IV

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Non riesco a togliermi dalla testa il suo sguardo quando mi ha visto con Alina. Sono sicuro che se avesse potuto avrebbe pianto lacrime di sangue per quanto le ha fatto male.
Ovviamente questo non vuol dire nulla, magari è solo gelosa del fatto che io mi sia ripreso velocemente e che l'abbia superata subito. O almeno, così voglio interpretarlo io. Sì perché se il motivo della sua palese sofferenza fosse un altro sarebbe incoerente. In questo mese e mezzo non mi ha mai cercato né ha mai risposto alle mie chiamate e ai miei messaggi, quindi perché ora dovrebbe stare così male per me? Mi ha visto con un'altra e ora rivuole il giocattolo, tutto qui.
"Insalata di riso, va bene?" Mi domanda Alina, non appena saliamo a casa.
"Sì va bene" annuisco e accendo la tv.
E' il 13 giugno e siamo ancora qui perché tra marzo e aprile il campionato è stato fermato per qualche giornata e ora lo stiamo recuperando. E' successo un mezzo casino sanitario ma ora fortunatamente l'abbiamo superato.
Alina è qui da una quindicina di giorni e si sta ambientando bene. Storce ancora un po' la faccia quando vede persone per strada che urlano o che attraversano fuori dalle strisce pedonali, ma si sta abituando anche a questo.
Tra me e lei non c'è stato nulla fino ad ora, ma non nego che ci stiamo avvicinando molto. Ieri ci siamo addormentati sul divano mentre guardavamo un film e ci siamo ritrovati sdraiati e abbracciati come era nostra abitudine fino a qualche mese fa.
Io onestamente non so ancora bene cosa sento per lei. Non mi è indifferente, questo è sicuro, ma non so ancora ben dire se sono in grado di ricominciare la nostra storia. Poi aver visto Federica non mi ha aiutato affatto. Mi ha scombussolato di nuovo la testa, non la vedevo da tanto e rivederla mi ha fatto venire in mente tutti i ricordi con lei e ora non faccio che pensarci.
"E' pronto, vieni?"
"Eccomi" mi alzo e la raggiungo a tavola. Il riso è buono ma non ho molta fame e ne lascio un po' nel piatto.
"Non è buono?" Mi domanda guardando il riso rimasto.
"E' buonissimo ma sono sazio" mi alzo e la aiuto a sparecchiare, poi, non so perché la avvicino e le do un bacio sulla guancia. Lei resta immobile, pietrificata, e poi sorride.
Mi raggiunge sul divano e guardiamo anche stasera un film. Stavolta però, non ci addormentiamo. Restiamo svegli fino alla fine e poi andiamo a dormire ognuno nella sua stanza.
O così proviamo a fare. Ma io non ci riesco. Mi sento irrequieto, non riesco a stare fermo né tanto meno a dormire. Guardo l'orologio sul mio display, segna le 02:03. Mi alzo. Basta, non riesco più stare da solo in questo letto, ho bisogno di calmarmi.
Senza neanche accorgermene sono fuori la camera di Alina e abbasso lentamente la maniglia. Faccio piano, non voglio che mi veda. Arrivo al letto e ci salgo sopra sempre più piano che posso. Mi muovo verso di lei e in pochi secondi le sono sopra. Lei apre gli occhi e quando mi vede capisce che è il momento giusto.
La bacio perché non saprei fare altro. Mi bacia e mi sembra di tornare indietro di sei mesi, a quando questa era la cosa che amavo di più al mondo.
Le sfilo il pigiama, lei fa lo stesso con me. Inizio a baciarla ovunque, mi fa strano, non ero più abituato al suo corpo ma mi piace, come mi è sempre piaciuto. Le divarico lentamente le gambe, metto il condom e le entro dentro. Stringe le labbra tra i denti, si aggrappa a me con le gambe mentre io vado sempre più forte, sempre più a fondo.
Non ci diciamo nulla, ci limitiamo a fonderci l'un l'altro e a goderci ogni vibrazione dei nostri corpi. La sento che sta per arrivare e con due dita le accarezzo il centro nevralgico del suo piacere e poco dopo trema tra le mie braccia. Non mi fermo, continuo, ci sono vicino anche io. Un attimo prima resto in fondo a lei e mi svuoto completamente.
Cado sul materasso completamente esausto. Non ci ero più abituato, è quasi un mese e mezzo che non faccio sesso e mi sa che ci sono andato troppo forte.
Lei continua a non dire nulla, anche se la vedo che mi fissa nella penombra. Si appoggia al mio petto, chiude gli occhi e si addormenta.
La mattina dopo quando mi sveglio lei non c'è, mi alzo e vado in cucina dove la trovo a preparare la colazione. La raggiungo e la abbraccio da dietro.
"Buongiorno" le dico baciandola il collo e lei sorride dandomi a sua volta un bacio sulla guancia.
"Buongiorno" dice e porta le brioches a tavola. Si siede e io faccio lo stesso. Continua a guardarmi ma non dice nulla, non mi domanda niente ma so che vorrebbe farlo.
"Puoi chiedermi quello che vuoi, non scappo" le dico mordendo la mia brioche vuota.
"Io?" Si guarda in giro, poi sospira. "Si vede tanto?"
"Eh abbastanza... E' da ieri che mi guardi così..."
"Niente di che, Diego. Sapevo che prima o poi sarebbe successo, ci speravo e visto che ci siamo molto avvicinati in questi giorni, speravo accadesse presto" spiega, continuando a muovere nervosamente le mani.
"Sì infatti"
"Però mi chiedo... Perché proprio ieri sera?"
"Non c'è un motivo, mi andava. Ci pensavo già da un po'... Ho sbagliato?"
"No assolutamente, io sono felicissima di quello che è successo. Però ecco, devo chiedertelo..."
"Cosa?" Faccio un sorso al mio latte freddo e la guardo in attesa della sua domanda.
"C'entra la dottoressa di Bonnie?" Chiede, fissandomi.
Resto ancora una volta imbambolato, che c'entra ora Federica? No che non c'entra. Ho fatto sesso con lei perché le voglio bene, mi mancava e ne avevo voglia. Tutto qui, Federica non c'entra.
"Federica?" Faccio un mezzo sorriso e scuoto la testa. "Assolutamente no" dico deciso.
"No? Perché ho visto che vi guardavate in un modo strano come se... non lo so..."
"Ali, io sono una persona sincera, lo sai, non mi piace mentire soprattutto nelle relazioni. Quindi ti dirò la verità" faccio un respiro profondo mentre lei mi ascolta sempre più attentamente. "Sono stato con te stanotte perché mi andava, perché ne avevo voglia e perché sono diversi giorni che volevo farlo. Sulla questione di Federica però hai ragione" dico, e la vedo subito trattenere il respiro.
"In che senso?"
"Abbiamo avuto una storia" dico solo, senza dare troppi dettagli.
"Una storia? Quando?"
"E' finita da un mese e mezzo, non ci siamo più visti da allora. Ieri era la prima volta, perciò mi guardava così. Niente di più e niente di meno" chiarisco e lei annuisce.
"Cioè, avete fatto sesso?"
"Sì" annuisco. Ora mi farà tremila domande, ne sono consapevole.
"E ti piaceva?"
Questa però, non me l'aspettavo..
"Lei è una bella ragazza e io sono etero, quindi sì, mi piaceva" dico la verità.
"Lo sospettavo sai, stanotte sei stato... diverso..."
"Ho imparato che ci sono tante cose che possono dare piacere, non solo quelle tradizionali. Ma se non ti piace, evito"
"Mi è piaciuto eccome, Diego, il punto non è quello. Il punto è che me ne ero accorta subito"
"Voi donne avete un sesto senso, è vero" annuisco e mi alzo portando la tazza del latte al lavandino, poi mi avvicino a lei e le prendo il viso tra le mani.
"Io ti piaccio ancora?" Mi domanda, con gli occhi che improvvisamente sono lucidissimi.
Mi fa quasi tenerezza, mi si spezza il cuore a vederla così. Le bacio le labbra e poi appoggio la mia fronte alla sua.
"Sempre" rispondo.
"Okay" annuisce e finalmente sorride.
"Ora pensiamo solo a noi, okay?"
"Certo, iniziamo daccapo, da oggi"
"Perfetto" la bacio ancora e ci abbracciamo.

Vado a lavarmi, a prepararmi e poi agli allenamenti. Mi sento più tranquillo, è come se il fatto di aver chiarito la situazione con Alina, di avere finalmente la testa meno incasinata e la sicurezza di avere una persona a casa che mi ama, mi fa stare più calmo.
Torno a casa, la bacio, gioco con Bonnie e la aiuto a cucinare. Tutto come prima, se non meglio. Tutto come prima, se non fosse per un messaggio che mi arriva improvvisamente e che mi destabilizza di nuovo.

"Siete tornati insieme?"

Sogna con me // Diego DemmeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora