Forse era il momento giusto per dirglielo, ma anche stavolta non ho avuto il coraggio. Ci sono troppi casini nella sua vita ora, poi con la questione del negozio non sono tranquilla. Sono incinta di un mese e mezzo, suppongo che presi dal bisogno di stare insieme non ci siamo proprio più interessati di precauzioni varie. Io prendo la pillola ma qualche giorno quando non eravamo ancora tornati insieme forse l'ho saltata, non so dire con precisione. Fatto sta che ho fatto anche la Beta e ho avuto la conferma, aspetto un bambino.
Diego sarebbe felicissimo, lo so bene. Immagino già i suoi occhi che brillano di gioia e poi le lacrime di felicità quando glielo dirò. Lo immagino e so che sarà bellissimo ma voglio che lui sia più tranquillo di quanto è ora, quindi aspetterò qualche settimana.
Mentre sono sdraiata sul letto a fissare il soffitto e a fantasticare sul sesso di nostro figlio, il mio cellulare squilla. Mi accorgo di essere fottutamente in ritardo e che sono già le quattro. Mi alzo di scatto e rispondo ad Elena che mi sta chiamando.
"Ele, hai ragione, arrivo in dieci minuti"
"Fai con calma però vieni, ti devo far vedere una cosa" risponde, con la voce bassa.
"Va tutto bene?"
"Sì, penso di sì. Ci vediamo tra poco"
"Sì a tra poco" prendo le chiavi della mia auto a volo e scendo di corsa. Guido fino al negozio al Vomero e mi pietrifico davanti la serranda. Una scritta a caratteri cubitali, incisa nel ferro mi lascia di sasso. Istintivamente mi metto una mano sulla pancia e poi sul viso. 'PUTTANA'. Tutto qui.
"Fede, mi dispiace..." Elena mi vede fuori e mi raggiunge.
"Tranquilla, me lo aspettavo che facesse qualcosa"
"Dici che è stata lei?"
"Penso di sì ma non mi voglio far prendere dall'ansia. Chiama il fabbro, la cambiamo. E chiama anche la vigilanza, voglio due vigilantes fuori ad entrambi negozi, per almeno un mese. Voglio stare tranquilla" le dico e lei annuisce e corre a telefono.Lavoro ancora all'inaugurazione, poi vado anche al negozio a Posillipo e faccio delle visite che avevo programmato con dei clienti.
"Ciao Giancarlo, c'è Fede?" Sento la voce di Diego ed esco dal mio studio. È strano per me vederlo qui ma ora mi ci devo abituare.
"Amore, ciao" guardo l'orologio che ho al polso che segna le diciotto e collego tutto. Ha finito gli allenamenti, ha preso Bonnie ed è in giro con lui che appena mi vede mi salta addosso. L'unica cosa che Alina gli ha concesso è stato Bonnie, per il resto non gli ha dato nulla, né vestiti, né niente altro.
"Ciao amo. Passavamo da qui e siamo venuti a salutarti" mi saluta cercando si mostrarsi tranquillo ma so che non lo è ancora.
"Avete fatto bene, ho ancora qualche appuntamento ma ho quasi finito"
"Mh. Ma tutto bene?" Mi scruta in modo strano. Forse ho un po' di occhiaie, o mi vede stanca, non lo so.
"Sì tutto bene, sono solo un po' stanca. Niente di che"
"Sicura?" Mi avvicina e mi tira a lui prendendomi da un fianco. Il suo tocco mi calma all'istante, anche se ho così tanta voglia di dirgli il motivo della mia spossatezza che devo distogliere lo sguardo dai suoi occhi preoccupati.
"Sicura" annuisco e sorrido.
"Mh. Giancarlo, sta dicendo la verità?" Sì volta verso di lui che non è mai stato un campione in raccontare bugie e si fa subito sgamare. Ovviamente lui non sa della gravidanza, ma sa della scritta sulla serranda, che effettivamente, è un'altra cosa che mi preoccupa e non poco.
"Che c'è? Me lo dici o no?"
"Ma niente, davvero, una stronzata" dice lui per poi chiedermi scusa già con gli occhi.
"Niente Diego, te lo dico io" si volta verso di me e mi fissa ancora negli occhi. "Al negozio al Vomero è apparsa una scritta sulla serranda contro di me. Ho già chiamato il fabbro e domani sistema tutto" spiego con la voce tremante.
I suoi occhi si rattristano all'istante, sembra colpito profondamente da quelle mie parole.
"Tu pensi che sia stata lei?"
"Non lo so e non mi interessa Dié, voglio solo stare tranquilla" ancora una volta istintivamente mi viene da toccarmi la pancia ma mi trattengo giusto in tempo.
"Mi dispiace che ci vai tu di sotto, non c'entri nulla" sospira e mi tira a lui abbracciandomi.
"Tranquillo davvero. Ho chiamato anche la vigilanza privata, se pensa che mi rovina l'inaugurazione si sbaglia di grosso" dico, ritrovando verve.
"Pago io, fammi avere il conto"
"Ma che dici, dai. Tu pensa a levarcela di torno al più presto possibile, così viviamo la nostra vita tranquillamente" dico e sembra incupirsi.
"Ci provo, giuro" mi bacia la fronte e mi abbraccia ancora una volta.
"Okay, ora sorridiamo e respiriamo. Va tutto bene. Ci vediamo a casa?" Gli dico e lui annuisce. Mi bacia la bocca e poi saluta Giancarlo andando via.
"Tu zitto mai, eh?" Guardo male Giancarlo che mi chiede scusa.
"Non ci riesco, era così preoccupato. Scusami"
"Non fa niente, l'avrebbe comunque saputo" alzo le spalle e torno nel mio studio.
Resto lì ancora un'ora, poi torno a casa.
Diego ha preparato una cena leggera ma a me qualsiasi cosa fa vomitare. Mangio più che riesco cercando di non dare nell'occhio. Riesco a trattenermi ma la mattina dopo corro in bagno a vomitare, buttandomi poi sotto la doccia per non dargli a capire niente.Non posso nasconderglielo ancora per molto, non posso.
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Sogna con me // Diego Demme
Fanfiction"E se sognassimo insieme?" Prima FanFiction su Diego Demme🌤 Pubblicata il 16-03-2020 Faith.