«Cominciamo bene...» sospirò Jungkook quando appoggiò la sua schiena ad una muraglia della piazza insieme a Yoongi, aspettando impazienti l'esibizione.
«Perchè dici questo? Che ti affligge, Kook?» chiese il grigio a braccia incrociate.
«Nulla, Yoon. Ci sono tante persone e non credo che vedremo qualcosa da qui» rispetto al piccolo palchetto, i due erano messi decisamente distanti.
Non erano arrivati insieme alla famiglia di gitani perché erano usciti tardi dalla sede dell'azienda, e per questo si posizionarono lì ma la gente iniziò ad arrivare, la visuale era coperta dalle loro diverse altezze e l'idea di rimanere in quel medesimo punto per tutta la serata non piacque particolarmente al maggiore.
«Dici di andare più avanti?»
«Si, proviamo a passare fra questa gente» sentenziò il corvino iniziando a farsi strada fra le persone insieme al più basso, arrivando a mettersi quasi vicino al palchetto dove notarono anche le famiglie gitane dei ballerini seduti in prima fila. Namjoon li salutò con la mano e gli fece segno di approssimarsi verso di loro, cosa che fecero.
«Buonasera!» salutarono Jungkook e Yoongi.
«Ciao! Vi ho fatto segno di venire qui perché ci sono due posti ancora liberi accanto a noi. Potete sedervi se volete» sorrise il gitano.
«Si, certo. Grazie, Namjoon!» ringraziò il grigio mentre l'altro si limitava a sorridere e a guardare accanto a chi sarebbe finito. La signora Malia, nonna di Jimin, aveva due postazioni libere a fianco che i due raggiunsero.
«Buonasera, signora» Jungkook porse i suoi saluti alla donna che all'istante si voltò nella sua direzione con un sorriso.
«Salve, ragazzi. Che bello che siate venuti a vedere i miei nipotini danzare» sorrise con pura adorazione e amore.
Mentre Yoongi rispondeva all'anziana, Jungkook perse il suo sguardo fra la moltitudine di persone presenti e sulla piazza in sé. Per pura casualità riuscì ad intravedere anche la figura di Jimin vicino ad un altro ragazzo e sembravano parlare in un modo molto animato e giocoso, a pochi centimetri stava, invece, Taehyung con un cellulare fra le mani che fissava molto concentrato.
Jungkook dovette ammettere che Jimin era decisamente attraente con quegli abiti di scena così eleganti e succinti. Indossava inoltre le solite scarpette di pelle nera per il flamenco e il suo ciuffo biondo si notava fermo dal muoversi per il gel trasparente appena applicato.
L'unico particolare non carino, era proprio quel ragazzo vicino a lui.
«Jungkook!» chiamò Yoongi per l'ennesima volta e a causa della quale sembrò svegliarsi.
«Eh? Cosa? Mi chiamavi?»
«Si, ti ho richiamato 30 volte! Che stai guardando? Neanche è iniziato lo spettacolo!» sbottò il grigio.
«Boh, mi guardavo un po' intorno e ho intravisto Jimin con un ragazzo e Taehyung» rispose con aria lievemente irritata.
«Taehyung era anche lui con qualche ragazzo?»
«No, solo Jimin...» contestò continuando a guardare nella direzione del menzionato «Purtroppo...»
«Cosa hai detto? Non ti ho capito»
«No, nulla...»
«Hai sempre odiato che la cosa su cui posi i tuoi occhi venga poi guardata o toccata da altri» disse dal nulla il più basso.
«E questo che c'entra, Yoon? Adesso sono io a non capirti»
«Lo dico solo per farti un promemoria, nulla di più, Kook» affermò con un sorriso gigante.
«Non riesco ad evitarlo...»
«Che cosa non riesci ad evitare?»
«Non riesco ad evitare che i miei occhi si posino in lui, mi viene naturale» ammise mentre giocherellava con il suo anello al dito indice «Non riesco ad evitarlo⟩
«Beh, penso sia anche normale. È incantevole nonostante sia gitano...»
Jungkook smise di ascoltare Yoongi e fissò ogni movimento di quel ragazzo vicino a Jimin e con fastidio notò come quello tentava di toccarlo in ogni momento come se, se ne stesse approfittando della situazione, ponendogli una mano sulla spalla, sul braccio e addirittura sulla guancia.
Sembrava che quello spettacolo non volesse mai iniziare, sembrava che quei due non volessero mai smettere di parlare e ridere fra loro.
«Yoon ora torno, un momento» d'istinto il corvino decise di alzarsi per raggiungerlo e il grigio lo lasciò fare.
A passo deciso e con uno sguardo serio in volto, Jungkook arrivò difronte ai due intromettendosi e terminando quella conversazione.
«Oh, scusate! Potrei parlare un momento con Jimin? È una cosa molto importante e soprattutto privata» sorrise falsamente verso il ragazzo e Jimin lo fissò con preoccupazione.
«Duncan parliamo dopo, si?» quello annuì con fastidio e se n'è andò «Ti è successo qualcosa?» domandò rivolgendosi al maggiore.
«Non mi è successo nulla» rispose a braccia conserte.
«Uhm, ok... Cos'è la cosa molto importante di cui vuoi parlarmi?»
«Nessuna»
«Allora posso ritornare a parlare con Duncan!» sorrise e tentò di andarsene ma l'altro fermò il suo passo.
«No, no!»
«No, no cosa? Non ti sto capendo» disse con totale confusione.
«Ti volevo... Ti volevo chiedere a che ora iniziava la vostra esibizione»
«Mancano 5 minuti esatti... Posso andare?»
«No! Chi è Duncan?»
«Un mio amico»
«Capisco»
«Allora io vado»
«Ma perché tutta questa fretta? Non ti rallegra vedermi qui insieme a Yoon e alla tua famiglia? Che tanta urgenza hai di parlare con quello?» sbottò irritato.
«Certo che mi rallegra vedervi qui e anche tanto ma hai detto di volermi dire una cosa importante e ancora non parli, mi hai anche interrotto»
«Ti stava dicendo qualcosa di importante?» fece un'espressione alquanto sarcastica.
«Cose da amici» Jungkook sollevò le sopracciglia e rise «Che volevi dirmi? Ho poco tempo»
La prima cosa che gli passò per la mente, Jungkook disse.
«Sei bellissimo stasera» ammise senza peli sulla lingua. Jimin aprì la sua bocca con stupore e non seppe reagire a quel complimento così spontaneo e sincero detto poi soprattutto da uno che diceva di non sopportarli e di vederli come una razza inferiore.
«Ehm-»
«Jiminie dobbiamo andare! È tutto pronto!» apparve Taehyung che lo trascinò con sé. Jungkook ridacchiò e ritornò al suo posto.
Jungkook è molto lunatico ma comprendetelo.
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𝑮𝒊𝒕𝒂𝒏𝒐 | 국민
Fanfictionᴄᴏᴍᴘʟᴇᴛᴀᴛᴀ Dove Jimin è un gitano e Jungkook lavora come costruttore in un'azienda; (In revisione per eventuali errori) ᴋᴏᴏᴋᴍɪɴ //ᴊɪᴋᴏᴏᴋ ᴏᴍᴏsᴇssᴜᴀʟᴇ ᴅʀᴀᴍᴀ *ᴅɪsᴛᴜʀʙᴏ ʙᴏʀᴅᴇʀʟɪɴᴇ sʜɪᴘ sᴇᴄᴏɴᴅᴀʀɪᴀ: ᴛᴀᴇɢɪ