VIII

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"Il rossetto così mi sta bene o è troppo?"
"Ti sta bene"
"E' troppo angelico?"
"No, va bene"
"Troppo aggressivo?" Mi guardo per la milionesima volta allo specchio ed Elena per la milionesima volta sbuffa alle mie domande stupide e ripetitive.
"Ho detto che va bene, non è né da verginella né da troietta. E smettila, basta" mi spinge via dallo specchio e l'ansia mi assale.
"Okay, grazie. Che ore sono?"
"Le otto e due minuti" mi dice e nello stesso momento bussano alla porta.
"Cazzo, cazzo, cazzo. Nasconditi, vai" le indico di calarsi dietro il divano e vado ad aprire.
"Chi è?"
"Sono Diego, il cancellino giù era aperto e visto che so dove abiti sono salito.." Spiega e io apro la porta ritrovandomelo di fronte.
Dio mio, quanto è bello. Ha degli occhi dolcissimi ed espressivi e delle labbra stupende.
"Ciao" 
Ciao? Sei seria? Faresti meglio a buttarti giù, guarda.
"Ciao" mi sorride. "Sei pronta o ti aspettiamo giù?"
"Prendo la borsa e arrivo"
"Okay" annuisce, io faccio una corsa dentro, prendo la mia borsetta e, dopo aver fatto segno ad Elena di starsene ancora buona, lo raggiungo. 
"Prego" mi fa passare per prima e mi guarda per bene senza però mai esagerare.
"Sei veramente bellissima" dice dopo qualche secondo che scendiamo le scale.
"Grazie, sei gentilissimo" gli sorrido anche io anche se in realtà vorrei solo che si ripetesse il bacio di qualche settimana fa. Sospiro a quel pensiero ed usciamo dal mio condominio raggiungendo la sua auto. Una GLA nera opaca bellissima.
"Che fai entri o resti a fissarla?" Dries mi richiama e ha ragione, ma sono davvero folgorata da quest'esemplare di alta meccanica tedesca.
"E' bellissima, ma è 2018?"
"Bella eh? No è 2019, l'ho presa a settembre"
"Posso guidarla io? Tu non sai dove dobbiamo andare"
"Vuoi guidare la mia GLA nuova di zecca?" Sgrana gli occhi mentre me lo chiede e io annuisco.
"Impossib.." Mertens scuote la testa ma Diego lo smentisce immediatamente.
"Va bene, ma fai attenzione"
"Sì! Grazie!" Mi lascia il posto del guidatore tra le lamentele del belga e mi sembra di portare una navicella spaziale fino a destinazione.
"Dove andiamo?"
"Sorpresa" faccio la linguaccia e Dries sbuffa.
"Dai"
"Ora lo vedete" 
Guido fino a Chiaia con Diego che all'inizio è tesissimo ma poi quando vede che so guidare bene si rilassa e inizia a ridere e scherzare.
"Ai baretti?" 
"Dries, ti pare possibile?" Gli chiedo e lui alza le spalle.
"Che ne so, ci porti a Chiaia.."
"Parcheggio nel garage?" Domando a Diego che annuisce e prende il portafogli dalla tasca posteriore dei jeans scuri che ha addosso. Vorrei tanto essere la sua mano in questo momento, ha un sedere niente male..
Scendiamo e li guido verso la trattoria che ho scelto, Da Ciro alle spalle di Via dei Mille.
"Ah questa! Non ci sono mai stato ma so che si mangia bene"
"Assolutamente" gli faccio l'occhiolino ed entriamo. 
Ci portano al tavolo che avevo prenotato e subito ci trattano da re appena riconoscono i due tesserati del Napoli.
"L'atmosfera mi piace qua, ora voglio solo ingozzarmi di pasta e patate con la provola al forno" Diego si sfrega le mani mentre guarda il menù e ci fa ridere. 
Lui ordina la pasta e patate, Dries la lasagna e io prendo solo la parmigiana di melanzane. Poi prendono anche il secondo e i contorni.
"Non pensavo mangiaste così tanto, voi atleti" li guardo sbigottita mentre puliscono tutti i piatti che gli mettono davanti.
"No, infatti non siamo sempre così. Stasera è libera" mi spiega Diego e Dries annuisce.
"Di solito che mangiate?"
"Verdure, pesce, riso" dice il tedesco.
"Da quando sei qui hai mangiato qualcosa della tradizione napoletana?"
"Certo, le pizze casarecce, il ragù, poi stasera.." Gli brillano gli occhi, si vede che è veramente contento di essere qui. 
"Lui è uno fissato, quasi vegano" Dries indica Diego mentre mastica un pezzo di lasagna.
"Vegano no, ma non mangio molta carne, non mi fa bene"
"Si vede che ci tieni alla linea" lo guardo, forse un po' troppo e lui mi fa un mezzo sorriso compiaciuto. Poi fa una cosa che mi fa letteralmente perdere la testa: allunga la mano verso di me e mi sfiora la schiena per un attimo.
"Sei una buona osservatrice" mi dice e io annuisco, persa nei suoi occhioni verdastri.
"Come ogni donna che si rispetti" dico e Dries si intromette.
"Noi uomini non lo siamo?"
"Non direi, o almeno, solo per le cose che vi piacciono"
"E' ovvio" risponde ancora.
"Noi donne invece osserviamo tutto, il bello e il brutto"
"E io in che categoria sarei?" Diego si indica e Dries scoppia a ridere.
"Nel bello" rispondo facendogli la linguaccia e lui mi sorride ancora.
"Menomale" dice non spostando mai i soi occhi dai miei.
"Comunque è meglio non generalizzare, ci sono anche uomini che sono ottimi osservatori e donne che non lo sono affatto. Il sesso non determina le caratteristiche del carattere" puntualizzo perché è sempre sbagliato fare di tutta l'erba un fascio.
"Sei una femminista? Parli come mia moglie" Dries mi guarda inclinando la testa e poi mi fissa anche il tedesco.
"No, sono solo per l'uguaglianza" alzo le spalle  e loro cercano di scrutarmi. "Voglio solo che sia normale che una donna guadagni quanto un uomo, o che guidi un macchinone senza ricevere occhiatacce e sfottò" guardo Diego che sgrana gli occhi.
"Ehi, ora non farmi passare per maschilista perché non lo sono per niente. Ci tengo alla mia auto e infatti non la faccio guidare a nessuno, il problema non sei tu che sei donna"
"Non l'ha fatta guidare nemmeno a me" Dries gli tira uno schiaffetto dietro la testa.
"Non intendevo certo darti del maschilista Diego, non mi permetterei mai. Anche perché è normale che ci tieni alla tua auto, ma poi ti sei rilassato quando hai visto che so guidare"
"Infatti, guidi meglio di tanti uomini. A Dries per esempio non la darei mai"
"Ma sei uno stronzo, ma che hai contro di me?"
"Non sai guidare e basta"
"Non sai guidave e basta" lo prende in giro per la sua erre moscia (che a me fa letteralmente impazzire) e fa l'offeso. "Prendiamoci un caffè altrimenti a questo stasera lo meno"
"Il caffè da buona donna napoletana ve lo faccio io se per voi va bene" tiro fuori uno stereotipo sulla donna giusto per prenderli in giro e loro se la ridono.
"A casa tua?" Chiede Dries. Diego guarda prima lui e poi me.
"Certo. Vi va?"
"Ovvio che sì" il belga fa il segno dell'okay e anche Diego è d'accordo. Chiediamo il conto e ce lo portano.
"Vuoi l'uguaglianza? Perfetto, allora paga tu" Diego prende il taccuino con lo scontrino e me lo passa. Per me è normalità e vado per aprirlo e pagare ma lo stesso tedesco me lo strappa da mano.
"Ma ferma, che fai? Sto scherzando" scuote la testa mentre Dries se la ride e lo strappa a sua volta dalle mani del tedesco. 
"Pago io, tu ci hai messo l'auto, lei offre il caffè" apre il taccuino e paga col pos. Il cameriere viene a ritirare tutto e Diego gli lascia la mancia. 
"Andiamo?" Usciamo che sono le undici e dopo una ventina di minuti siamo a casa mia.
"Permesso" dicono entrambi seguendomi dentro il mio appartamento.
"Prego, fate come se foste a casa vostra" rispondo e Dries subito ne approfitta per andare in bagno. Io mi sfilo i tronchetti e resto scalza. Mentre lo faccio Diego mi fissa e mi sento quasi in imbarazzo. Dio, i suoi occhi mi bruciano addosso e sento un caldo tremendo. 
"Benvenuta nel club dei bassi" mi dice, restando fisso con gli occhi su di me.
"Io e te facciamo parte di tanti club insieme a quanto pare" gli rispondo e lui ride leggermente facendo di sì con la testa. Continuiamo a guardarci da lontano, come se sapessimo di star aspettando un momento preciso, qualcosa che ci dia un segnale per agire.
"Ahh ci voleva pro.." Esce dal bagno e si interrompe quando ci vede uno di fronte all'altra che ci guardiamo nel silenzio più totale. "..Proprio" termina e si schiarisce la voce. Ci voltiamo verso di lui e ci guardiamo senza dire nulla per qualche secondo ancora.
"Allora questo caffè?" Diego me lo chiede spezzando il silenzio imbarazzante che si era venuto a creare.
"Arriva" corro in cucina e inizio a prepararlo. Mentre avvito le due parti della caffettiera sento un tocco leggero sui fianchi e con la coda dell'occhio vedo Diego e poi dall'altro lato Dries.
"Abbiamo conosciuto il tuo gatto, è stupendo" mi dice il primo.
"Però ci ha fatto spaventare a morte, potevi avvisarci che ne avevi uno"
"Ah sì giusto, lui è Ghost. Mica avete trovato anche Elena?"
"Elena?" Diego mi guarda stranito e ha ragione.
"Era nascosta dietro al divano quando sei passato a prendermi" ammetto e i due mi guardano come se fossi una pazza da legare.
"Chi è Elena?"
"Una sua amica e collega"
"In che senso era nascosta dietro al divano?"
"Letteralmente" sorrido e loro scuotono la testa divertiti.
"Voi donne siete pazze e chiamami pure maschilista, me ne fotto" dice Dries e io gli do una spinta scherzosa facendo anche a lui la linguaccia.
"Ecco la vostra bella tazza di caffè" ne do una a testa e la bevono subito tutto d'un sorso.
"Grazie, buonissimo" mi sfiora ancora una volta, non ho capito se lo fa apposta o se è una cosa che è abituato a fare con tutte, fatto sta che ogni volta sento le ginocchia tremarmi e non vorrei se ne accorgesse. Continua a fissarmi, poi ad un tratto torna in salone e li vedo mettersi il cappotto.
"E' ora di andare, domani la sveglia suona presto" dice quando li raggiungo.
Ma perché mi sembra tutto un enorme dejavu?
"Sì è ora" annuisco e il primo a salutarmi è Dries, con due baci sulle guance. Poi prende il cellulare e fingendo di essere impegnato a messaggiare chissà con chi, come se noi fossimo due imbecilli, ci lascia da soli uscendo da casa mia.
"Buonanotte allora e grazie per la bella serata e per il caffè" mi dice avvicinandosi.
"Grazie a voi e salutami la tua GLA" mi lascia anche lui due baci sulle guance e come al solito mi appoggia una mano sui fianchi. Reagisco e metto la mia mano sulla sua, stringendogliela leggermente. Si ferma un attimo e sembra indeciso sul da farsi per qualche istante. E' vicino, molto vicino. E' vicino come quella sera fuori la porta di casa mia e sento il soffio del suo respiro sul mio viso. Non mi muovo, non so che fare, mi sento paralizzata. Poi torno in me e dopo dei secondi interminabili, parlo.
"Buonanotte" mi sposto giusto di un passo e lui fa lo stesso.
"Buonanotte" ripete, gira le spalle e se ne va.

Mi fiondo subito a letto e resto a fissare il soffitto per un tempo incalcolabile. Perché ho sperato che mi baciasse fino all'ultimo attimo? Perché mi sento ancora le sue mani addosso? Perché non riesco a dormire e riesco solo a pensare ai suoi occhi magnetici? Dovevo fare qualcosa, forse stava aspettando una mia mossa, forse si aspettava che io prendessi l'iniziativa, forse non voleva farlo lui per non mettermi pressioni. Forse, forse, forse.. Ho mille forse nella testa ma una certezza: sono una cretina.
Cretina, l'hai rifiutato troppe volte e lui ora non ti vuole più e ti sta bene. Quindi ora zitta, muta, e dormi.





Sogna con me // Diego DemmeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora