VI

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Anche stanotte non sono riuscito a dormire un granché. Lei dorme tranquilla, sembra così serena che vorrei me ne trasmettesse un po' anche a me ma purtroppo non è possibile. Mi sono svegliato alle sei, ho fatto degli esercizi per distrarmi un po', e ora che sono quasi le otto vado a farmi una doccia. Guardo il display del mio cellulare sul mio comodino e non ho notifiche, quindi lo lascio lì e vado in bagno.
Mi rilasso sotto il getto d'acqua caldo e dopo quasi mezz'ora esco, me la sono presa con calma perché stamattina non ho gli allenamenti e non ho molto da fare. Torno in camera per vestirmi mentre Alina ancora dorme. Nel frattempo Fede mi ha scritto su Telegram che stamattina verso le undici va alla casa col terrazzo per cercare le mie chiavi e io le rispondo ora ringraziandola. È incredibile come si siano letteralmente volatizzate, non le trovo da nessuna parte. Scuoto la testa e mi alzo dal letto per vestirmi, poi vado in cucina e preparo la colazione. Alina mi raggiunge poco dopo con l'aria ancora assonnata mentre si stira i muscoli e poi si siede a tavola.
"Insonne anche stanotte?" Mi domanda.
"Ormai è la mia vita, non dormo più tanto" abbasso gli occhi guardando il latte nella mia ciotola mentre mescolo lo zucchero col cucchiaino.
"Sei nervoso?" Chiede, inclinando la testa e scrutandomi mentre si porta una gocciola alla bocca.
"No, sto bene. Sarà l'età, non lo so... ma sto bene, le ore che dormo mi bastano per riposare bene"
"Okay, se vuoi ne parliamo con il dottore"
"No, va bene così, non ti preoccupare" le sorrido e le stringo per un attimo la mano. Lei sorride e annuisce.
"Stamattina che fai?"
"Non ho impegni" dico, perché non ho trovato davvero nulla da fare.
"Facciamo una cosa? Oggi mi cucini un bel pranzetto che io alle dieci e mezza ho appuntamento dal parrucchiere. Quando torno mangiamo insieme, okay?" Sorride entusiasta della sua idea e io annuisco.
"Va bene, ci sto. Hai preferenze?"
"Pasta con la besciamella al forno" fa roteare gli occhi verso l'alto e si stringe le labbra tra i denti come se stesse godendo e mi fa ridere.
"Ci provo, ma non ti assicuro nulla" le do una spintarella e lei annuisce.
"Okay, fai anche la spesa?"
"Sì, faccio tutto io"
"Perfetto, allora io vado a farmi la doccia e poi vado al salone" si alza e mi lascia un bacio sulla bocca, facendomi poi l'occhiolino. "A dopo maritino" conclude.
"A dopo" sorrido ma appena sparisce, sospiro.
Tutta questa farsa sta iniziando davvero a pesarmi, devo assolutamente pensare a come dirglielo al più presto, non ce la faccio più.
Comunque, ora ho detto che lo faccio e lo farò. Quando esce dalla doccia sono le dieci e la saluto per andare a fare la spesa. Ci metto quasi un'ora, tra spostamenti vari, chiacchiere, sorrisi e foto. La gente qui mi vede da più di due anni ormai, ma ogni volta per loro è come se fossi una celebrità, non lo so. Con alcuni ho confidenza, ridiamo, mi prendono in giro, fanno battute sulla squadra facendomi ridere, con altri invece è un po' più complicato perché mi vedono come un alieno e mi danno addirittura ancora il 'lei'. Vabbè, fatto sta che alle undici e un quarto Ho preso tutto e sono a casa. Poso le buste e inizio a prendere tutte le stoviglie che mi serviranno per fare la pasta al forno. Faccio anche cadere e rompere un bicchiere, ovviamente, perché il mio cellulare inizia a vibrare e mi distrae.
È un messaggio di Alina. Sbuffo e sblocco il cellulare per leggere l'anteprima.

Le chiavi le ho trovate io, vieni qui.

Mi si ferma per un attimo il cuore quando leggo quelle parole, vado in panico e le mie dita non riescono nemmeno a scrivere un messaggio di risposta di senso compiuto per almeno tre minuti.

Di che parli? Dove sei?

Faccio finta di niente ma non mi risponde, così decido di lasciare tutto così com'è qui in cucina, prendo le chiavi dell'auto e vado lì. Parcheggio e salgo le scale a piedi. La porta dell'appartamento è aperta ed entro cercando di fare meno rumore possibile. Mi guardo intorno e oltre alle cose mie e di Federica, non trovo altro. Poi una voce che conosco mi attira verso il terrazzo e lì le vedo: Alina e Federica, una di fronte all'altra. Corro lì e entrambe mi fissano.
"Mi dispiace" mormora Federica ma io le faccio segno di non continuare.
"Ali, mi spieghi che succede?"
"Che succede, Diego? Sei serio? Pensi che io sia una stupida?"
"Non l'ho mai pensato, mai"
"Allora spiegami tu cosa sta succedendo" incrocia le braccia e mi fissa.
"Come l'hai scoperto?" Chiedo, ammettendo praticamente tutto.
"L'ho capito. È da qualche mese che sei più dolce e presente del solito, poi all'improvviso scompari, torni con regali e cose simili"
"L'ho sempre fatto" rispondo.
"Ma negli ultimi mesi di più. Poi un paio di giorni fa ho trovato quelle chiavi e volevo capire perché le avessi ancora tu, a cosa ti servissero... poi stamattina, mentre facevi la doccia..."
"Cosa?"
"Il tuo cellulare si è illuminato e ho visto la notifica di un messaggio su Telegram. Mi sono insospettita perché non ti ho mai visto usarlo e allora ho preso il tuo cellulare e l'ho sbloccato" spiega, per poi fare un sorrisetto soddisfatto. "Hai come password la data di nascita di tuo padre e lo so bene, quindi non ci ho messo molto ad andare nell'applicazione e leggere il messaggio della tua amante" conclude e guarda per un attimo anche Fede.
"Perfetto, ora lo sai. Tanto avrei comunque dovuto dirtelo a breve"
"Diego se pensi che te ne esci pulito come l'ultima volta ti sbagli, ora le cose sono diverse, siamo sposati e tu non dovevi farmelo, non stavolta"
"E che vuoi fare?" Faccio una risata sprezzante mentre ci fissiamo. Federica è in disparte e ci ascolta attentamente.
"Ti rovino, a te e alla tua puttana" risponde, guardando anche lei.
"Ohoh, modera i termini, capito? Qua chi ha sbagliato sono io, ho sbagliato fin dall'inizio, a sposarti"
"Addirittura? Bene..."
"Non ti dovevo sposare perché ho sempre amato Federica e tu lo sapevi"
"Che ne sapevo io? Ora la colpa sarebbe mia"
"Io ho sbagliato ma ne parleremo nelle sedi opportune. E tieni fuori Federica" le punto il dito e lei scuote la testa.
"Devi aprire il negozio, eh? Ti rovino, stronza!" Alza la voce e Federica fa un passo indietro. Il negozio è la cosa a cui tiene di più e so che le ha fatto male sentire questa frase.
"Mi stai minacciando? Ti denuncio se non la finisci" le risponde e Alina stringe i pugni voltandosi verso di me.
"Non finisce così Diè, ti tolgo tutto, lo giuro. E non tornare a casa perché una casa non ce l'hai più!" Urla superandoci ed uscendo dall'appartamento.

Faccio un sospiro di sollievo e abbraccio Federica che piange e mi ripete mille volte che le dispiace e che non voleva.
"Tranquilla, sarebbe dovuto succedere prima o poi, meglio così" le dico, spostandole i capelli dietro le spalle e baciandola. "Tranquilla" le dico ancora e lei annuisce.
"Ora che farai?"
"Tu torna a casa, io vado da lei e vedo se riesco a parlarci con calma, poi dopo ti raggiungo"
"Va bene" le asciugo le lacrime e si mette la giacca andando via.
Vado anche io via andando a casa mia e di Alina. Busso ma lei non mi entrare, mi dice che non ho più una casa e che tutto ciò che c'è dentro ora è suo e non me lo restituirà.
"Possiamo parlarne da persone civili, Ali?"
"Io ti parlo solo con i miei avvocati, stronzo!"
"Ti ricordo che li pago io quegli avvocati, quindi calmati"
"E mi pagherai anche tante altre cose. Ti tolgo tutto, tutto" ripete.
"Stai delirando. Se è così allora ok, ti farò chiamare domani dal mio avvocato, ciao"
"Vaffanculo!" Urla ma sono già in auto e non le rispondo.

Guido fino a casa di Federica e resto da lei.
Finalmente senza paure, senza bugie e senza doverci nascondere.
Finalmente liberi.

Sogna con me // Diego DemmeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora