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"Fede, sei già qui?" Entro in quello che fino a pochi mesi fa era il mio appartamento ed è subito un colpo al cuore. È buio, sono le dieci di sera e qui non c'è la luce quindi non vedo un granché. Ho detto a mia moglie che andavo da Elif che aveva bisogno di me, quindi ho un paio d'ore a disposizione.

È passata quasi una settimana da quando sono stato da Fede e solo ora ho avuto la forza per contattarla, prima mi sentivo troppo in colpa. Poi però la voglia di vederla, di abbracciarla, di guardarla negli occhi, ha superato qualsiasi altra cosa e le ho mandato un messaggio dandole appuntamento per stasera qui.

La cerco ma di lei non ci sono tracce, fino a che non vedo la porta scorrevole che dà sul terrazzo leggermente aperta e capisco. Vado dritto verso il terrazzo ed esco fuori. Fa freddo, siamo a metà gennaio e vicino al mare fa sempre più freddo che in altri posti. Mi guardo intorno e finalmente la trovo. È seduta su una coperta stesa sul terrazzo e guarda davanti a sé. Il mare stasera è calmo e malinconico e forse a furia di guardarlo anche lei ha preso quelle sembianze.
"Ehi" richiamo la sua attenzione e finalmente mi vede. Sorride un attimo e poi torna a guardare il mare. "Tutto bene?" Mi siedo accanto a lei e fa di sì con la testa.
"A te?" Mi chiede, senza guardarmi ancora.
"Bene. Come è andata oggi?" Chiedo per spezzare l'imbarazzo, giusto per iniziare la conversazione.
"Ci pensi mai a come sarebbe stato?" Non risponde alla mia domanda e anzi, cambia totalmente argomento.
"Cosa?"
"Io e te, se non ci fossimo lasciati l'anno scorso. Ora come staremmo?" Finalmente si gira verso di me e mi guarda negli occhi aspettando una risposta.
"Ci ho pensato spesso, mi fermo sempre a fantasticare su questa cosa"
"E cosa pensi? Come saremmo stati oggi?"
"Non lo so... immagino che saremmo felici, magari in attesa di un figlio, con una casa nostra" dico, alzando poi le spalle.
"Dici?"
"Non ne abbiamo mai parlato, ma penso che quello sia il sogno di ogni innamorato, no?"
"La gravidanza mi mette una paura assurda, non so se la affronterei bene" dice.
"Se sei con la persona giusta accanto, le paure non esistono" le do una spintarella con la spalla e lei sorride un po' abbassando lo sguardo.
"Questo sogni tu? Un figlio?"
"Beh... diciamo che è sicuramente uno dei miei sogni, sì. Avere una famiglia tutta mia che sia felice e che viva d'amore. Tu invece che sogni?"
"Di avere una casa con l'altalena, che quando sono triste possa dondolarmi verso il mare" dice e poi mi guarda.
"È fattibile" annuisco e mi fa quasi ridere la sua semplicità. "Solo questo?" Continuo.
"Poi sogno te, se ci sei tu mi va bene qualsiasi cosa"
"Ah okay, quindi ti basto io e l'altalena per essere felice?"
"Penso di sì" annuisce e finalmente fa un sorriso, uno vero.
"Penso che sono entrambe cose fattibili, ci possiamo lavorare"
"Non sempre i sogni si realizzano ed è una cosa che mi spaventa un po'. Spesso restano chiusi nei cassetti e lì muoiono"
"A volte però si avverano"
"A volte"
"Speriamo di essere tra quegli 'a volte', no?"
"Speriamo" guarda ancora il mare ed è sempre più pensierosa. "Ci hai messo un po' prima di darmi appuntamento qui" mormora, stringendosi per proteggersi dal freddo.
"Dovevo sistemare delle cose" rispondo e mi avvicino a lei. Le passo un braccio sulle spalle e la tiro a me. Le accarezzo le braccia cercando di riscaldarla e lei si appoggia con la testa alla mia spalla.
"Pensavo che avessi cambiato idea, sono andata in paranoia" ammette, scuotendo la testa.
"Non ho cambiato idea, la mia idea su di te è la stessa dal primo giorno che ti ho vista e non cambierà"
"Cioè? Una pazza psicopatica e socialmente pericolosa?"
"No, non dire cazzate mh. Tu sei complessa ma non hai bisogno di essere capita, non ti serve qualcuno che ti analizzi o cose così. Hai solo bisogno di sentirti amata e basta. Hai sofferto molto e tendi ad allontanare le persone, ma questo non fa di te una psicopatica" dico e lei annuisce dopo aver seguito attentamente ogni mia parola.
"Vero, verissimo. Solo tu mi capisci, è incredibile" sussurra, per poi lasciarmi un bacio sulla parte alta del collo.
"Ci ho messo un po' eh, non è facile ma alla fine credo che con te vinca l'amore e basta, è l'unica cosa che ti serve per farti stare bene"
"Già. Ma ho capito che anche amare per me è importante, prima pensavo di non esserne in grado, invece tu mi hai insegnato che posso. Perché quando non ci sei mi manca l'aria e so che ti amo, ti amo davvero Diè" mi guarda negli occhi e so che questa è la cosa più sincera che mi abbia mai detto.
"Anche io ti amo, davvero" appoggio la mia fronte alla sua e la bacio, finalmente.
È un bacio che ha un sapore diverso, un sapore particolare, speciale. Le sue labbra sono miele, sono piene, sono amore. Non riesco a staccarmi, aggrovigliamo le lingue escludendoci dal mondo che ci circonda.
"E se sognassimo insieme?" Si stacca dalle mie labbra e con il respiro ancora affannato mi guarda negli occhi.
"Vuoi mischiare i tuoi sogni coi miei?"
"Tu vuoi?"
"Io con te voglio tutto" rispondo, baciandole ancora la bocca. "Tutto" ripeto e stavolta si aggrappa a me come se stesse precipitando nel nulla e io fossi l'unico appiglio per salvarle la vita.
"Tutto" sussurra e mi stringe ancora più forte al suo cuore.

Sogna con me // Diego DemmeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora