VII

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È metà febbraio, le giornate stanno lentamente allungandosi, nell'aria c'è profumo di mimose e il sole è sempre più presente. E io me ne sto a casa col mio gatto, coi pensieri ingarbugliati e i capelli spettinati. È venerdì e proprio non mi va di uscire. Elena me l'ha chiesto, mi ha invitata ad andare al cinema o a mangiare qualcosa ma no, non mi va, grazie.
Sto diventando pigra, troppo. Nemmeno più in palestra sto andando e so che è un errore ma Gionatan continua ad infastidirmi e ne ho le 'tasche' piene, quindi per un po' ne farò a meno.
Preparo i pop corn, pizza a domicilio e vai. Film strappalacrime e poi filo a letto. Venerdì sera perfetto, no? No, okay.
Il sabato mattina poi, quando mi sveglio, è tutto anche peggio. Mi sveglio alle sei, prestissimo. Salto giù dal letto come se ci fosse un ragno enorme e quasi per sbaglio vedo il mio riflesso nello specchio.
Mi faccio schifo. Provo pena per me stessa, ma a cosa mi sto riducendo? Mi sento molle e debole, non posso andare avanti così. Ho sempre avuto un'ottima autostima, mi sono sempre curata e piaciuta ma ultimamente mi sto trascurando e non va bene, devo riprendermi.
Penso di andare in palestra per recuperare, giusto un paio di ore prima di andare in clinica ma poi il solo pensiero di rivedere Gionatan mi dà il voltastomaco e ci rinuncio però qualcosa devo fare. Mi metto in tenuta sportiva, lego i capelli in una coda alta, un filo di mascara waterproof, cuffie e via. Vado a correre sulla spiaggia qui giù a Posillipo, almeno mi tengo un po' attiva e mi sveglio da questo torpore che mi porto dietro.
Scendo di corsa, metto la top 50 mondiale di Spotify e inizio la mia mattinata sportiva. In meno di cinque minuti sono in spiaggia e faccio la mia corsa fino ad arrivare all'altezza dei bagni Elena, poi torno indietro, o almeno ci provo. Ma appena volto le spalle per fare il percorso inverso, sento qualcuno chiamarmi.
"Dottoressa? Dottoressa!" Sento dire e mi giro.
Oh mammamia, e ora? Sorrido appena lo riconosco e lui fa letteralmente una corsa verso di me con il suo cane.
"Dries, ciao, che piacere" ci scambiamo due baci e poi accarezzo il suo amico peloso.
"Facevi una corsetta mattutina?" Mi chiede.
"Sì, ne avevo bisogno. Tu porti lui a spasso qui?"
"Lei, si chiama Juliette. E si la porto qui perché noi abitiamo lì" mi indica il palazzo Sant'Anna a picco sul mare e io annuisco.
"Ah ecco, capisco"
"Per il resto tutto bene?"
"Sì tutto bene, a te?"
"Sì, bene, non mi lamento. Diego?" Mi domanda.
Cioè, lui chiede a me di Diego? Sa qualcosa che io non so? Sono abbastanza confusa.
"Lo chiedo io a te, Diego?" Respingo la domanda al mittente e lui se la ride, poi prende il cellulare che gli vibra nella tasca del pantalone e mi mostra il display. La chiamata è proprio del tedesco e vorrei che la sabbia mi inghiottisse in questo stesso momento.
"Parli del diavolo.." Dice e poi risponde mettendo il viva voce.
"Dries, ciao buongiorno. Dove sei?"
"Sulla spiaggia con Juliette perché?"
"Stasera hai da fare? Voglio andare a mangiare fuori, in qualche posto di cucina italiana, ma italiana casareccia vera, devo uscire suonando il mandolino e su una Vespa. Ci stai?"
"Va bene, va bene. Anzi ho un'idea.." dice e mi guarda in un modo che mi fa sudare freddo. "Indovina con chi sono" gli chiede e io vorrei ammazzarlo.
"Con chi?"
"La dottoressa Federica!" Urla e mi avvicina il cellulare.
"Ciao Diego" dico in imbarazzo.
"Ciao Fede, ho pensato a chiunque ma a lei proprio no. Dove siete?"
"Non pensare a male eh, ci siamo incontrati qui sulla spiaggia, lei era a correre e io con Juliette. Comunque, stasera viene anche lei con noi, no Fede?"
"Eh?" Per poco gli occhi non mi escono dalle orbite e Diego dall'altra parte lo capisce e ridacchia.
"Se vuole, è la benvenuta, lo sa" dice.
"Sì lo so, però forse non è il caso.."
"Devi venire Fede" Dries insiste.
"Non lo so, non voglio essere di troppo"
"Non lo sei" ancora Diego. Ancora il mio cuore fa una capriola.
"Visto? Dai devi venire, non accetto no come risposta. Ci vieni?" Mi chiede ancora Dries.
"E va bene, ci sto, ma scelgo io dove"
"Basta che sia italiano fatto bene" Diego dall'oltretomba.
"Sì tranquillo, fidati"
"Certo che ci fidiamo, vero Diè?"
"Vero. A che ora?"
"Alle otto da te? Tanto Diego sa dove abiti" mi domanda il belga e io faccio di sì con la testa.
"Va bene allora, a stasera" dice Diego.
"A stasera" rispondo, poi Dries toglie il viva voce e gli dice che lo richiama dopo.
"Perfetto allora, mi ha fatto proprio piacere organizzare questa cosa"
"Anche a me"
"Ottimo, allora vado. Ci vediamo alle otto da te"
"Va benissimo, a stasera" lo saluto con altri baci sulla guancia e poi lo vedo andare via affondando con piedi nella sabbia fino a raggiungere il cancelletto che lo porterà nel suo palazzo.
Quindi è deciso, stasera esco con Diego. Sì, non saremo soli, ovvio, ma ci sarà lui, ci sarò io e potrò starci insieme. Non ci credo ancora. Devo assolutamente raccontarlo ad Elena, sono sicura che impazzirà.

Sogna con me // Diego DemmeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora