II

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Il lunedì mattina torno a casa e mi manca l'aria. E' tutto chiuso, solo il balcone in cucina è leggermente aperto per Bonnie che mi salta addosso non appena mi vede rientrare. Non c'è più il suo laptop Apple sul tavolino in salone, non c'è più il suo cappotto beige appeso e non ci sono più i suoi libri dietro al divano. E' passata da qua e ha portato via qualcosa di lei.
Mi siedo sul divano e mi accorgo che però, il suo profumo, quello non l'ha portato via. Si sente ancora chiaramente ed è impregnato sul divano, così come in camera e in bagno. Lei c'è, è ovunque. In cucina trovo un post-it azzurro attaccato su di un vassoio coperto da uno strofinaccio da cucina.

'Forse hai ragione, scusami per tutto'

Leggo e poi scopro il vassoio trovandoci un'altra crostata a ciliegia, come per farmi capire che in questi mesi ha imparato a conoscermi e non è stata solo una perdita di tempo. La lascio lì e vado a farmi una doccia per schiarirmi le idee, rientrare qui mi ha di nuovo scombussolato nonostante nei giorni scorsi fossi riuscito a riprendermi leggermente. Quando esco, il mio cellulare squilla.
"Pronto, Dries?"
"Ciao Diego, senti per stasera io, Kat, Elif e Piotr con la moglie volevamo andare al sushi. Tu e Fede ci siete?" Mi domanda, ignaro di tutto.
No, non gli ho detto nulla. Ho fatto finta di niente per tutta la trasferta, dovevo ancora ben elaborare la cosa prima di parlarne con qualcuno.
"Diego, allora?"
"Posso venire anche da solo?"
"Da solo? E perché, scusa? Federica non c'è?" Mi domanda quasi divertito.
"Sei a casa?"
"Sì.."
"Se passo un attimo? Così ti spiego" 
"Ah, okay, sì vieni. Ma tutto apposto?"
"Ora arrivo" non do altri dettagli, lo saluto e riaggancio la telefonata.
Metto un jeans con una felpa e scendo prendendo la FIAT che uso per la città e in meno di dieci minuti sono da lui.
"Eccolo qui, il misterioso"
"Ciao Diego, tutto bene?" Kat mi abbraccia e io ricambio subito.
"Sì bene grazie" annuisco e poi guardo subito Dries.
"Vieni andiamo in terrazzo, così stiamo tranquilli" alza la voce per farsi sentire dalla moglie che in tutta risposta gli alza il dito medio e ridiamo tutti e tre.
Ci sediamo sull'altalena a divanetto che ha sul terrazzo e gli racconto tutto. Alla fine mi abbraccia, è desolato e triste per me.
"E tu come stai ora?"
"Non bene ma lo supererò. Preferisco stare male per qualche tempo che vivere in una relazione falsa"
"Ora non dire così, lei non mi è mai sembrata falsa. Forse è solo confusa"
"E ti sembra poco Dries?"
"No, ovvio che no, però a volte l'amore spaventa, ci mette paura. Sono sicuro che presto sarà lei a tornare da te e a dirti che ti ama. Non ho dubbi" mi stringe la spalla cercando di incoraggiarmi ma io non sono tanto sicuro di ciò che dice.
"Io la conosco e so che se è arrivata fino a questo punto vuol dire che è più no che sì"
"Te l'ho detto, per me è solo spaventata dal sentimento che sa di provare per te. Dalle tempo"
"Io non la cercherò, ha tutto il tempo che vuole" scuoto la testa, non sarò certo io a metterle fretta.
"Perfetto, sono sicuro che risolverete presto"
"Lo spero. Comunque, sto sushi?"
"Eh sì, vuoi venire?"
"Sì a casa non ci voglio stare, casomai a Elif e a Piotr lo dico di Fede, di loro mi fido"
"Va bene allora, tra un'oretta scendiamo. Nel frattempo una schweppes?" 
"Sì, grazie" la va a prendere e la sorseggiamo insieme guardando il mare calmo e le luci della città che lentamente si accendono.
Mi ha sempre rilassato il mare, anche se ora ha meno effetto perché mi ricorda lei. Cerco di non pensarci e uscire mi fa bene. Dico ai ragazzi il motivo per cui sono da solo e loro capiscono subito e non fanno troppe domande, sanno che non è il caso.
Passiamo una bella serata insieme, andiamo anche al bar dopo, per un caffè.
"Stasera ho deciso che dormo da te" ci stiamo salutando quando Elif mi dice questa cosa con la sua solita espressione da schiaffi, come se tutto fosse un gioco.
"Va bene ma fammi dormire eh"
"FIFA?"
"Solo una partita"
"Almeno tre, dobbiamo avere un vincitore"
"Tre, andata, però poi a letto. Tanto ti batto, lo sai che è inutile.."
"Non rompere, si parla dopo non prima" mi dà degli schiaffi e me la rido mentre saluto gli altri. Viene a casa mia e giochiamo alla Play ma ovviamente non ne facciamo tre. Mi costringe ad andare ad oltranza anche se le vinco praticamente tutte io. Ci addormentiamo alle quattro passate e stranamente al mattino è lui a svegliare me portandomi il caffè, anche ben fatto, devo dire.
Facciamo colazione, giochiamo ancora a FIFA, poi pranziamo e ci mettiamo sul divano.
"E' definitivo?" Mi chiede mentre guardiamo un programma in tv che non interessa a nessuno dei due.
"Non sa se mi ama" dico solo e lui annuisce.
"Mi dispiace" mi mette un braccio sulle spalle e avvicina la mia testa alla sua. "Spero di averti distratto un po'" termina poi. 
Annuisco e lo abbraccio, non posso che essergli grato. E' così giovane ma nello stesso tempo sa essere un ottimo amico e mi sento fortunato ad averlo nella mia vita.
Quando se ne va, però, il vuoto di questa casa torna ad inghiottirmi e solo Bonnie resta a farmi compagnia. Si mette sul balcone e ne approfitto per scattargli una foto col Vesuvio sullo sfondo. Ne devo scattare dieci, come al solito, per farne una decente. La posto e mi rimetto sul divano aspettando l'ora per andare agli allenamenti e distrarmi da questo vuoto rumoroso che mi circonda.
I giorni passano uno dopo l'altro, veloci, poi lenti, poi di nuovo veloci. Ho smesso di contarli e mi limito a viverli al meglio che posso. Lavoro molto, anche a casa, faccio sempre esercizi per tenermi impegnato. Esco poco ma lo faccio volentieri.
Elif si è praticamente trasferito da me, stiamo spesso insieme e mi fa compagnia. Mi fa sentire meno solo con le stronzate che dice e che fa e mi aiuta a non pensare troppo alla mia situazione. Sto meglio e voglio continuare così. Spero di sentirmi sempre meglio, giorno dopo giorno. Davvero.

Sogna con me // Diego DemmeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora