente ma adesso non più, Hoseok. Basta. Continua con la tua cazzo di azienda, io non ci starò più qui»
«Sei solo un debole di merda. Non è mica colpa mia se la tua famiglia era povera e inutile ma... Come te d'altronde» Hoseok si alzò in piedi per avvicinarsi a Jungkook con un sorrisetto malevolo in volto «Ho scoperto che hai un disturbo psicologico proprio ieri da alcune mie fonti» ridacchiò «Ti avrei licenziato a prescindere perché i malati mentali qui non possono lavorare, caro... Sapevo che avevi qualcosa. Il solo fatto di innamorarsi di uno sporco gitano dice tutto!» sogghignò.
Forse Hoseok non sapeva realmente cosa comportasse quel disturbo, soprattutto quando vide il corvino stringere la mani attorno al suo collo.
Non aveva mai visto Jungkook in quello stato così feroce, come un leone in gabbia con una voglia matta di uscire. I suoi occhi scuri e vuoti, come un oblio, facevano paura e quelle mani possenti non erano da meno.
«J-Jeon...»
«Jeon un cazzo. Ecco cosa succede a chi provoca un malato mentale» sorrise impavido e continuò a stringere la presa «Vorrei stritolare il tuo collo ma non marcirò in galera per colpa tua» ringhiò.
«T-Ti denuncio-o»
«Non puoi, bastardo perché io so uno dei più grandi segreti di quest'azienda di merda e se mi denunci io parlo e tu finirai peggio di me» Jungkook liberò il suo collo ma prima di lasciarlo definitivamente colpì la sua guancia ben due volte provocandogli un taglio «Ringrazia che mi sono fermato perché te l'avrei spaccata quella faccia di cazzo. Il mio disturbo psicologico comporta anche questo, maggiore violenza»
«Vattene e non tornare mai più, figlio di puttana» tossì il suo ormai ex superiore.
«Grazie per il complimento! A mai più!»
Jungkook fece sbattere la porta dell'ufficio provocando un'enorme boato. Successivamente corse fuori, allontanandosi sempre di più da quella maledetta struttura, per dirigersi in un luogo più isolato.
Bolliva di rabbia, pura rabbia dentro quel suo sé così confuso e in un attacco d'ira ancora più forte ed intenso, distrusse il finestrino di un'auto vicino a lui. Poi riprese a correre in modo più veloce fino ad lasciarsi cadere contro una parete. Accasciatosi sull'asfalto, la sua potente rabbia era scomparsa d'improvviso per lasciare spazio alla tristezza e ad un pianto disperato.
Con le mani tremanti, di cui una insanguinata e scheggiata per via dello schianto con il vetro, decise di prendere il suo telefono e chiamare la sua ancora di salvezza.
«Pronto?»
«Minnie...» singhiozzò «Ho bisogno di t-te»
«Jungkookie dimmi dove sei che ti raggiungo»
«Ti mando una foto p-perché non so dove mi t-trovo...»
«Si, fallo in fretta»
Jungkook inviò la foto e Jimin senza perdere nemmeno minuto, uscì di casa.

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𝑮𝒊𝒕𝒂𝒏𝒐 | 국민
Fanfictionᴄᴏᴍᴘʟᴇᴛᴀᴛᴀ Dove Jimin è un gitano e Jungkook lavora come costruttore in un'azienda; (In revisione per eventuali errori) ᴋᴏᴏᴋᴍɪɴ //ᴊɪᴋᴏᴏᴋ ᴏᴍᴏsᴇssᴜᴀʟᴇ ᴅʀᴀᴍᴀ *ᴅɪsᴛᴜʀʙᴏ ʙᴏʀᴅᴇʀʟɪɴᴇ sʜɪᴘ sᴇᴄᴏɴᴅᴀʀɪᴀ: ᴛᴀᴇɢɪ