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Il giorno del matrimonio era finalmente arrivato e tutto era già pronto per accogliere i due sposi ma mancava ancora circa un'altra oretta affinché la celebrazione potesse avere il suo tanto atteso inizio.

Jimin, dopo aver controllato che tutto fosse apposto giù in spiaggia, rientrò nella sua stanza per sistemare il suo abbigliamento che consisteva in una camicetta bianca legata al collo con un morbido fiocco e una giacca colma di luccichii che avrebbe usato per la sera.

Successivamente, si posizionò difronte lo specchio per completare quell'opera d'arte. Mise alcuni anelli sulle sue dita, un bracciale al polso e poi si diede un paio di spruzzi del suo profumo preferito. Tolse gli occhiali e per dare un po' di tono al suo volto spento, collocò un leggero filo di trucco.

«Pronto...» sussurrò a se stesso riferendosi più che altro al fatto che avrebbe visto Jungkook dopo quelle due settimane passate in totale silenzio e non al suo outfit per la giornata.

Prima di scendere per andarsi a sedere già nella sua postazione da testimone, Jimin decise di passare in camera di Taehyung per tranquillizzarlo perché ormai lo sapeva, lo conosceva da una vita, che il suo migliore amico era un tipo molto ansioso.

Ma appena scese le scale, il minore si imbatté all'istante con le figure di Yoongi e Jungkook che sembravano parlare con serenità. Gli ultimi due gradini li sorpassò a fatica e con il capo chino. Non poteva, non riusciva a guardarlo perché altrimenti avrebbe pianto e non era il momento di farlo.

I due amici istintivamente si voltarono a fissare la persona che aveva appena sceso le scale e quando Jungkook vide Jimin sembrò illuminarsi di colpo.

Era stupendo.
Non aveva parole per poter descrivere quello che provava in quel preciso istante per il più piccolo.

«A-Auguri, Yoongi» disse Jimin sotto voce con un piccolo sorriso.

«Grazie, Jiminie. Vai da Taehyung che ti aspetta» ridacchiò.

Il gitano annuì solamente e lentamente, si incamminò verso una stanza. Sembrava stesse entrando in quella di Taehyung ma invece no, fece ingresso in bagno e chiuse la porta. Si lasciò scivolare contro la parete fino a sedersi sul pavimento e lì, diede sfogo a un altro dei suoi pianti di tristezza infinita.

Jungkook, che lo aveva seguito senza farsi notare, si accorse di quel suo cambio di rotta. Posò i palmi delle sue mani contro il pannello in legno della porta e poi avvicinò il suo orecchio percependo così quegli struggenti lamenti che spezzavano il suo cuore in tanti piccoli pezzettini.

I suoi occhi diventarono vitrei e le sue mani si chiusero a pugno per l'impotenza che provava.

«P-Perdonami...» bisbigliò il maggiore con la sua fronte poggiata contro porta «Perdonami»













» bisbigliò il maggiore con la sua fronte poggiata contro porta «Perdonami»

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