Parte quinta - Di nuovo?

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Oggi agli allenamenti ho davvero dato il tutto per tutto, sono estenuato. Guido fino a casa di Dries, lo lascio da lui e torno a casa mia. O dovrei dire nostra. Sì perché ormai è più di un mese che Federica vive da me e devo dire che mi trovo bene. All'inizio è stato strano ma è ci siamo abituati alla presenza costante l'uno dell'altro quasi subito. Ora è come se vivessimo insieme da anni, o almeno, questa è la mia impressione.
Entro a casa e subito un odore di lasagna mi arriva dritta al naso. Mammamia, che fame..
Mi affaccio in cucina e la trovo lì: vestito attillato nero che le arriva a mezza coscia, tacchi alti e capelli sciolti sulle spalle. Che bella che è..
"Buonasera amore"
"Diego, sei tornato finalmente" mi raggiunge con più entusiasmo del solito e mi abbraccia e mi bacia.
"Wowowow... a che devo tutte queste attenzioni?" Mi guardo intorno notando l'atmosfera romantica che ha preparato e le bacio la fronte. Lei si sposta leggermente guardandomi quasi offesa.
"Perché di solito non ti do attenzioni?"
"Non ho detto questo, stasera però sono più del solito"
"Non lo devi a nulla, mi andava e basta" alza le spalle e mi dà un altro bacio.
"Okay, meglio per me allora. Mi vado a togliere questa tuta e a mettere qualcosa di appropriato, torno subito"
"Nel frattempo impiatto" dice e io vado in camera. Mi spoglio, metto un jeans con un maglione a collo alto e torno in cucina. Lei è seduta che mi aspetta con un sorriso enorme sul viso.
"Eccomi" mi siedo e lei mi prende la mano. "Cosa c'è di buono?"
"Cannelloni ripieni" dice.
"Buonissimi, non darmene troppi però che poi domani il mister mi ammazza" sospiro e lei annuisce.
"Va bene così?" Me ne mette quattro e io la fermo.
"Va bene, grazie. Oggi avevi voglia di cucinare?"
"Sì. Non sono andata a lavorare oggi, ho deciso che voglio imparare a cucinare meglio e sto sperimentando"
"Ah... okay. All'improvviso?"
"Perché è reato?"
"No no, certo che no... però non te l'ho mai sentito dire"
"Ora mi va. Sono venuti bene? Lì ho anche carne al ragù, salsicce con la salsa, polpette, peperoni, melanzane e.."
"Oi oi, frena un po'... ma che ti prende?" Me la rido e scuoto la testa, stasera sembra elettrica.
"A me? Niente, sono normalissima. Cosa vuoi per secondo?" Si alza e mi toglie il piatto vuoto riempiendolo di carne e contorni.
"Sembri agitata, come se dovessi dirmi qualcosa" la guardo meglio mentre lei smanetta con gli utensili in cucina.
"Ma cosa?"
"Che ne so... sembra tipo che sei incinta e devi dirmelo" rido di nuovo è una cosa impossibile e lo sappiamo bene entrambi e infatti ride anche lei.
"Che cretino che sei, lo sai che non è possibile"
"Lo so, lo so. Infatti sto pensando a qualcos'altro..."
"Non pensarci più, non ho niente. Anzi, perché non pensiamo a prenotare il viaggio per giugno?" Chiede, facendomi sconvolgere ancora di più.
"Ma non è nemmeno marzo Fede, è presto"
"Sì?" Fa la scarpetta nella salsa e mangia il pane come se fosse affamata.
"Sì. Ma si può sapere che ti prende?" Le fermo le mani e lei fa di no con la testa.
"Niente, davvero. Il dolce lo vuoi?"
"Mh, okay. Solo un assaggio che domani poi in trasferta mi sento pesante" annuisce e mi porta un pezzo di crostata a ciliegia, la mia preferita. La mangio e poi come ogni sera sparecchiamo insieme e carichiamo la lavastoviglie.
Vado in bagno e quando la raggiungo in camera la trovo rannicchiata sotto le coperte con lo sguardo nel vuoto. Okay..
Mi metto anche io a letto e la tiro a me, lei si lascia trascinare tra le mie braccia e mi avvolge con le sue. Non mi rivolge la parola, non mi guarda, non esisto. Bipolare totale stasera, dall'euforia al mutismo.
"Ti amo, lo sai? E grazie per tutto quello che fai per me" cerco di darle una svegliata e forse ci riesco.
"Non faccio nulla, anzi, sono io che devo ringraziare te" mi lascia un bacio sul petto e mi fa i grattini. Poi improvvisamente mi salta addosso, non capisco nemmeno il preciso istante in cui mi inizia a baciare e a strusciarsi su di me. Mi bacia in un modo strano, in un modo che non mi piace. È troppo agitata, non mi guarda nemmeno negli occhi e si dimena su di me come una forsennata.
"Hey, aspetta un attimo..."
"No dai non mi fermare" scuote la testa e mi bacia ancora.
"No Fede, non mi piace così, ferma" le blocco le mani e la faccio sdraiare al suo posto. Ha gli occhi sbarrati e il respiro accelerato. "Si può sapere che ti prende stasera?"
"Niente, mi è passata la voglia. Buonanotte" chiude gli occhi e mi lascia come un deficiente in mezzo al letto.
"Nessuna buonanotte. Mi parli per piacere?" Le alzo la testa con due dita sotto al mento ma lei me lo impedisce forzando il collo. "Guardami" ci provo di nuovo ma niente, oppone sempre resistenza. "Fede per piacere... mi guardi e mi dici che c'è?" Stavolta riesco a farle alzare la testa e a guardarla negli occhi.
Ha gli occhi pesanti, più grandi del solito. Ha uno sguardo triste, uno sguardo provato. Ha uno sguardo che ho già visto prima e che mi fa venire alla mente brutti ricordi. L'aria mi inizia a mancare, il freddo si fa strada dentro di me.
"Di nuovo?" Le chiedo e lei scuote la testa come se non capisse, ma so che ha capito benissimo.
"Sono solo stanca, buonanotte Diego, a domani"
"Niente a domani... guardami e dimmi se sta succedendo di nuovo" stringo i denti e chiudo gli occhi pregando che mi stia solo impressionando.
"Cosa?" Balbetta, sa di cosa sto parlando, si capisce chiaramente.
"Hai dubbi su di noi, sei insicura e cose così?" Dico, con una forza che non sapevo di avere. Solo a pensarci non mi sento più il cuore.
Non parla subito, continua a guardarmi e a tremare come una foglia.
"È così, vero?" Mi inizio ad agitare e lei si mette seduta.
"Non ho dubbi sulla nostra relazione Diego, con te ci sto bene, sei perfetto ma..."
"Ma?" È sempre la solita storia, mi sembra un disco che si inceppa.
"Ma l'amore..."
E qui, il mio mondo crolla. Sta mettendo in dubbio il suo sentimento che è la cosa peggiore che potesse dire.
"Non mi ami?" Domando diretto, almeno so di che parliamo e mi tolgo il pensiero.
"Non ho mai detto di amarti" risponde con una frase a metà, come suo solito.
"Questo lo so, ma io credevo che avessi difficoltà a dirlo ma che lo provassi il sentimento. A quanto pare però mi sono sempre sbagliato..."
"No, Diego, senti..." mi raggiunge e si mette accanto a me. "Io non ti voglio lasciare, sto solo dicendo che non sono sicura al cento per cento di quello che provo. Non ho mai amato qualcuno e l'amore non lo so nemmeno riconoscere"
"Quindi non mi ami"
"Non ho mai detto che non ti amo"
"Ma nemmeno che mi ami!" Alzo la voce e poi mi metto le mani in faccia, questa situazione sta peggiorando parola dopo parola.
"Non devo dirtelo solo perché tu me l'hai già detto, non funziona così" scuote la testa.
"E infatti io non ne ho mai fatto un problema. Ma se ora mi vieni a dire che non sei sicura di quello che provi quando ne abbiamo passate tante, quando mi avevi detto di non avere più dubbi, quando conosci i miei e io i tuoi, viviamo insieme e condividiamo tutto... non so che pensare. Come fai a stare con me senza amarmi?"
"Non è così facile"
"Mi ami sì o no? Non è nemmeno difficile"
"Non lo so!" Sbuffa e alza la voce.
"Allora non mi ami, stop!" Mi alzo dal letto e lei mi segue.
"Non ho mai detto di non amarti, te l'ho già detto prima"
"Allora guardami negli occhi e dimmi che mi ami" le chiedo, picchiettando l'indice sul suo cuore. È in piedi di fronte a me, ad una decina di centimetri di distanza. Mi guarda negli occhi, muove la bocca un paio di volte come a voler dire qualcosa, poi sospira e abbassa la testa.
"Non mi ami, semplice, ecco la prova"
"Non è così! E' molto più complesso Diego..." batte i piedi a terra e inizia a piangere.
"Non è complesso per niente! L'amore è la cosa più semplice del mondo, lo sai quando ami una persona, non hai bisogno di chiedertelo mille volte. Se te lo devi chiedere e non trovi la risposta allora non ami, non sei innamorato"
"Non per tutti è così, io ho bisogno di più tempo per capirlo. Per piacere non prendiamo decisioni affrettate" sospira e si asciuga gli occhi con il polsino del pigiama.
"A questo punto la decisione la prendo io. Non mi va di vivere nell'insicurezza, non voglio avere la paura che tu un giorno ti svegli e non mi vuoi più"
"Diego, per piacere, che stai dicendo?"
"Non voglio vivere col terrore di essere abbandonato, di essere un ripiego, o un contentino. Ho bisogno di sicurezze, di una persona che mi ama come so di saper amare io. Ho bisogno di una donna al mio fianco, una donna responsabile e sicura di sé e a questo punto è chiaro che al momento non sei tu. Non posso vivere in balia dei tuoi sentimenti oscillanti e stare nel panico ogni giorno. Non posso" prendo il cuscino dal letto e lei mi guarda con gli occhi rossi e gonfi, iniziando a singhiozzare. Ma devo essere forte e non farmi prendere dai sentimenti, non mi devo far intenerire o tutto quello che ho detto fino ad ora perderà valore.
"Non te ne andare..." dice tra i singhiozzi ma non la ascolto. Devo andare. Mi metto nella camera degli ospiti ma dopo una mezz'ora lei viene da me, ancora in lacrime.
Dice che senza di me non ci vuole stare, che non vuole che ci lasciamo e che ha bisogno solo di un po' più di tempo. La prendo di peso e la riporto di là.
Non ho più tempo per i giochi e per le stronzate. Preferisco stare da solo che con una persona che vive nell'incertezza perenne.

La mattina dopo ho il cuore a pezzi a vederla così, rannicchiata e con i segni del pianto che le scavano il viso ma non torno indietro e non mi rimangio ciò che ho detto.
Preparo il borsone per la trasferta, le scrivo un biglietto e scendo.

Sogna con me // Diego DemmeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora