•Prologo•

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Piove, piove forte a Lipsia. È inizio gennaio, il freddo gela il parabrezza della mia GLA e mi impedisce di guardare bene fuori. I tergicristalli fanno un rumore fastidioso, l'aria condizionata al massimo non fa che peggiorare la situazione. Il cellulare inizia a squillare ma non gli do retta, sto guidando e non voglio fare guai. Appena arriverò a casa vedrò chi mi cercava e richiamerò.
Piove, piove forte a Lipsia. A volte grandina, a volte c'è la nebbia, qualche volta nevica ma quando piove esagera e sembra non avere mai fine. 
Arrivo a casa, parcheggio nel box auto e prendo il cellulare. Sbuffo, chi mi cercava? Il maltempo mi mette di cattivo umore, sono un meteoropatico cronico e il fatto di essere tedesco e di vivere in Germania non mi aiuta per niente. La cosa peggiore, poi, è che ho origini italiane, calabresi precisamente. Capite? Sole, mare, cielo limpido anche a Natale e io qui con la pioggia che mi martella nelle tempie da giorni.
Meglio che non ci penso, vado nel registro chiamate e vedo di chi è l'ultima chiamata persa: è del mio agente. Schiaccio il dito sull'icona della cornetta e chiamo.
"Diego, ma dove cazzo sei? Quando ti chiamo devi rispondermi subito, subito!" Urla talmente tanto che devo allontanare il cellulare dall'orecchio.
"Klas calma, stavo guidando non potevo rispondere. Sta piovendo talmente forte che non mi potevo distrarre" spiego, rimanendo calmo mentre sento il suo respiro sempre più esasperato.
"Accostavi e rispondevi, è una cosa urgente"
"Klas, ti avviso, se mi vuoi proporre di nuovo il Leverkusen ti dico già che sprechi il tuo tempo, in Germania solo il Lipsia" dico duro.
"Ma quale Leverkusen Diego, questa è un'opportunità grande, preparati. Indovina dove"
"Dove?"
"Indovina ho detto" mi mette agitazione e mi si secca la gola.
"Spagna?"
"No"
"Inghilterra?" La voce mi trema, sto iniziando ad essere più nervoso di lui.
"No" risponde.
"Italia?" Lo dico con un filo di voce, mi sembra impossibile.
"Sì Diego, sì! Chiama tuo padre, deve saperlo! Indovina in che squadra, per piacere Diego, devi indovinarlo"
"No Klas dimmelo tu, non voglio nemmeno pensarci"
"Pronto?"
"No" scuoto la testa nonostante lui non possa vedermi.
"Devi esserlo Diego.." Si ferma qualche secondo aumentando la suspance. "Ti vuole il Napoli" dice alzando di nuovo la voce.

Il Napoli.

Le sue parole m rimbombano nella testa, non sento più nulla. Mi ha cercato il Napoli, mi vuole il Napoli! E' il mio sogno e quello della mia famiglia che si avvera, non riesco a crederci..

"Diego, Diego, cazzo! Ci sei? Lo sapevo, lo sapevo che avresti reagito così! Sì, dillo a tutti, ce ne andiamo in Italia, prepara le valigie e la penna, stasera passo da te per farti leggere la proposta! Ciao Dieguito, a dopo!" Attacca la telefonata senza aspettare la mia risposta e fa bene, in questo momento non sono in grado nemmeno di dire il mio nome e cognome.

Resto in auto a fissare il vuoto per dei minuti o forse ore, non lo so. Mi sveglia il cellulare che squilla di nuovo, è mio padre.
"Diego ma dove sei? Va tutto bene?"
"Sì pà, mi ha chiamato Klas, indovina dove vado a giocare" urlo anche io, ora l'eccitazione e l'entusiasmo si sono impossessati di me.
"Ma dove vai che sei il capitano del Lipsia? Non fare stronzate"
"Indovina chi mi ha cercato pà! Non posso dire di no" sbatto la mano sul volante e lui sembra sentirlo.
"In Italia?"
"Sì cazzo!"
"La Fiorentina?" Chiede, visto che in estate mi avevano contattato ma poi non se ne era fatto nulla.
"No"
"La Lazio?"
"No ma il colore della maglia è simile" dico e non lo sento più nemmeno respirare.
"O è la Spal o mi stai prendendo per il culo"
"Nessuna delle due opzioni papà"
"Il Napoli?"
"Sì" urlo di nuovo e lui rimane in silenzio.
"Stai scherzando?"
"No papà, ora devo salire a casa e dirlo ad Alina, ci vediamo verso le nove da me che viene Klas a farmi leggere la proposta"
"Non ci posso credere, a Napoli, mio figlio Diego a Napoli.." Farfuglia e lo lascio farfugliare facendomi scappare un sorriso.
"Finalmente vedrò il sole sul mare dalla finestra ogni mattina pà! Non ci credo nemmeno io ma è così! Ciao a dopo e dillo a mamma"
"Ciao figliolo" non dice altro, è ancora scioccato e lo capisco, lo sono anche io.

Esco dall'auto e salgo di corsa le scale che mi portano al mio appartamento che condivido con Alina da due anni e mezzo. Io e lei stiamo insieme da quasi sei anni, ha un anno più a me e ci siamo fidanzati quando eravamo poco più che dei ragazzini e non abbiamo mai avuto ripensamenti al riguardo. Lei è la classica tedesca bionda, alta, con gli occhi color ghiaccio e che può dare l'impressione di essere fredda e distaccata ma vi assicuro che non è così. Ha il cuore più grande e buono che io conosca e mi ama in modo incondizionato. Abbiamo sempre parlato della possibilità di andare in Italia, lei sa che è un mio grande sogno e mi ha sempre appoggiato in tutto. Fa la ricercatrice in una clinica privata in centro e ama il suo lavoro proprio come io amo il mio.
Amiamo il nostro lavoro entrambi e soprattutto, ci amiamo tanto tra di noi. È questo il nostro unico grande segreto.

"Ali, amore, eccomi" entro in casa e poso le chiavi sul tavolino in soggiorno correndo verso di lei e abbracciandola.
"Diego ma che fine avevi fatto?" Mi guarda stranita e poi sorride leggermente non capendo ciò che mi sta succedendo.
"Siediti, devo parlarti" la faccio sedere sul divano con me e le prendo le mani tra le mie.
"Che succede?"
"Mi ha chiamato Klas prima, per questo non salivo ero a telefono con lui e mi ha dato una notizia che ci ho messo un po' ad assimilare" inizio a raccontare il tutto e lei mi guarda sempre più confusa.
"Klas?"
"Sì" annuisco deciso e la sento deglutire, forse ha capito di cosa sto per parlare. "Mi cerca il Napoli, Ali, il Napoli, capisci? Appena Klas me l'ha detto mi si è azzerato il cervello, non ci ho capito più niente" le stringo un po' di più le mani, continuo a tenere lo sguardo nel suo e il verde scuro delle mie iridi si perde nelle sue azzurre cielo come ogni volta che la guardo.
"Ali, fai le valige che il nostro sogno si sta per avverare" dico con un filo di voce. "Andiamo in Italia" alzo di più la voce. Sono così emozionato che mi tremano le mani talmente tanto che non riesco a controllarle.
Lei mi guarda ancora un po', poi tira via le sue mani dalle mie e si sposta nervosamente i capelli dietro le orecchie. Il suo respiro si fa più pesante, abbassa lo sguardo, muove nervosamente le gambe. Quando rialza la testa e mi guarda, inizio ad avere paura di ciò che sta per dire. Ha gli occhi più piccoli che mai, rossi, bagnati.
"Le valigie le faccio ma per tornare dai miei, il sogno è il tuo, non il nostro. Mi dispiace" si alza e scappa in camera da letto sbattendosi dietro la porta.

***

Eccomi qua! Ve l'avevo detto che tornavo presto😜 Inizia da oggi la mia nuova storia su Diego Demme, di cui sono follemente innamorata. Spero vi piaccia e spero di farvi compagnia in questi giorni un po' tristi..
Fatemi sapere che ne pensate, a presto!

Sogna con me // Diego DemmeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora