Il risveglio di Jimin al mattino seguente fu improvviso quasi traumatico. La sua testa era dolorante e confusa e il suo stomaco totalmente sottosopra tanto che dovette correre in bagno perché un coniato di vomito lo colpì in pieno.
Il suo stomaco finalmente eliminò ogni traccia dell'alcolico bevuto, sentendosi più libero e meno oppresso. Asciugò la sua bocca e successivamente poggiò la nuca contro le parete per riprendersi ma alcuni flashback sfocati della sera prima giunsero a fare più caos all'interno della sua mente.
La bevanda alcolica, un uomo dai capelli neri che lo trascinava via, mani e baci ovunque sul suo corpo, entrambi sul letto, l'altro che si muoveva contro di lui, gemiti e tanto altro.
Erano immagine frammentate e sfocate che riuscirono a scuotere la sua quiete mentale e a smuovere le sue lacrime.
«N-No, non è p-possibile...»
Il suo pianto, i suoi singhiozzi aumentarono di colpo quando l'immagine dell'uomo divenne più nitida e reale.
Jungkook che lambiva e baciava il suo collo, le sue clavicole e il suo mento mentre fissava i suoi occhi con un'intensità oscura mai vista prima di quel momento.
«N-Non è possibile...»
Con timore e shock, si alzò dal pavimento e avvicinandosi allo specchio, guardò la zona del suo incavo trovandola adornata da vari segni rossicci, alcuni sembravano addirittura dei graffi.
Tentò poi di scorgere i suoi occhiali da qualche parte nella stanza ma non riuscì a trovarli, sentendosi più in ansia di prima.
I suoi pensieri terminarono nuovamente su Jungkook e sulla probabilità che li potesse avere lui. E quindi decise, nonostante la paura di un possibile rincontro, di recarsi in camera sua. Ma prima di uscire guardò il suo orologio appeso sulla parete e notando l'ora, pensò che quello potesse essere al lavoro.
Dopo un paio di minuti, Jimin arrivò in quella camera ed entrando non vide né il corvino né il grigio così colse il momento per cercare i suoi occhiali mentre il suo cuore batteva all'impazzata dal nervosismo.
In seguito, scovò i suoi occhiali sopra un comodino e poté finalmente metterli e vedere meglio di conseguenza.
Improvvisamente Jimin, intento ad uscire, ascoltò dei passi pesanti che si facevano sempre più vicini alla porta. La prima mossa che attuò fu nascondersi sotto uno dei due letti, aspettando con il cuore in gola l'entrata di quel qualcuno.
Fu Jungkook a fare il suo ingresso nella stanza e non da solo ma con una bella compagnia al suo fianco.
Un ragazzo biondo quasi della sua
stessa statura e conformazione.Jimin sperava che quel momento così orribile e cruciale finisse presto ed intanto sul suo viso fecero un'altra volta apparizione lacrime di sconforto, di tristezza infinita.
Non capiva Jungkook,
non capiva se stesso.Era tutto così confuso.
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𝑮𝒊𝒕𝒂𝒏𝒐 | 국민
Fanfictionᴄᴏᴍᴘʟᴇᴛᴀᴛᴀ Dove Jimin è un gitano e Jungkook lavora come costruttore in un'azienda; (In revisione per eventuali errori) ᴋᴏᴏᴋᴍɪɴ //ᴊɪᴋᴏᴏᴋ ᴏᴍᴏsᴇssᴜᴀʟᴇ ᴅʀᴀᴍᴀ *ᴅɪsᴛᴜʀʙᴏ ʙᴏʀᴅᴇʀʟɪɴᴇ sʜɪᴘ sᴇᴄᴏɴᴅᴀʀɪᴀ: ᴛᴀᴇɢɪ