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Apro gli occhi di soprassalto, come se fosse esplosa una bomba accanto a me. Tasto il letto al mio fianco che è vuoto. Speravo fosse tutto un brutto sogno, un incubo e invece ho rovinato tutto anche stavolta. Mi alzo e corro nella camera degli ospiti dove ieri sera Diego si è trasferito ma è vuota anche questa. Il letto è stato rifatto da poco, il balcone è spalancato e il sole tenue di fine febbraio picchia sul comodino in legno chiaro. Chiudo la porta e vado in cucina, dove trovo un suo biglietto. Scritto su un post-it, stavolta, trovo un messaggio d'addio che mi dilania il cuore.

'Stare lontani ci farà bene, ho bisogno di sapere che se stai con me è perché mi ami, per davvero. Pensaci.'

Leggo e rileggo quelle parole e piango un mare di lacrime nel silenzio del nostro appartamento. Appartamento che sentivo già mio, vita che sento mia dal primo momento che l'ho incontrato. Perché devo rovinare sempre tutto? Perché, mi chiedo? 
Mi faccio una doccia, mi preparo e vado al negozio, non voglio rimanere nel letto a deprimermi.
"Fede, che succede?" Elena non mi dà nemmeno il tempo di mettere piede dentro che capisce subito. Faccio un respiro profondo e cerco di non piangere, non devo.
"E' successo, e come sempre ho rovinato tutto" dico e lei mi guarda scuotendo la testa.
"Che è successo?"
"Si è accorto che ero strana perché ieri sembravo veramente pazza e lui non è stupido, mi capisce subito e gli è bastato guardarmi un attimo negli occhi per capirlo, gli è bastato un attimo"
"Ma tu gli hai spiegato come stanno le cose, no?"
"Sì ma non ha voluto sentire storie e non posso dargli torto"
"Che ha detto?"
"Che ha bisogno di sicurezze che io non so dargli. Mi ha lasciata, mi ha scritto su un post-it..." mi fermo e devo davvero lottare con me stessa per non piangere. "Mi ha scritto che è meglio se stiamo lontani. Ora è in trasferta e torna lunedì" spiego.
"Magari in questi due giorni ci pensa e tornate insieme, che ne sai?"
"Lo so perché l'ho visto deciso, non durerà due giorni" scuoto la testa e poi faccio un respiro profondo, per cercare di calmarmi.
"E ora? Che farai?"
"Devo dargli i suoi spazi come mi ha chiesto. Dopo vado a casa e prendo un po' di mie cose. Me ne torno da me, sperando che questa lontananza mi schiarisca le idee"
"Giusto, magari ti fa bene. E' quello che vuole, no?"
"Sì, vuole solo che io sia sicura di voler stare con lui"
"Allora prenditi anche tu il tuo tempo, ti servirà"
"Infatti, sì" annuisco e le sorrido, mi è sempre utile parlare con lei, sa sempre come parlarmi. "Ora vado in studio che tra dieci minuti ho un cliente, a dopo" la saluto e faccio come ho detto.

Il pomeriggio torno a casa nostra, più mi guardo intorno e più sto male. Le nostre foto, i nostri bigliettini appesi ovunque, i nostri propositi di cose da fare insieme, la lista dei luoghi da visitare... tutto, ma proprio tutto ora mi sembra così essenziale da non poterne fare a meno. 
So che però sono facilmente influenzabile e che devo prendermi del tempo per stare da sola con me stessa e pensarci bene.
Raccolgo un po' di mie cose e prima di andare gli scrivo anche io un messaggio per quando tornerà.
I due giorni passano veloci e il lunedì arriva presto. Ho visto la partita ieri, lui titolare come sempre, mi è sembrato più concentrato e determinato che mai. E' stato come al solito tra i migliori in campo e l'hanno anche intervistato a bordo campo. Diletta Leotta di Dazn lo incalzava con le domande e lui rispondeva subito a tono e con le parole giuste. Poi alla fine un sorriso e uno sguardo complice. Non è niente, e lo so bene, stanno solo facendo il loro lavoro ma mi ha fatta imbestialire vederli così vicini. 
Il cellulare continua a vibrare ed è sempre mio fratello, mi ha davvero stancata. Se gli dicessi che ci siamo lasciati di nuovo attaccherebbe con la solita storia della mia instabilità emotiva, della mia stronzaggine, della mia incapacità di tenermi stretto chi mi vuole bene.
E avrebbe ragione, solo che non voglio sentirmelo dire. Già ci pensa il mio cervello a ripetermelo ogni istante, la paternale da mio fratello proprio non la sopporterei.
Da Diego, invece, nemmeno un messaggio. Non che me lo aspettassi, so che quando prende una decisione sa mantenerla ma in questo momento anche un suo 'ciao' mi farebbe stare meglio.
L'unica cosa che fa è postare una foto di Bonnie con il Vesuvio come sfondo e basta. Mi viene da ridere a pensare a quanti scatti doveva fare prima di far venir fuori una foto decente. L'incompetenza totale con la tecnologia ma la caparbietà di provarci e riprovarci finché il risultato non era quello che voleva me lo faceva apprezzare sempre di più. Più lo prendevo in giro e gli dicevo di smettere che non era cosa sua, più lui si intestardiva e continuava, fino a mostrarmi il buon risultato finale. Poi mi baciava e tornava a giocare con Bonnie. 
E ora eccoli lì, i miei uomini, distanti poche centinaia di metri da me, uno davanti e uno dietro l'obiettivo di un iPhone X poco utilizzato. Guardo e riguardo quella foto che per i più è una banalissima foto di un cane con dietro un vulcano inattivo. Ma per me significa tutto: quello fino a ieri era il mio cane, quella era la mia casa, quello lo spettacolo che potevo godermi affacciandomi al terrazzo in qualsiasi momento. E soprattutto, quello è l'uomo che condivideva con me ogni piccola emozione, sensazione, piacere, dispiacere.
Quella era la mia vita e ora devo impegnarmi per capire se è la vita che rivoglio oppure posso farne a meno. Lo devo a me e soprattutto lo devo a quello che eravamo insieme.

Sogna con me // Diego DemmeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora