VII

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E così ha fatto. Ha visualizzato il mio messaggio e non ha più risposto, né quel giorno né nei sette giorni seguenti fino ad oggi. All'inizio non sentirla mi ha fatto stare meglio, mi sentivo più onesto e più vicino ad Alina. Ma già dopo due-tre giorni, l'effetto è sparito.
Mi sveglio spesso la notte e non riesco a prendere più sonno. Resto con gli occhi sbarrati a fissare il soffitto, a pensare, a ricordare.
Federica mi manca come l'aria e penso di non riuscirla a sostituire con Alina, che pure sta dimostrando di tenerci tanto per me. Ma quando chiudo gli occhi non vedo lei accanto a me, quando penso ad un futuro, non immagino lei con me.
La guardo mentre dorme serena sul mio petto, le accarezzo i capelli, le lascio qualche bacio. È brutto se dico che la vedo come la mia migliore amica? Cazzo, che schifo di situazione. Mi maledico per i casini che sto combinando, ultimamente non ne faccio una buona. Per fortuna la settimana prossima partiamo e magari stare lontano migliaia di chilometri da Federica mi farà stare meglio. Lo spero, davvero.
"Buongiorno" non mi accorgo nemmeno che si è fatta mattina, sono le 07:30. Si gira verso di me e mi bacia con gli occhi ancora mezzi chiusi.
"Buongiorno" sorrido un po' ma non sono bravo a fingere, quindi distolgo subito lo sguardo.
"Sei sveglio da tanto?" Mi domanda guardandomi bene il viso.
"Non so, da qualche ora credo"
"Non riesci a dormire?" Mi sfiora con l'indice il petto, disegnando delle linee rette andando su e giù.
"Ultimamente dormo poco, giusto quello che mi basta" mi alzo sui gomiti e poi mi metto seduto. Alle nove devo scendere per andare agli allenamenti e non so dove trovare le forze. Mi do la spinta per uscire dal letto ma Alina mi ferma e mi fa ricadere con le spalle sul materasso.
"Ti faccio rilassare un po', aspetta..." si mette a cavalcioni su di me e inizia a baciarmi.
Mi manca l'aria, cerco di resistere ma non ci riesco.
"Ali, non posso ora, devo andare o faccio tardi" mi allontano dai suoi baci ma lei continua. "Ali, dai basta" ripeto, ma niente, non si ferma.
"Shh, dammi un quarto d'ora" non stacca le sue labbra dal mio corpo, continuando a scendere verso il basso.
"Non mi va ora, veramente mh. Devo farmi una doccia" cerco di nuovo di spostarla ma non ci riesco ancora.
"Sta fermo" mi mette le mani sul petto e si abbassa il pantaloncino, spostandosi poi il tanga. La lascio fare per qualche minuto ma il mio corpo non reagisce, non risponde alle sue attenzioni. Cerco di mantenere la calma, di assecondarla ma niente, non ho la giusta attitudine mentale per farlo.
"Basta Ali, non mi va" con il braccio la sposto dal mio corpo facendola cadere sul letto e mi alzo. "A dopo" dico, e vado in bagno.
Mi appoggio con le spalle alla porta e finalmente prendo aria. Respiro a pieni polmoni, faccio dei respiri profondi per cercare di calmarmi.
Che cazzo ho che non va? Nemmeno più il sesso riesco a sopportare? Che cazzo c'è in me di sbagliato?
Mi butto sotto la doccia e cerco di farmi scorrere addosso più pensieri possibili senza sbottare. Do un pugno nel muro, poi mi calmo. Mi asciugo, mi vesto ed esco.
"La colazione è pronta" mi avverte quando entro in cucina e io annuisco. Mi siedo a tavola con lei di fronte che non mi guarda nemmeno negli occhi.
"A pranzo torni?"
"Sì per mezzogiorno sono qui" spiego.
"Andiamo da Cicciotto a Marechiaro?" Propone, stringendomi la mano sul tavolo.
"Va bene, prenoto" accetto e mi alzo posando la mia tazza. Vado a lavarmi i denti, poi le do un bacio a stampo veloce e vado via.
In auto e per tutte le ore che sono al centro sportivo, non faccio che pensare a questa situazione. È così che Federica si sentiva quando stava con me nelle ultime settimane? Si sentiva nauseata al solo pensiero di dovermi vedere, al solo pensiero che io la toccassi o la baciassi? Le mancava l'aria al pensiero di fare l'amore con me?
Questa consapevolezza mi spezza il cuore, mi sento come se il mio mondo fosse finito o peggio ancora, mai esistito.
Come faccio a continuare così? Non sto bene e temo che la situazione non migliori.
Torno a casa dagli allenamenti e andiamo al ristorante. Lei fa finta di nulla, mi parla della signora Anna che le ha insegnato a fare la pastiera, dei regali che ha fatto per le nostre famiglie per quando ci rivedremo, del lavoro che è riuscita finalmente a portare a termine. Sorrido e annuisco, fingendo interesse.
Lo so, ho detto di non essere bravo a fingere ma sto imparando. Lo sto facendo per provare a me stesso che posso farcela e per non combinare altri casini inutili. Devo resistere ancora, almeno fino a dopo le vacanze.
Devo resistere perché ora non posso scombussolare tutto, non posso.
Eppure continuo a guardare il mio cellulare, la mia chat con Federica. Rileggo le nostre conversazioni di quando stavamo insieme, di quando non riuscivamo a stare lontani nemmeno un giorno, di quando sembrava tutto perfetto. Ogni tanto provo a scrivere qualcosa che poi puntualmente cancello. Non saprei come contattarla, non saprei cosa scriverle. Cioè, in realtà lo so bene ma non trovo il coraggio per farlo. Ora capisco le difficoltà nel ricontattare qualcuno con cui non hai più relazioni. È snervante, perché vorresti farlo ma sai che non devi. Poso il cellulare e torno a casa con Alina ripetendomi che non devo scriverle.
Non devi Diego, non devi.

Sogna con me // Diego DemmeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora