Epilogo

440 34 24
                                    

"Giancarlo, ma con Bevilacqua due ore l'appuntamento? Che viene con un esercito di cani e gatti?"
"Eh si ha detto che viene con un suo collega che ha bisogno di un consulto per il suo pitbull, non so altro. Gli serve tempo ha detto" alza le spalle e io annuisco.
Bene, ottimo. Due ore con uno dei clienti più chiacchieroni che ho, alla fine mi scoppierà la testa.
Siamo a settembre, un altro anno lavorativo è iniziato da poco e il mio pancione sta per esplodere. Sono all'ottavo mese e siamo impazienti di avere Gabriele nelle nostre vite. Sì, sarà anche a noi un maschietto e farà compagnia a Valerio che nel frattempo cresce forte e sano. Mio fratello invece è diventato papà lo scorso mese, Carolina ha dato alla luce una femminuccia, Eva. Nicola ha completamente perso la testa e più guardo lui più mi immagino Diego allo stesso modo. E' come impazzito, non fa che pensare a come trasformare la nostra casa in un luogo sicuro per quando nascerà, legge libri su come essere un buon padre e passa le ore a telefono con il suo per farsi spiegare come comportarsi in certe situazioni.
Mi fa morire dal ridere ma mi rende anche felice questa sua ansia positiva.
"Va bene, lo aspetto dentro" ritorno alla conversazione con Giancarlo ma proprio Diego entra nel negozio, sorprendendomi.
"Allora, sei pronta?" Sorride e tiene Bonnie al guinzaglio, poi mi dà un bacio sulla bocca e una carezza sulla pancia.
"Ad incontrare Bevilacqua? No, per niente" sbuffo e Giancarlo alle mie spalle se la ride.
"Eccomi" allarga le braccia e si indica.
Lo fisso confusa per un po' e lui non si smuove dalla sua posa stupida.
"Magari Dié, invece è un professore di storia logorroico e pesante"
"No, ti dico che sono io. Giancarlo, confermi?" Ci giriamo entrambi verso di lui che annuisce e fa l'occhiolino.
"Confermo" dice, sorridendo.
"Non ho capito, che significa questa cosa?"
"Vieni che ti spiego subito" mi ruota intorno sfilandomi il camice e lo passa a Giancarlo che lo prende al volo e lo appende al suo posto.
"Okay..." mi sento un po' spaesata, lo ammetto. Ma dove mi sta portando?
Entro nella sua auto e Bonnie si posiziona sui sediolini posteriori.
"Dove stiamo andando?"
"Ora lo vedi, anzi..." apre il cruscotto e prende una benda nera. Me la lega davanti agli occhi e poi parla di nuovo. "Che numero è questo?"
"Non ci vedo Diego"
"Okay, perfetto" mi accarezza la coscia e mette in moto. Guida per poco, nemmeno cinque minuti, poi si ferma e tira il freno a mano e dopo pochi secondi mi apre lo sportello dal mio lato.
"Ora ti guido io, segui le mie istruzioni, okay?"
"Sì" annuisco e gli stringo una mano, forse un po' troppo forte.
"Stai bene?"
"Sì, un po' agitata ma bene"
"Non ti agitare, è una cosa bella" mi bacia la guancia e mi avverte che stiamo per entrare in un'ascensore.
Non riesco ancora a capire dove siamo, forse a casa nostra? Avrà preparato una delle sue sorprese, già me lo immagino. Il cuore inizia a rimbombarmi in petto non appena sento il trillo dell'ascensore che ci avvisa che siamo arrivati a destinazione.
"Eccoci..." mi tiene ancora la mano ma si allontana un po' da me, poi sento un rumore, come un click. "Sei pronta?" Mi domanda e io annuisco, tremante.
"Uno, due, tre!" E mi scioglie la benda che ho sugli occhi.

Non appena vedo dove sono, mi viene da piangere e la gravidanza non aiuta affatto.

"Cosa è successo qui?" Mi guardo intorno e non c'è nulla di quello che avevamo lasciato noi, ci sono solo i muri portanti, poi per il resto è completamente vuota.
Mi prende la mano e mi guarda negli occhi, unendo la sua emozione alla mia.
"Ti ricordi quando mi parlasti dei tuoi sogni?" Mi domanda, con le mani strette tra le mie.
"Certo" annuisco.
"Il mio sogno si sta per realizzare..." mi sfiora la pancia e sorride, per poi continuare. "E volevo esaudire anche il tuo" termina, guardandosi intorno. "Questa è sempre stata la nostra casa, il nostro rifugio, il nostro porto sicuro e io non potevo lasciarmela scappare."
"Diego, non mi dire che..."
"Sì, l'ho comprata e l'ho fatta portare allo stato grezzo, così possiamo decidere noi come dividerla e arredarla" spiega e non so come ho fatto a meritarmi un uomo così fantastico nella mia vita.
"L'hai comprata davvero, non ci credo" mi asciugo gli occhi da qualche lacrima ribelle che scende dai miei occhi e lui annuisce.
"E non è finita qui, vieni" mi prende di nuovo la mano e mi porta verso il terrazzo, il nostro posto preferito.
Appena usciamo i miei occhi vedono subito ciò che ha preparato per me e stavolta le lacrime ad uscire dai miei occhi non sono poche, ma tantissime. Mi abbraccia, aspetta che mi calmi e mi porta lì vicino per spiegarmi.
"Mi hai detto che volevi un'altalena che ti avvicinasse al mare per quando ti senti triste e non potevo non esaudire questo tuo sogno" dice e lo abbraccio perché è la cosa più dolce che abbia mai fatto per me, e ne ha fatte tante. "Ma voglio che l'altalena non sia solo per quando sei triste, voglio che sia il nostro posto, che te ne ricordi come un posto felice. Quindi..." si mette una mano nella tasca posteriore dei jeans e tira fuori un cofanetto in velluto.

Mi sento tremare tutta, le gambe mi sembrano di gelatina, le braccia mi pesano, il cuore mi scoppia. Sono nel momento più felice della mia vita ed è solo grazie all'uomo che amo e che ora è inginocchiato qui ai miei piedi.

"Amore mio, voi sognare con me?" Domanda, con la voce rotta dall'emozione.
"Sì, sì, lo voglio!" Alzo la voce e lui mi infila l'anello, per poi alzarsi e baciarmi.

Tutto qui, l'amore, quello vero, non ha bisogno d'altro. Anzi forse sì e a noi è arrivato il mese dopo, Gabriele. Tre chili e mezzo di amore e gioia pura, tre chili e mezzo d'uomo che ci hanno stravolto la vita, rendendoci mille volte più felici di quanto pensavamo fosse possibile essere.
L'amore, quello vero, non ha bisogno d'altro e noi l'abbiamo finalmente capito.

FINE.

****
Grazie ancora a tutte per essere sempre qui con me❤️

Sogna con me // Diego DemmeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora