VI

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"Fede, Fede.. eccolo che arriva" sono in palestra con Elena che mi avvisa dell'arrivo di Gionatan. Annuisco e inizio a fare gli esercizi, sperando che mi lasci in pace.
"Ehi ragazze ciao" e invece no. Si ferma proprio davanti a me e mi guarda dall'alto Inumidendosi le labbra.
"Ciao" diciamo noi in coro, senza aggiungere altro.
"Stasera ti va se usciamo per una pizza? È tanto che non stiamo insieme" chiede e sento Elena sospirare alle mie spalle.
"Gionatan.." mi tiro su e mi metto in piedi, magari se glielo ripeto per la milionesima volta guardandolo negli occhi, lo capisce. "Non voglio più uscire con te, quante volte devo ripetertelo?" Incrocio le braccia sotto al seno e lui in tutta risposta, mi bacia. È un attimo, giuro su quello che ho di più caro, che nemmeno mi ero accorta che si stava lanciando sulle mie labbra. Dura un secondo ma è abbastanza per convincermi ancora di più che proprio non lo voglio più nella mia vita.
"Oddio Fede.." Elena si mette le mani tra i capelli e io con un gesto veloce allontano Gionatan.
"La devi smettere di darmi fastidio, hai capito? Basta, non ti permettere più" lo spingo con la mano aperta sul petto scolpito e lui si inizia ad innervosire.
"Però quando venivi da me piangendo che volevi che ti scopassi senza freni, lì mi volevi?" Alza la voce e tutti ci guardano. Che vuole fare, spiattellare i nostri fatti al pubblico? Me ne fotto.
"Il passato è passato e non lo rinnego. Ora non ti voglio più. Chiaro?" Se pensa di umiliarmi si sbaglia di grosso, ha sbagliato persona.
"Tornerai da me strisciando Fede, guarda come te lo sto dicendo. Poi vedremo se a me andrà di stare con te"
"Sì certo, ciao"
"Ma poi perché? C'è un altro?" Mi si mette di nuovo davanti e io faccio roteare gli occhi.
"No" dico subito. "Semplicemente non voglio te" chioso e lui fa una smorfia scuotendo la testa.
"Sei pazza, non stai bene"
"Va bene, come vuoi. Ora ciao, lasciami in pace" rispondo per l'ultima volta e vado alla cyclette.
"Brava, hai fatto proprio bene. È un cafone scostumato, ma chi si crede di essere?"
"Ma che ne so" scuoto la testa e la mia amica continua.
"Davvero lo hai pregato di fare sesso?"
Annuisco, non mi nascondo.
"All'inizio mi piaceva parecchio e spesso ero io a cercare lui. Col tempo le cose sono molto cambiate però, ora nemmeno più il sesso con lui mi attrae"
"E ci credo, è un rozzo buzzurro" fa un'espressione disgustata e poi conclude. "Dire quelle cose alzando la voce per farle sentire a tutti, come per farti passare per una zoccola.. che piccolo uomo" dice.
"Per fortuna che non sono una che se la prende" alzo le spalle e scoppiamo a ridere insieme.
"Ah e comunque sei una bugiarda" mi punta il dito contro e mi fa un sorrisetto falso.
"Perché scusa?"
"Gli hai detto che non hai un altro"
"Infatti è la verità. Mi sto disintossicando dagli uomini"
"E Diego Cioccolatino Tedesco Demme?" Mi domanda con il sorriso che ora diventa scintillante. Sospiro, avevo smesso di pensarci per qualche minuto e lei me lo rammenta così.
"L'ho rivisto" ammetto, d'un tratto.
"Cosa?? Quando? E perché non me l'hai detto subito? E che avete fa.."
"Calma calma Ele! È venuto con Bonnie in clinica a Castelvolturno, l'ha lasciato per due notti. Ha detto che non sapeva che fosse mia la clinica e che l'aveva trovata online" spiego.
"E poi ti ha strappato il camice, i vestiti e ti ha fatta sua sulla scrivania?" Congiunge le mani come a pregarmi e sbatte le palpebre più volte.
"No macché. Non mi ha chiesto nulla che non riguardasse la clinica e Bonnie, sono stata io a scusarmi per non essermi fatta più viva. Gli ho detto che sono confusa e che per me è un periodo complicato"
"E lui?"
"E lui niente, mi ha fissata negli occhi per qualche secondo, e giuro che l'aria mi mancava, poi ha detto solo 'Tranquilla, benvenuta nel club'. Mi ha salutata ed è andato via"
"Che significa benvenuta nel club?"
"Come se anche lui fosse confuso o stesse attraversando un periodo particolare"
"Ottimo, insieme potete aiutarvi a vicenda allora" mi fa l'occhiolino e io le do una spinta.
"Non bastano i miei guai, devo accollarmi anche i suoi?"
"Senti, pensala come vuoi, ma per te lui è perfetto. Da come si pone, da come ti guarda, da come tu ne parli. Secondo me se te lo lasci scappare sei una cretina, poi fai come vuoi"
"Non mi sei d'aiuto. Dovresti aiutarmi nella mia scelta di restare lontana dagli uomini"
"Ma lui è un cioccolatino! Non si dice di no alla cioccolata!" Sbuffa e io rido.
"Sei proprio cretina a volte, troppo cretina" scuoto la testa divertita e lei mi fa il dito medio.
Passiamo un'altra ora in palestra, poi ci laviamo e torniamo a lavoro.

Visito cani, gatti, conigli, scimmie domestiche ma sono distratta sempre e solo da un pensiero. E se Elena avesse ragione? Se Diego fosse quello giusto? Se a causa delle mie paure e delle mie paranoie mi stessi perdendo l'amore della mia vita? E poi, il fatto che sia anche lui segnato da qualcosa che lo ha fatto stare male, me lo fa piacere ancora di più perché lo rende ancora più simile a me. Che devo fare?
Ci penso per giorni ma lui non si fa più vivo né in negozio né il clinica. Stavolta mi sa che non avrò altre occasioni per recuperare con lui.

Sogna con me // Diego DemmeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora