«Perchè eri con q-quello?»
«Sono un fig-»
«Basta con questa storia! Non le sei o almeno, sei tu che vuoi esserlo. Dì la verità!»
«Sto cercando di toglierti dalla mia testa, di non pensarti più, va bene? Perché riesco a farti solo del male stando al tuo fianco e tu non lo meriti. Ma non serve a nulla comunque! Lo hai visto, no? Scelgo quelli che ti somigliano fisicamente...»
Un momento di silenzio che sembrava infinito passò e Jimin ricominciò a parlare.
«Vorrei perdonarti ma so che lo rifaresti perché dici una cosa ma ne fai un'altra, ti comporti in un modo e subito dopo in un altro. Non voglio soffrire, Jungkook e soprattutto per amore» strofinò il suo occhio destro e osservò l'altro.
«Io stesso non riesco a capirmi. Ho un caos dentro di me e non riesco mai a domarlo. Il mio passato, il lavoro, l'alcool, le brutte amicizie, il sesso e adesso tu. La rabbia, l'impulsività, il desiderio, la tristezza si mischiano e non capisco più niente. Il mio cervello va totalmente in tilt. Giuro che non volevo prendere la tua prima volta essendo non consenziente ma ero così arrabbiato con te che non ci ho visto più»
Jungkook si mosse al fianco di Jimin in modo che le loro spalle facessero contatto.
«Stammi lontano. Mi ha dato il voltastomaco vedere te con quello e pensare che hai fatto la stessa cosa con me. Non ricordo tutto ma mi appaiono alcune immagini... Purtroppo»
Il più grande con rammarico poggiò il capo sulla spalla del minore e accarezzò il suo braccio con le dita.
«Perdonami, ti prego»
«Sarà sempre così? Fai qualcosa, io ne rimango ferito e tu chiedi perdono? Non voglio che sia così, Jungkook»
«Neanch'io»
«Allora smettila di comportarti in questo modo! Cerca di regolarti perché fai male a te stesso e a chi ti sta intorno»
«Lo so, lo so... Ma non voglio che tu mi abbandoni» disse tristemente.
Jimin lo sapeva.
Non abbandonarlo, non lasciarlo da solo sarebbe stato un continuo soffrire per lui perché quel corvino non sarebbe cambiato così facilmente.
«Io non voglio abbandonarti ma ho anche paura per me stesso, capiscimi»
«È difficile stare vicino ad uno come me, lo so. Non voglio costringerti però ho così tanto bisogno della tua presenza vicino a me... Da un periodo a questa parte, mi sento instabile e privo di autocontrollo. Non so che mi prende»
Il cuore di Jimin si strinse maledettamente, stava soffrendo per i suoi comportamenti ma anche per vederlo in quello stato così abbattuto e sofferente.
«Resterò accanto a te ma ti prego una cosa. Un problema o altro che ti capita vieni da me, non andare a ricercare il sollievo nei tuoi vizi»
«Posso abbracciarti?»
«Si, puoi»
Così Jimin si lasciò accogliere dalle grandi braccia di Jungkook che lo avvolsero completamente ed evitò un altro pianto che minacciava di venire a galla.
Il maggiore aveva ormai un forte potere su di lui, lo rendeva sensibile e alla sua totale mercé.
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𝑮𝒊𝒕𝒂𝒏𝒐 | 국민
Fanfictionᴄᴏᴍᴘʟᴇᴛᴀᴛᴀ Dove Jimin è un gitano e Jungkook lavora come costruttore in un'azienda; (In revisione per eventuali errori) ᴋᴏᴏᴋᴍɪɴ //ᴊɪᴋᴏᴏᴋ ᴏᴍᴏsᴇssᴜᴀʟᴇ ᴅʀᴀᴍᴀ *ᴅɪsᴛᴜʀʙᴏ ʙᴏʀᴅᴇʀʟɪɴᴇ sʜɪᴘ sᴇᴄᴏɴᴅᴀʀɪᴀ: ᴛᴀᴇɢɪ