«Kook stai bene?» domandò Yoongi quando trovò Jungkook seduto al tavolo del soggiorno con una tazza fra le mani, deducendo stesse facendo colazione.
«Si perché?»
«So che ti sei ubriacato un'altra volta e ancora ricordo come sei uscito dall'ufficio di Jung... Sicuro di star bene?» il sangue di Jungkook si gelò al ricordare quel momento dentro quella stanza e poi la sera con Jimin.
«Si, sto bene» ripeté bevendo un sorso dalla sua tazza.
«Pensavo che una volta venuti qui, il problema che hai con l'alcool sarebbe potuto finalmente sparire ma noto che non è così» disse affranto.
«Io non ho un problema con l'alcool» sentenziò acidamente.
«Non ti incazzare, Kook. Lo dico perché voglio solamente il tuo bene e non il tuo male come molti! Non lo ammetti ma hai un problema, una dipendenza. Quante volte a Seul ti ho trovato ubriaco con birra e liquori vari fra le mani a devastarti con quelli che tu una volta definivi "amici"? Ti conosco da tempo e so che c'è qualcosa che non va quindi non prendertela con chi cerca di mostrarti il bene che ti vuole»
«Ma io non ho un problema o una dipendenza. Mi piace solamente bere come la maggior parte delle persone» rispose tranquillo.
«Di quello che ho detto ti concentri solo in questo? Va bene, Jungkook. Andiamo benissimo davvero!» sbottò il grigio uscendo dal soggiorno totalmente arrabbiato.
Il corvino serrò la sua mascella con forza e le sue mani si cinsero attorno alla tazza, anche lui come Yoongi era arrabbiato. La cosa che più odiava era discutere proprio con lui, non sopportava il clima che mantenevano in quei giorni.
«Entri in punta di piedi, eh» ironizzò Jungkook quando percepì piccoli passi alle sue spalle «Mi stai evitando? Davvero così paura ti ho fatto quella sera?» chiese sapendo già chi fosse.
Jimin prese una tazza, latte e cereali dalla dispensa e si sedette difronte a lui, guardandolo con un sorriso lieve.
«Ti ho fatto ben due domande, Jiminie» segnalò con le sue dita.
«Non ti sto evitando. Non mi hai fatto paura» contestò preparando la sua colazione.
«Allora perché sei scappato quella sera? Perché sei entrato in punta di piedi? Hai per caso origliato la mia conversazione con Yoongi?» indagò seriamente.
«Non sono scappato. Non sono entrato in punta di piedi e no, non ho sentito la tua conversazione. Mi sono svegliato qualche minuto fa»
«Farò finta di crederti» mosse la sua bocca con fastidio e continuò a bere il suo thè. Jimin annuì e dopo un momento di silenzio decise di parlare.
«Stai bene?» domandò con un tono basso e preoccupato.
«Odio tanto questa domanda. La mia cazzo di espressione ha qualcosa che non va? Sto bene, sto una meraviglia non ti sembra?»
«No, non mi sembra...» sussurrò «Vuoi qualcos'altro da mangiare? Posso darti dei biscotti o farti dei toast con il cioccolato, che ne dici?» Jimin cercò di cambiare argomento e di allentare la tensione del più grande.
«Davvero se ti chiedessi di farmi un toast, tu lo faresti?»
«Ovvio e poi ne voglio uno anch'io!» sorrise in grande e si recò nuovamente in dispensa per prendere l'occorrente. Un coltello, fette di pane, cioccolata e il tostapane.
«Avete proprio tutto voi»
«Non siamo così all'antica! A miei genitori, ai miei zii e ai miei nonni piace tanto la cucina e ogni tanto comprano qualche strumento nuovo, aggiornandosi così di passo. Fanno pasta, pane e tanto altro qui in casa»
«Interessante... Voi tutti quindi di cosa lavorate?»
«Mio padre e mio zio per esempio lavorano al mercato ortofrutticolo, mia madre fa la sarta insieme alle altre ed il resto si dedica alla pesca e all'affitto delle case. Mentre io e Taehyung, essendo ancora minorenni, ci limitiamo alla danza. Molte volte ci esibiamo in piazza e raccogliamo qualche soldo che mettiamo da parte» spiegò dando a Jungkook il toast già pronto «E tu non mi racconti nulla? Solo io sto rivelando i miei segreti, non è giusto!» mostrò un piccolo broncio.
«Che vuoi sapere? Non c'è nulla di interessante nella mia vita oltre al lavoro e all'aver lasciato la mia terra per questo»
«Non eri felice di venire qui?»
«Da un lato si perchè volevo cambiare aria e vedere posti nuovi, dall'altro no perché avevo le mie abitudini, i miei passatempi. Devo ancora abituarmi a questo luogo» diede un morso alle sue fette di pane tostate.
«Beh, penso sia normale. Da un giorno all'altro ti ritrovi catapultato in un'altra città, dall'altra parte del mondo, non sarà facile ma spero ti piaccia stare qui. È un luogo tranquillo e molto accogliente»
«Adatto a dei vecchietti in poche parole!» scherzò e il biondo rise.
«Parlando di vecchietti, ecco lì che arriva le mie nonnina preferita! Nonnina come stai oggi?» Jimin lasciò il suo toast sul tavolo e andò a salutarla, dandole il buongiorno con un tenero abbraccio.
«Bene, tesoro mio» rispose l'anziana dalla lunga treccia di capelli bianchi e dal fisico basso e paffuto «Buongiorno, ragazzo!» salutò anche il corvino poggiandogli la mano sulla spalla.
«Salve, signora» sorrise brevemente.
«Tesoro della nonna, puoi portarmi la mia "super pillola mattiniera"?» chiese sedendosi sulla sedia a fianco a Jungkook.
«Super pillola mattiniera?» pensò ad alta voce quest'ultimo.
«Si, la chiamo così perché è quella che mi sveglia ogni santa mattina!» ridacchiò con dolcezza e l'altro ricambiò nella stessa maniera.
«Tieni, nonnina» il minore gli porse il bicchiere d'acqua e la pillola e in seguito lasciò un bacio sulla sua guancia «Devi essere in forze per stasera»
«Cosa c'è stasera?» si intromise il più alto.
«Io e Taehyung faremo un'esibizione di flamenco, tu e Yoongi potete anche venire!» sorrise al dirlo.
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𝑮𝒊𝒕𝒂𝒏𝒐 | 국민
Fanfictionᴄᴏᴍᴘʟᴇᴛᴀᴛᴀ Dove Jimin è un gitano e Jungkook lavora come costruttore in un'azienda; (In revisione per eventuali errori) ᴋᴏᴏᴋᴍɪɴ //ᴊɪᴋᴏᴏᴋ ᴏᴍᴏsᴇssᴜᴀʟᴇ ᴅʀᴀᴍᴀ *ᴅɪsᴛᴜʀʙᴏ ʙᴏʀᴅᴇʀʟɪɴᴇ sʜɪᴘ sᴇᴄᴏɴᴅᴀʀɪᴀ: ᴛᴀᴇɢɪ