La scena che si prestava dinanzi lo sguardo ferito di Jimin, a quest'ultimo parve raccapricciante quasi da voltastomaco.
Il pensiero che Jungkook stesse toccando quello sconosciuto nello stesso modo in cui lo aveva fatto con lui la sera prima, gli provocava il voltastomaco.
Il maggiore si trovava ormai senza maglia mentre il ragazzo biondo, con indosso solo l'intimo, si era seduto sulle sue gambe a cavalcioni dove iniziò a muoversi in modo dissoluto, lascivo accompagnato da piccoli e acuti gemiti.
Jimin occultò la sua bocca con il palmo della mano e pianse silenziosamente cercando di non farsi scoprire.
Si sentiva soffocare come se avesse qualcosa di molto stretto intorno al collo e poi quel malessere interiore, quella voglia di rigurgitare anche la sua stessa anima non lo lasciava in pace, lo tormentava come il ricordo delle grandi mani di Jungkook che sfioravano la sua pelle e che adesso palpeggiavano tutto quel corpo.
Lo sconosciuto fece distendere Jungkook per sedersi ed iniziare a saltellare provocatoriamente sulla sua intimità. Jimin chiuse i suoi occhi e tappò le sue orecchie per non continuare a farsi quel male ma la curiosità lo vinceva, era più forte di lui.
Il suo udito captò dei piccoli suoni viscidi e salivali. Spalancò lo sguardo e vide quei due mangiarsi la bocca a vicenda in modo volgare. Dovette mordere quasi a sangue il suo labbro per reprimere i suoi singhiozzi, la sua profonda delusione.
«Vai via» comunicò Jungkook d'improvviso «Vai via adesso» ripeté freddo.
«Aish, che scorbutico sei!» ridacchiò quello che incominciò a vestirsi subito dopo «Hai di meglio da fare che scopare con me?» chiese mentre osservava il più grande prendere una lattina di birra dal frigo.
«Si, in questo momento preferisco la mia cazzo di lattina che te»
«Così mi offendi! Ma tranquillo, un posto nel mio culo per il tuo cazzo ci sarà sempre» specificò senza alcun ritengo e schiacciandogli un occhio.
«Vai a farti fottere da qualcun altro»
«Con piacere» e dopo aver detto questo, il ragazzo se ne andò.
Jungkook rimase con la sua lattina di birra fra le mani, ne bevve un altro sorso e la posò. Dopo qualche secondo si abbassò fino al pavimento e infilò il suo braccio sotto il letto.
«Non toccarmi» si udì di punto in bianco.
«Esci da lì»
«Non devi toccarmi, allontanati»
Jungkook si allontanò per sedersi sul pavimento ai piedi dell'altro letto. Jimin uscì dal suo nascondiglio, con il cuore ferito e gli occhi bassi mascherati dai suoi occhiali, accomodandosi dalla parte opposta in posizione fetale.
«Che ci fai qui? Perché sei entrato?» domandò il maggiore.
«Avevo b-bisogno dei miei occhiali» sussurrò con poca voce.
«Scusa...»
«Per ieri notte o per quello che ho visto adesso?» chiese tra le lacrime.
«I-Io...»
«Tu non s-stai bene, Jungkook. Hai utilizzato Yoongi come escamotage, mi hai fatto ubriacare, hai cercato di prendermi incosciente e adesso... Ti ritrovo con un altro come se non fosse successo nulla»
«Non ero in me ieri notte, perdonami»
«Tu non sei mai in te a quanto pare»
«Tu mi rifiuti ed io...»
«Ed io cosa? Io non ti ho mai rifiutato! Ti ho spiegato tante volte quanto per me siano importanti l'amore, il primo bacio e tutto il resto ma tu non mi ascolti mai. Non posso lasciarmi andare a te perché non voglio soffrire. Tu stesso mi hai detto qualche tempo fa che avresti dovuto allontanarti, che non volevi ferirmi e invece, che hai fatto? Tutto il contrario...»
«È vero ma non ci sono riuscito. So che non sto bene» anche il volto del corvino venne circondato da una moltitudine di lacrime «Io non volevo abusare di te ma ti desideravo così tanto in quel momento, la tua immagine continuava a ripetersi nella mia mente... Ho cominciato a bere e a bere e ho agito ma non ero in me. Perdonami...»
«Perchè eri con q-quello?»
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𝑮𝒊𝒕𝒂𝒏𝒐 | 국민
Fanfictionᴄᴏᴍᴘʟᴇᴛᴀᴛᴀ Dove Jimin è un gitano e Jungkook lavora come costruttore in un'azienda; (In revisione per eventuali errori) ᴋᴏᴏᴋᴍɪɴ //ᴊɪᴋᴏᴏᴋ ᴏᴍᴏsᴇssᴜᴀʟᴇ ᴅʀᴀᴍᴀ *ᴅɪsᴛᴜʀʙᴏ ʙᴏʀᴅᴇʀʟɪɴᴇ sʜɪᴘ sᴇᴄᴏɴᴅᴀʀɪᴀ: ᴛᴀᴇɢɪ