II

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Appena metto piede nella hall del centro sportivo e la vedo, mi sento come colpito da un fulmine e non riesco a dire né a fare niente.
"Diego" dice solo, sorridendo. Fa un paio di passi veloci verso di me e mi abbraccia, mi abbraccia forte come eravamo abituati a fare dopo che io ero stato via per una trasferta, come se questi mesi non fossero passati e non ci avessero segnato.
"Ali.." Sussurro e quando allenta l'abbraccio e mi guarda, noto subito le lacrime che quasi vogliono scendere dai suoi occhi cerchiati di rosso.
"Lo so, lo so, non te lo aspettavi ma dovevo farlo"
"No che non me lo aspettavo, non mi scrivi e non mi parli da cinque mesi e ora sei qui"
"Lo so, è che erano settimane che ti pensavo, che mi mancavi troppo e ho pensato di venire qui per farti una sorpresa" si tocca l'orecchio come so che fa quando è nervosa e io annuisco.
Che dovrei fare adesso? Cosa devo dirle?
Tentenno un attimo facendo mezzo passo in avanti, poi mi blocco.
"Ehm, ehm.." Una tosse palesemente finta richiama la mia attenzione alle mie spalle e mi volto. Dries ed Elif sono lì che fissano Alina come se fosse un'aliena. Faccio loro uno sguardo omicida e passo alle presentazioni.
"Ragazzi lei è Alina.. sapete chi è non c'è bisogno che stia qui a spiegarvelo" dico in imbarazzo e poi presento i miei due compagni a lei in tedesco. Si stringono la mano e poi i due tornano a fissare prima me e poi lei.
"Non dovete andare a casa?" Già la situazione è abbastanza grottesca, poi ci si mettono anche questi due cretini.
"Sì, a casa, certo" dice Dries mentre il numero 12 sa solo fare sì con la testa. Sono più scioccati di me e mi fanno quasi ridere.
"In bocca al lupo bro" Elif finalmente riacquista il dono della parola e mi dà un abbraccio amichevole andando poi verso l'uscita. Dries ci saluta e va via.
Siamo di nuovo tutti e due da soli, con una hostess che è a qualche metro di distanza da noi e finge disinteresse.
"Sono tuoi amici?" Mi chiede e io annuisco.
"Sì due dei ragazzi più cari che ho conosciuto" spiego restando a quasi due metri di distanza da quella che una volta era la mia fidanzata.
"Capisco.. Diego, io sono venuta senza preavviso, senza dirti nulla e se tu hai altri impegni, altre cose tue da fare io.."
"No tranquilla, ora prendo il borsone e andiamo a casa" le sorrido e mi volto andando negli spogliatoi.
Non so minimamente come comportarmi e soprattutto non so cosa vuole ora da me. Vorrei capirlo, vorrei chiederglielo ma ora non mi sembra ancora il caso.
La raggiungo e andiamo alla mia auto tornando a casa. In auto mi racconta un po' di questi mesi ma senza darmi troppi particolari. Appena entriamo in casa e Bonnie la riconosce, le salta letteralmente addosso facendole mille feste. Si sono sempre amati loro due e Bonnie ci ha sofferto molto quando ci siamo separati.
"Quanto mi sei mancato cucciolone" li guardo giocare per qualche secondo, poi lascio il borsone in lavanderia e mi siedo sul divano. Dopo un po' viene anche lei e Bonnie si siede ai nostri piedi.
"So che ti devo delle spiegazioni e so che ti senti trattato come un giocattolo ma.."
"Un burattino, mi sento un burattino. Cosa è cambiato rispetto a gennaio?" La fisso e posso vedere il rammarico nei suoi occhi, si vede che è pentita ma io ho bisogno di spiegazioni, di motivi, di verità. Ho bisogno di sentirmi dire cosa le è successo quella sera.
"Tutto. Io ho capito che ti amo ancora e non ho mai smesso, e ho capito che tu e l'amore che c'è tra di noi.." si ferma e mi guarda giusto un attimo per vedere la mia reazione ma io resto il più possibile impassibile e lei continua. "E' più grande di qualsiasi paura io possa avere. Perché è così Diego, ho avuto paura. Paura di lasciare la mia città, la mia famiglia, il mio lavoro"
"Paura di perdere me però non ne hai avuta" ripenso alle sue parole fredde e al mio cuore in mille pezzi di quei giorni e il dolore torna a farsi vivo.
"Ne ho avuta eccome, solo che ho pensato fosse un sacrificio possibile. E mi sbagliavo ovviamente"
"Sì?"
"Sì" annuisce decisa. "Mi sono bastati un paio di mesi per capire che mi mancavi troppo e che avevo fatto un grosso errore. Solo che poi non sapevo come fare, se chiamarti, contattarti in qualche modo.. così dopo un po' di tempo ho preso direttamente l'aereo e sono venuta qui, nella città che tu tanto ami e che tanto mi spaventa"
E' sincera, lo vedo dai suoi occhi ma deve ancora spiegarmi altre cose.
"E ora?"
"Devi dirmelo tu, io sono qui per te"
Annuisco, non so che altro fare. Devo abbracciarla? Sorriderle? No, dai Diego, cazzo. Dii qualcosa di appropriato, dille ciò che pensi. 
"Ho bisogno di tempo, puoi stare qui ma questo non significa che siamo da subito di nuovo fidanzati" chiarisco e lei sembra d'accordo.
"Certo, hai ragione, non ci speravo infatti. So di aver combinato un casino e so che dovrò aspettare per riaverti, forse.." Fa un mezzo sorriso e poi continua. "Se mi aiuti un attimo trovo un albergo così vado a.."
"Non dire stronzate ora, tu resti qui. Puoi dormire nella mia stanza e io nell'altra. Fai come se fossi a casa tua" dico.
"Se ti do fastidio in qualsiasi modo posso benissimamente trovarmi un albergo, non farti problemi Diego"
"Non se ne parla" scuoto la testa. Ma per chi mi ha preso? "Resti qui e stai con me, da sola non ti lascio. Stasera ti va una bella pizza?"
Sorride finalmente senza esitazioni e annuisce.
"Va bene" dice.
"Okay. Per le otto usciamo, se vuoi farti una doccia o qualsiasi altra cosa, non chiedermelo nemmeno, questa è casa tua" le dico e lei inizia a guardarsi intorno, finché non viene catturata  - come chiunque - dalla vetrata del salone che dà sul mare. Io ancora mi incanto a guardarlo, figuriamoci lei che non ci è abituata.
"E' stupendo, avevi ragione. Come ti trovi qui?"
"Io benissimo, mi piace molto, qua sono mezzi pazzi tutti. Certo è una città complicata, ognuno fa come vuole ma una volta che hai capito la loro mentalità inizi a prendere i loro ritmi e ti abitui. A te ci vorrà un po' in più dato che sei una vera tedesca di ferro" dico dandole una spintarella. Lei ride e annuisce, sa che ho ragione.
"Mi ci abituerò anche io, piano piano" risponde e senza dire altro prende la sua valigia e va nella camera che da stasera in poi sarà sua.

Mammamia, che botta averla qui.. Non riesco a capire cosa sento, cosa provo. Ho un mix di sentimenti contrastanti dentro di me che non fanno altro che confondermi. A tratti avrei voluto tirarla a me e baciarla, darle tanti di quei baci da non permetterle di respirare, altre volte avrei volto dirle di tornarsene da dove è venuta, perché non può venire qui senza preavviso e stravolgermi di nuovo la vita. 
Però poi penso, sto qui a fissare Bonnie che mangia le sue crocchette e penso. E' stata la mia vita, il mio più grande amore, la donna che volevo come madre dei miei figli e ora non provo più niente per lei? Non è possibile, no, non lo è. Devo darmi il tempo di capirmi, di ascoltare cosa davvero il mio cuore vuole. Solo allora potrò darle una risposta corretta ed evitare così altre sofferenze inutili.



Sogna con me // Diego DemmeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora