IX

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"Non pensavo che arrivassi a tanto, non credevo che fossi capace di farmi così male. Mi aspettavo di meglio da te e invece sei un'altra delusione da aggiungere alle altre... Mi fai schifo, veramente schifo. Davvero dovevo venirlo a sapere così? Potevi dirmelo tu, potevi semplicemente evitare che io lo sapessi fin da ora. E invece no, stavolta avete davvero esagerato"
"Fede... ma di che parli?"
"Di che parlo? Non lo sai?"
"No, non capisco a che ti riferisci e non mi sembra di aver fatto nulla di sbagliato contro di te"
"Vieni nel mio ufficio e ne parliamo"
"Io posso pure venire, ma ti giuro che se è una cazzata mi incazzo. Se è solo una scusa per farmi venire lì litighiamo di brutto"
"Non è una cazzata, per niente"
"Arrivo"

Sono preso da un panico immediato. Che sta succedendo ora? Io davvero non so cosa possa essere, non trovo nulla. Come reagirò nel vederla? Guido tremando fino al negozio e parcheggio in divieto di sosta. Corro dentro ed Elena mi dice che Federica mi sta aspettando nel suo studio.
Busso con sempre più ansia.
"Entra" dice e io lo faccio. La trovo con gli occhi ancora umidi, le occhiaie e il mascara sbavato mentre è appoggiata alla scrivania.
"Sei venuto" mormora mordendosi le labbra e sgranando gli occhi, come se non si aspettasse che venissi davvero.
"Si può sapere che sta succedendo?"
"È venuta Alina poco fa" dice subito, senza girarci intorno.
"Come?"
"Sì. E c'ero anche io, Elena era con un altro cliente"
"E allora?" Inizio a preoccuparmi, una donna innamorata è capace di qualsiasi follia.
Abbassa lo sguardo e so che sta trattenendo le lacrime, poi rialza la testa e mi guarda.
"Ha iniziato a blaterare su quanto fosse felice, su quanto fosse gioiosa e che aveva bisogno di condividerlo con qualcuno..."
"E che c'entra tu? Non sto capendo..."
Mi guarda con quell'aria triste, mi fissa per dei secondi interminabili e devo davvero trattenermi per non correre da lei e abbracciarla forte.
"Ha detto che state provando ad avere un figlio" dice coprendosi poi il viso con le mani.
Resto impietrito a quelle parole, come ha potuto fare una cosa del genere?
"Cosa ha..."
"È vero?"
"Fede, ci sono cose private che..."
"Diego è vero sì o no, cazzo!" Alza la voce e poi fa il giro della scrivania.
"Io ho sempre voluto dei figli con lei, l'ho sempre reputata la donna della mia vita e questo non lo posso negare"
"Quindi è vero, è vero..." scuote la testa e si passa le mani tra i capelli, in preda alla disperazione.
"No, non è vero. Lei me l'ha chiesto ma le ho detto di no, non è il momento giusto" dico e la sento subito più serena. "Non so perché sia venuta qui a dirti questa cosa, io non lo so e mi dispiace, le parlerò"
"Diego, per me il problema non è lei. Se fossi stata al suo posto avrei fatto molto peggio, ti avrei rinchiuso in casa solo con me e buttato il cellulare. Il problema non è lei, io la capisco, si sente insicura. Il problema per me era se la cosa era vera, perché voleva dire che la ami davvero e che stavate progettando un futuro insieme..." è più vicina a me di quanto sia mai stata negli ultimi due mesi e inizio ad andare nel panico più totale.
"Lei è insicura perché anche io lo sono, e l'ha capito. Ha paura che io la possa lasciare, mi chiede di continuo conferme che io le do ma sembra non convincersi"
"Ma quindi tu non sei sicuro di amarla?"
"Io... non lo so non ci sto capendo nulla" fa un altro passo verso di me e stringe i denti. "Ma questo non cambia il fatto che io sto con lei, questo non cambierà" dico cercando di essere deciso. Non posso rischiare di darle a capire qualcosa che al momento non posso fare.
Cambia subito espressione e dà dei pugni alla porta.
"Diego non puoi fare così, non puoi..." è spalle alla porta e respira lentamente, come se le mancasse l'aria. Mi avvicino piano, le sfioro le braccia appoggiando la mia fronte alla sua. La sento tremare come una foglia. Mi guarda negli occhi, siamo vicinissimi.
"Non lo faccio un figlio con lei, ma non posso lasciarla, non ora" dico con la voce bassa.
"Diego ma come puoi... come puoi continuare così..."
"Al momento non ho sicurezze Fede, se le avrò e cambierà qualcosa sarai la prima a saperlo" sospiro cercando di mantenere la calma e giuro che sto facendo una fatica enorme.
"Ma io non riesco più a starti lontana, non ce la faccio... non ce la faccio..." scuote la testa restando con la fronte attaccata alla mia.
"Shhh, per piacere, non dirlo" sento il suo respiro sempre più caldo sul mio viso, le sue labbra sempre più vicine. Le sfioro un attimo, le immagino mentre si uniscono alle mie dopo così tanto tempo e devo fare una resistenza enorme per non farlo succedere. Mi si annebbia la mente ma riesco a tenere il controllo e a non baciarla.
"Diego non ci riesco più..." parla a tratti, trattenendo le lacrime. Più la guardo più sento il mio cuore morire.
"Devo andare" mi stacco giusto in tempo, non avrei più resistito. La sposto dalla porta ed esco senza nemmeno salutare Elena.
Prima di tornare a casa vado a fare un giro sul lungomare, ho bisogno di sbollire e di pensare a cosa dire ad Alina.
Perché non l'ho baciata? Perché? Ne avevo così voglia, le sue labbra mi mancano come non mi è mai mancato nulla e le ho rifiutate. Perché non le ho detto che anche io non voglio più starle lontano, perché mi devo sempre complicare la vita?
"Cazzo" do un colpo al manubrio e per poco non sbando.
Torno a casa e Alina mi aspetta come sempre ma io sono furioso. Si è comportata da immatura e mi ha fatto incazzare di brutto.
"Ali dobbiamo parlare" dico non appena entro dalla porta.
"Che succede?" Mi vede nervoso e si avvicina subito a me.
"Perché sei andata a dire quella cosa a Federica? Perché dici bugie in giro?"
Scuote la testa e mi fissa.
"Il problema è lei, vero?"
"No, il problema sono le bugie che dici. Anche se fosse stata la verità, sono cose nostre, devi tenerle per te" alzo la voce.
"Volevo solo farla stare lontana da te" inizia anche lei ad agitarsi.
"Sa che stiamo insieme, non ci ha mai provato con me. Quindi ti prego, smettila"
"Va bene, ho solo avuto paura. Scusami"
"Ok ma non farlo ricapitare. Vado a spogliarmi e torno"
Proseguiamo la serata con un po' di freddezza.  Io la capisco, davvero. So che posso dare l'impressione di non amarla davvero ma più fa così più mi allontana.
Andiamo a letto e io dopo averle dato la buona notte cerco di addormentarmi. Ma lei mi sveglia verso le due. Mi bacia la faccia, le labbra, mi dice che mi ama, che la devo perdonare. Io non dico né faccio niente, faccio solo finta di star ancora dormendo fino a che non mi sale sopra. Si mette a cavalcioni su di me e si struscia sul mio membro. Mi bacia ovunque, cerca di stimolarmi, di toccarmi come sa che mi piace ma ancora una volta il mio corpo non reagisce.
"Lascia stare Ali" la fermo e tento di farla tornare al suo posto.
"Perché no?"
"Non mi va, non si vede?"
"Sì ma perché?"
"Non lo so, okay? Non lo so! Lasciami dormire" non risponde e si volta dall'altro lato. Mi addormento ma alla mattina la scena è di nuovo la stessa: lei su di me che cerca in ogni modo di svegliarmi per fare sesso.
"Ali, ancora? Ma che cazzo ti prende, mi lasci stare?"
"Devi dirmi perché non ti eccito più, devi dirmi perché non ti piaccio più!" Urla nevrotica, muovendosi a scatti.
"Ma che dici, sto solo un po' nervoso, può capitare"
"Non ti è mai capitato"
"Mi dispiace, che ti devo dire?"
"Pensi a lei, vero?"
Questa domanda mi squarcia in due l'anima. Cosa devo dirle? Non posso fare altro che mentire, non ho alternative.
"Smettila e calmati, non è così"
"Giuramelo"
"Te lo giuro. La smetti ora? Grazie"
"La smetto" sospira e si lascia cadere sul letto.
Io mi alzo e vado a farmi la doccia, restando da solo con le bugie che continuo a raccontare.

Sogna con me // Diego DemmeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora