Mancavano esattamente 24 ore al compleanno del gitano e i due si trovavano già all'aereoporto aspettando la chiamata per il volo.
L'ansia di Jimin era palpabile mentre fissiva quell'aereo gigante al di là della vetrata, e la sua gamba tremante ne era la dimostrazione.
Jungkook lo notò e rise intenerito tanto che lo abbracciò con l'intento di calmarlo e di trasmettergli sicurezza.
«Ehi, non aver paura» sussurrò il maggiore lasciando un bacio sulla sua fronte.
«Tu sei abituato! Questa è la prima volta per me ed è normale l'ansia! Stiamo sempre parlando di un aggeggio che vola in aria tra le nuvole che potrebbe precipitare in qualsiasi momento e scontrarsi con una montagna o peggio ancora fare un grande tuffo in mare. È normale l'ansia o la paura non trovi?» spiegò velocemente. Jungkook prese il suo volto fra le mani e carezzò le sue guance.
«Abbi fiducia, amore. Ci sarò io al tuo fianco e non accadrà nulla di tutto quello che sta pensando la tua testolina adesso. Sarò un viaggio per riposare, per festeggiare il tuo compleanno e il nostro amore. Il luogo che ho scelto è stupendo e so che ti piace tanto» insinuò con un meraviglioso sorriso e Jimin sembrò per un momento riprendersi.
«È quello che penso io, Kook?» domandò con occhi brillanti e sbarrati.
«Cos'è che pensi?» ridacchiò.
«È-È-»
«Passeggeri volo Malaga - New York, uscita 2» chiamò una voce meccanica dell'aeroporto per il controllo dei biglietti.
«Siamo noi, Minnie! Andiamo!» il corvino si alzò in piedi e afferrò la mano del gitano mentre con l'altra trascinava la valigia.
«Kook stai scherzando? È uno scherzo, vero?» Jimin, tuttavia, era incredulo sulla destinazione.
«No, non è uno scherzo. Festeggeremo il tuo compleanno a New York!» rispose quando si misero in fila per il controllo.
«Cazzo, ti amo. Grazie!» Jimin si afferrò delicatamente al suo collo e con discrezione lo baciò sulla bocca.
«Solo per questo mi ami?» chiese il corvino mostrando un tenero labbruccio.
«No, stupidino! Per tanto tanto altro e tu lo sai...» farfugliò dolcemente.
«Lo so, lo so»
Entrambi intrecciarono nuovamente le dita insieme e avanzarono finché non fu il loro turno. L'hostess verificò il tutto e li lasciò passare ma arrivati difronte l'aereo Jimin ebbe dei ripensamenti.
«No, Kook ho paura!» disse con il labbro fra i denti per il nervosismo.
«Amore guardami» sentenziò riafferrando il viso in panico del minore «Devi stare tranquillo. Non succederà nulla, te lo prometto. Respira e tieni stretta la mia mano, non succederà nulla»
Il gitano respirò più volte riuscendo finalmente a calmarsi e strinse con più forza la mano del suo compagno.
«Non allontanarti da me. Non lasciarmi da solo, va bene?» disse timoroso.
«Questo mai, tranquillo. Ora saliamo, ci sediamo e guardiamo un film, che ne dici?» propose con un sorriso e l'altro annuì.
Finalmente i due riuscirono a salire all'interno dell'aereo. Jungkook sistemò il bagaglio in alto si sedili e successivamente si sedette a fianco del più piccolo che non aspettò neanche un secondo per riavere la sua mano stretta alla propria.
«Che film vuoi vedere?» domandò poggiando la testa del gitano sulla sua spalla ma al non ricevere una risposta, lo guardò trovandolo con gli occhi fermamente chiusi «Non stiamo partendo per la guerra, Minnie!»
«Lo so ma voglio restare così» contestò in un piccolo sussurro.
«D'accordo e se vuoi riposati un po'. Veglierò io su di te» baciò un'altra volta la fronte del più piccolo che annuì serenamente.
«T-Ti amo»
«Anch'io, tanto...»
Jungkook restò a fissarlo incantato per tutto il volo. Pensando a quanto fosse meraviglioso ed etereo sotto tutti i punti di vista. Pensando alla proposta, all'anello, al matrimonio e al "si" che sperava arrivasse con tutto se stesso.
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𝑮𝒊𝒕𝒂𝒏𝒐 | 국민
Fanficᴄᴏᴍᴘʟᴇᴛᴀᴛᴀ Dove Jimin è un gitano e Jungkook lavora come costruttore in un'azienda; (In revisione per eventuali errori) ᴋᴏᴏᴋᴍɪɴ //ᴊɪᴋᴏᴏᴋ ᴏᴍᴏsᴇssᴜᴀʟᴇ ᴅʀᴀᴍᴀ *ᴅɪsᴛᴜʀʙᴏ ʙᴏʀᴅᴇʀʟɪɴᴇ sʜɪᴘ sᴇᴄᴏɴᴅᴀʀɪᴀ: ᴛᴀᴇɢɪ