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Jimin arrivò al bar, a cui gli avevano dato appuntamento, in perfetto orario.

"Jiminie ci vediamo verso le 8 al bar grande, quello vicino casa. Devo parlarti, a dopo"
-Yoongi.

Il minore appena lesse il bigliettino, poggiato sul comodino della sua stanza, non ci pensò due volte ad accettare. Si precipitò a lavarsi e vestirsi con abiti comodi poi salutò i suoi genitori e uscì di casa. Sapeva che l'argomento da trattare con Yoongi sarebbe stato quello chiamato "Jeon Jungkook" ma, nonostante i suoi comportamenti strani, voleva sapere e parlare di lui.

Entrò con assoluta serenità all'interno del bar e si sedette sullo sgabello del bancone, aspettando a braccia conserte l'arrivo imminente del grigio.

Nel frattempo, un uomo di una quarantina d'anni circa, da dietro il bancone, si diresse verso il biondo. Fra le sue mani teneva uno panno bianco con cui stava pulendo un paio di bicchieri.

«Salve ragazzo. Come posso aiutarla?» chiese l'adulto con un sorriso.

«Salve... Ehm, i-io... Conosce il signor Min Yoongi?»

«Ah, si! Lei deve essere Park Jimin, non è così?» il menzionato annuì leggermente imbarazzato dalla situazione «È venuto poca fa e mi ha detto che avrebbe ritardato per un impegno. Inoltre mi ha chiesto di prepararle, nel frattempo in cui lo aspetta, una delle nostra specialità. Una bevanda al gusto di fragola»

«Uhm, va bene» accettò insicuro.

Jimin morse il suo labbro con nervosismo e guardò l'entrata, ancora di Yoongi nessuna traccia. La sua gamba iniziò a tremare soprattutto quando vide arrivare la specialità della casa davanti ai suoi occhi, un liquido rosso chiaro con cubetti di ghiaccio giaceva all'interno di quel bicchiere di vetro.

Un miscuglio di rum, gin, vodka e sciroppo alla fragola come sostituzione alla tequila per abbassare di poco il grado alcolico del cosiddetto cocktail "invisibile alla fragola", una bomba pura.

«Ecco a lei, spero le piaccia!» sorrise il barman che in seguito continuò con le sue faccende.

Jimin scrutò con particolare attenzione il contenuto della coppa che afferrò con la sua mano destra, un leggero profumo di fragole si insinuò immediatamente fra il suo sensibile olfatto che lo indusse a berne un primo sorso e dopo un secondo, poi decise di posarlo.

Quella forte e piccante miscela di liquori si diffuse ben presto per tutto il corpo del minore fino ad arrivare al suo sistema nervoso, colpendo la sua lucidità e il suo autocontrollo.

Non era abituato a bere e quel cocktail intricato era decisamente troppo alcolico per lui, malgrado fossero stati assunti solamente pochi sorsi.

«N-Non era c-così male...» ridacchiò il biondo toccando più volte la sua fronte accaldata «B-Buono, B-Buono...» farfugliò.

«Ecco, è arrivato il signor Min!» annunciò il barman osservando la persona appena entrata nel locale.

«M-Min, M-Min» balbettò Jimin cercando di mettere a fuoco la sua vista su quell'uomo dai capelli corvini «M-Min...»

«Si, sono io» il suo tono di voce era tosco e il suo alito era uguale ed identico a quello di Jimin in quel momento, puro alcool «Andiamo, Minnie» il menzionato si sentì trascinare via da quel luogo per finire poi in un altro.

«M-Minnie?» ghignò il minore intento, con la sua mente in subbuglio, ad associare quel nomigliolo ad un qualcuno.

Ma solo una persona gli aveva
assegnato quel diminutivo.

Jungkook.

𝑮𝒊𝒕𝒂𝒏𝒐 | 국민Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora