IV

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Finisco gli allenamenti, lascio Amin a casa sua e vado da Fede. Sono le due e abbiamo deciso di pranzare insieme. Io oggi non ho gli allenamenti mentre lei, purtroppo, deve tornare al negozio. Abbiamo un paio d'ore per stare insieme e ne vogliamo approfittare.
Busso alla sua porta e dopo qualche secondo mi apre.
"Buongiorno.." Dico, ma lei nemmeno mi sente. E' a cellulare e urla come una matta chissà con chi. Dopo un po' lo capisco, con Elena.
"Ma chi ti ha autorizzato Ele? Chi? Io gli avevo detto di non dargli antibiotici che non servivano, e tu glieli hai venduti?.. Ma non mi interessa se ha insistito, gli avevo detto di no! Ora il cane sta male ma non è colpa mia e nemmeno tua.. Sì certo ma la prossima volta chiamami quando vedi che la ricetta non è mia quando si presenta un mio cliente.. Ora vuole rompere le palle a me? E tu cogliona che gliel'hai venduto! No senti, ne parliamo dopo, ora mi sto innervosendo troppo e non voglio esagerare. Ok, a dopo" stacca la telefonata e lancia il cellulare sul divano.
"Ma che cazzo!" Urla e poi sbuffa.
"Tutto bene?"
"Non va niente bene, niente. Menomale che sei qui" viene da me e mi bacia calmandosi un attimo.
"Che succede?" Mi tira con lei sul divano e si appoggia sul mio petto.
"Un tizio che ha un chiwawa con la bronchiolite gli ha dato l'antibiotico senza il mio permesso, però l'ha comprato da me, cioè da Elena. Ora il cane sta male e vuole prendersela con me"
"Ma tu gli avevi detto di no, giusto?"
"Sì, gliel'avevo sottolineato. Infatti la ricetta medica non è mia ma di un altro veterinario"
"Allora stai tranquilla"
"Non ci riesco" sospira e abbassa lo sguardo. "Ho il ciclo, sono nervosa, me la prendo con tutti e ho una voglia pazza di cioccolata che non ne hai idea"
"Dai che poi ti passa.. Ce l'hai la cioccolata?"
"Sì, non sto mai senza perché so che vado in astinenza" spiega.
"Okay. Povera Elena, l'hai trattata malissimo" dico e lei alza lo sguardo verso di me.
"Lo so, esagero quando sono nervosa anche se lei ha sbagliato, doveva chiamarmi. Dopo le chiedo scusa"
"Brava dottoressa. Ora ti preparo qualcosa così mangi e ti calmi"
"Che mi prepari?"
"Cosa preferisci?"
"Vedi dovrei avere il pomodoro fresco, facciamo due pennette rigate?"
"Perfetto" fa per alzarsi ma la fermo e la bacio. Chiudiamo entrambi gli occhi e li riapriamo insieme dopo qualche secondo. "Faccio io, tranquilla"
Annuisce e mi guarda allontanarmi. "Okay" dice.
Preparo la pasta e faccio il sugo da parte, come ho imparato da mio padre. Non sono un grande cuoco ma ho comunque sangue italiano che mi scorre nelle vene quindi me la cavo. 
Lei nel frattempo apparecchia e mi racconta la sua mattinata seduta a sul davanzale della cucina mentre io cucino. Ogni tanto passo e le do un bacio o lei lo chiede a me. 
Dopo una decina di minuti siamo a tavola a mangiare e sono soddisfatto di me stesso. Carichiamo la lavastoviglie e poi ci mettiamo un po' sul divano. Le accarezzo i capelli e le lascio tanti piccoli baci ovunque la mia bocca arrivi mentre lei mi disegna dei cerchietti sull'addome. Restiamo cosi per una mezz'ora, poi lei deve tornare a lavoro e io me ne torno a casa. 
Porto Bonnie a fare una passeggiata e passo in una cioccolateria. Se Federica ha voglia di qualcosa, devo accontentarla e ho in mente una cosa speciale. Entro e compro la migliore cioccolata svizzera e una specialità tedesca che io adoro. Riempio una busta di cartone e poi vado al negozio dove so che sta lavorando.
"Ciao Ele" dico appena entro e lei subito mi sorride.
"Ciao Diego" risponde un po' impacciata e mi guarda mentre mi avvicino.
"Tutto bene?"
"Sì bene, a te?" Si appoggi al bancone e si sporge verso di me.
"Bene, grazie. Fede è impegnata?" Alzo la mano per farle vedere la busta che devo darle e lei la guarda un attimo per poi tornare a me.
"Sì certo" dice.
"Certo cosa?" Non capisco, è impegnata o no?
"No scusa, volevo dire che è libera, puoi andare. Però ti avviso, oggi è nervosissima. Anzi se riesci a calmarla un po' mi fai un piacere.."
"Ci provo" le sorrido e vado verso lo studio privato di Federica. Busso e lei risponde.
"Sono impegnata" dice.
"Mi risulta di no.." Rispondo e subito apre la porta.
"Sei tu?" Mi abbraccia e mi tira dentro.
"Allora, la mia doktorin preferita si è calmata un po' o odia ancora il mondo?"
"Odio ancora il mondo, però ho chiesto scusa ad Elena, non era giusto trattarla così"
"Brava piccola" la bacio un attimo e lei nota la mia busta.
"Che hai portato?"
"Volevi la cioccolata? Eccotela. Ho preso un po' di tutto perché non so quale preferisci" mi strappa letteralmente la busta dalle mani e scava tra la cioccolata con gli occhi a cuoricino.
"Ma tu sei fuori di testa" mi dice, per poi abbracciarmi sedendosi sulle mie cosce. 
"Giusto un po'. Te ne ho presa anche una tedesca che a me fa impazzire" gliela prendo e gliela faccio vedere e lei annuisce baciandomi ancora. Amo il modo in cui mi stringe tra le braccia, mi fa sentire più felice.
"Io amo i cioccolatini tedeschi.." mi dice in un orecchio, baciandomi poi leggermente sotto al lobo, sul collo.
"Li hai mai assaggiati?"
"Tante volte" continua coi baci, facendomi rabbrividire. "Soprattutto uno" dice e mi fa l'occhiolino e capisco, sta parlando di me.
"Ah e ti piace?"
"Non posso farne a meno, è la mia droga" mi guarda negli occhi e mi sorride. 
"La droga fa male" le muovo l'indice davanti agli occhi facendole segno di no e lei mi bacia anche quello.
"La droga sì, ma la cioccolata fa bene, rende felici. E tu sei la mia cioccolata, il mio cioccolatino tedesco preferito" arriccia il naso e mi stringe ancora. 
Boh sarà il ciclo ma non l'ho mai vista così dolce, non che non lo sia, ma mai così tanto. E mi piace, mi piace che con me abbassi le difese, che si senta a suo agio al cento per cento essendo sé stessa.
"Tu sei la mia pizza crocché allora" dico e lei scoppia a ridere.
"Ma che romantico" dice, stringendomi ancora, poi una voce da dietro la porta interrompe la nostra chiacchierata.
"Fede, hai un cliente" dice Ele.
"Vieni entra" risponde e lei dopo qualche attimo di tentennamento apre la porta ed entra. Ci guarda per qualche istante e poi distoglie lo sguardo. Fede è ancora seduta sulle mie gambe ed è praticamente avvinghiata a me ma non stiamo facendo nulla di che, non capisco l'imbarazzo di Elena. Fede sembra non accorgersene e continua ad attorcigliare le sue dita tra i miei capelli.
"Un attimo e sono pronta" dice facendole l'occhiolino.
"Va bene, ma che sia un attimo" risponde e senza aspettare risposte se ne va chiudendo la porta.
Guardo Fede che si alza e torna alla sua sedia dietro alla scrivania.
"Ma che ha Elena? La vedo strana" chiedo, ma lei, come avevo intuito, non si è accorta di nulla.
"Niente, a me sembra normale"
"Okay allora mi sarò sbagliato. Vado, ti lascio lavorare. A dopo"
"A dopo" le do l'ultimo bacio e poi me ne vado.
"Ciao Ele, ci vediamo"
"Sì, ciao ci vediamo" risponde e mi fissa mentre vado via. Boh.
Torno a casa e dove riposo un po', poi alle otto vado da Fede e passiamo la serata insieme.


Sogna con me // Diego DemmeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora