VI

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"Dove l'hai lasciato Dario?" Do una spintarella ad Elena quando siamo da sole al negozio e lei se la ride.
"Nel suo ufficio, non posso sempre stare con lui" dice con gli occhi innamorati.
"Allora state insieme, è definitivo?"
"Penso proprio di sì"
"Che bello, sono contenta" la abbraccio e lei abbraccia me.
"E senti, a proposito, ti volevo chiedere una cosa..." siamo una di fronte all'altra e so già che vuole chiedermi qualche giorno di ferie per andare chissà dove col suo ragazzo.
"Certo, dimmi" sorrido, di sicuro non le dirò di no.
"Ma... quando Diego ti ha detto che ti ama, tu come hai risposto? Perché io non sapevo come rispondere e allora..."
La mia espressione si incupisce immediatamente e sento il sangue salirmi in testa. Mi agito e la mia amica lo capisce.
"Fede..." mi guarda ad occhi sgranati.
"Che c'è?"
"Non te l'ha detto ancora?" Sembra esterrefatta. "Fede!" Mi smuove un po' dato che non le rispondo.
"Sì che me l'ha detto, me l'ha detto ad agosto quando siamo tornati insieme"
"Ah, Dio santo, pensavo di no. E allora perché sta faccia?" Mi guarda di sbieco e di nuovo sgrana gli occhi. "No, per piacere, no..."
"Cosa?"
"Tu non..."
"Mh?" Distolgo gli occhi dai suoi che mi stavano per uccidere e faccio finta di cercare qualcosa nei cassetti del bancone.
"Fede, guardami... tu che gli hai risposto?" Mi prende il viso dal mento e mi costringe a guardarla.
"Io..." tergiverso ma non me lo permette.
"Fede"
"Non gliel'ho ancora detto, okay? Non ci riesco, non so che mi prende" spalanca la bocca e lascia cadere le braccia lungo il corpo, come se fosse colpita da quella mia affermazione.
"Perché?"
"Non lo so Ele, non lo so"
"No Fede, ti prego, no... mi sembra di tornare a maggio e ai tuoi dubbi, ti prego dimmi che non è così" congiunge le mani pregandomi e mi guarda con gli occhi tristi.
"Non ho dubbi su di lui, su di noi... ho dubbi su di me. Perché non glielo riesco a dire?"
"Ma anche se non riesci a dirglielo, ok ci può stare... ma dentro di te sai di amarlo, te ne accorgi. Per te è così?" Mi domanda, appoggiandomi le mani sulle spalle e fissandomi ad occhi sbarrati.
"Non lo so, non ci capisco nulla ora"
"Oh cristo, non lo sa" si mette le mani nei capelli e fa di no con la testa.
"Ele non fare la melodrammatica, mi bastano già i mille problemi che mi sto facendo da sola, non ti ci mettere anche tu. So che ho qualcosa che non va, so di essere io il problema ma stavolta non è come l'altra volta, tranquilla"
"Lo spero perché stavolta lo perdi, te lo dico" me lo dice con dolcezza, come se toccasse più lei che me. La abbraccio e cerco di rilassarmi.
"Andrà bene, non lo perderai ma non fare cazzate"
"Non ne farò" mi bacia sulla guancia e mi sorride.
Torniamo al nostro lavoro quando un cliente entra nel negozio e per tutto il resto della giornata non abbiamo più tempo per riparlarne.
Torno a casa, che ora è quella di Diego, alle otto e venti e lui è ai fornelli. Siamo a febbraio e fa freddo, così mi aveva promesso di prepararmi una zuppa a base di ceci che ha fatto con l'aiuto della mamma in videochiamata.
"Buonasera" lo raggiungo e lo abbraccio forte, non ci penso nemmeno a perderlo, no.
"Hei amore, ciao. Tutto bene al negozio?" Si volta e mi bacia, pulendosi poi le mani sullo strofinaccio che ha appoggiato sulla spalla.
"Sì bene, molto stanca ma bene. A te gli allenamenti?"
"Tutto bene" mi sorride e mi bacia, poi mi tolgo il cappotto e vado a mettermi comoda.
Ceniamo con la sua zuppa che è squisita e poi facciamo una videochiamata con sua madre e suo padre per farglielo sapere. Parliamo italiano e ci capiamo perfettamente anche se Diego mi sta insegnando qualche parolina di tedesco che voglio imparare.
Passiamo una mezz'ora collegati con loro e poi ci stendiamo sul divano.
"Ho pensato che dovrei lavorare di meno" dico, mentre guardiamo la tv.
Si gira verso di me e annuisce.
"Se è quello che vuoi, va bene. Te l'ho sempre detto che lavori troppo, ti stressi troppo" mi accarezza i capelli e mi guarda negli occhi.
"Sì e sto iniziando a risentirne. Poi ora che viviamo insieme vorrei poter passare più tempo con te quando non sei in trasferta. Di solito ti alleni mezza giornata mentre io torno sempre per cena"
"Vero, sono d'accordo. Poi ricordo che quando ti ho conosciuta eri molto più presa dal tuo lavoro, ora è quasi un peso"
"Sì è vero, sto esagerando ed è controproducente. Domani lo dico ad Elena così mi modifica gli appuntamenti. Quando sei in trasferta resto di più al negozio, se sei qui mi faccio mettere gli appuntamenti solo di mattina"
"Perfetto" mi tira a lui e mi bacia la testa. "Io non sono mai voluto entrare nelle tue decisioni lavorative, economiche... però se lavori qualche giorno in meno non cade il mondo, stiamo più tempo insieme e ti rilassi un po'"
"Faccio così allora" mi sporgo verso di lui e lo bacio ma stavolta è un bacio diverso. È un bacio che prelude a qualcos'altro, un bacio che è solo l'inizio.
Mi metto su di lui e gli bacio il collo, scivolando con le mani sotto la sua felpa. Sentire la sua pelle sotto la mia mi fa perdere ogni controllo, è la cosa che amo di più.
"Hai voglia?" Mi chiede fermandomi e guardandomi negli occhi.
"Mhmh" annuisco e lo fa anche lui. Mi inizia a baciare e mi spoglia, poi si mette su di me e mi allarga le gambe. Ad un tratto si ferma, mi guarda negli occhi con il fiatone e poi si avvicina al mio viso.
"Solo con te" mi sussurra in un orecchio e all'inizio non capisco il perché ma quando, pochi secondi dopo, mi entra dentro, capisco. Non ha messo il preservativo per la prima volta da quando stiamo insieme e soprattutto, per la prima volta nella sua vita. Mi viene quasi da piangere, mi sento in colpa, mi sento piccola, infima. Lui si fida di me e mi ama più di qualsiasi altra cosa e io non so ricambiarlo.
Si fida di me fino a questo punto, fino a fare una cosa per lui impensabile.
Mi ama fino a questo punto e io non posso che sentirmi sempre più male.

Sogna con me // Diego DemmeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora