Non appena sparisce nel corridoio chiudendosi in bagno, salto in piedi, mi sfilo la tuta, la ripiego e mi metto la gonna con le scarpe. Mi do una sistemata e mi guardo intorno: è proprio bello qui, tutto legno scuro, la cucina nera con gli accessori acciaio e il divano grigio con i tappeti bianchi che spezzano con il resto. Piego anche la coperta di pile e lascio tutto sul divano. Non so che fare, ma di sicuro non voglio che mi accompagni a casa, sarebbe troppo strano e non voglio rovinare il ricordo di questa notte. Non voglio nemmeno andarmene così senza dirgli nulla, però.
Mi guardo ancora un po' intorno alla ricerca di non so nemmeno io cosa e poi lo vedo, sul tavolino proprio sotto ai miei occhi: un blocco di post-it gialli. Lo prendo tra le mani e sorrido come una cretina ricordando come Diego li usasse in continuazione per qualsiasi cosa. C'è una penna sulla parete attrezzata, la recupero e mentre penso a cosa scrivere, chiamo un taxi che in dieci minuti sarà qui.
Penso e ripenso a cosa scrivere, a cosa dirgli. Ma poi arrivo alla conclusione che ora non è il momento delle parole, delle frasi romantiche o delle smancerie. Scrivo l'unica cosa che sono sicura che andrà bene, che gli faccia capire come mi sento. Poi stacco il post-it, metto il cappotto e mi avvio verso l'uscita. Lo guardo ancora un po' prima di attaccarlo sulla porta proprio ad altezza occhi, così che sia facile per lui vedere il mio TI AMO ricalcato più e più volte con la Bic nera.
Esco da quella villa facendo meno rumore possibile e camminando sulle punte nel vialetto, facendo attenzione a non cadere. Esco dal cancello e salgo sulla strada principale dove dopo cinque minuti arriva il taxi che mi riporta a casa.So che è effimero, so che non durerà e che domani starò di nuovo male ma ora mi sento bene. Dormire con lui tutta la notte, con le sue mani che mi sfioravano senza stancarsi e senza che io l'avessi costretto in alcun modo, mi fa essere felice.
Faccio una doccia perché sono in uno stato pietoso, non so come ha fatto quel ragazzo a starmi appiccicato per tutta la notte senza vomitare.'Allora? Come è andata?'
La vibrazione del mio cellulare mi fa illudere che sia Diego che in qualche modo voglia rispondere al mio post-it e invece è solo Elena.
'A pranzo ci sei? Da Tufò alle 12:30'
'Va bene a dopo lì'Poso il cellulare e guardo l'orario, sono le dieci e io prima di andare a pranzo con Elena devo assolutamente fare un'altra cosa. Mi vesto e do la scatoletta di carne di anatra a Ghost prima di prendere le chiavi della mia auto e scendere. Guido per pochi minuti e parcheggio. Mi fermo qualche istante a guardare quello che per me sarà sempre un luogo di serenità e che resterà mio finché non riuscirò a superarlo.
Salgo con l'ascensore, entro dentro e vado diretta sul terrazzo. Prendo una sedia a dondolo che è rimasta qui e mi ci siedo, scrutando l'orizzonte grigio e nuvoloso.
Quanto tempo dovrà ancora passare prima che le crepe nel mio cuore si sanino? Quanto ancora dovrò pagare per gli errori che ho fatto? Non riesco ad acquietarmi e i sensi di colpa misti a domande retoriche mi intasano la mente. Questo però è l'unico posto che un po' mi calma, che mi fa ricordare che di cose belle nella mia vita ne ho avute, ne ho vissute.
Resto per un'oretta ancora qui, a stringermi nelle mie stesse braccia proteggendomi più dai miei pensieri che dal freddo pungente di inizio dicembre. A mezzogiorno chiudo tutto e vado al ristorante dove poco dopo arriva Elena, sempre ben coperta e con un maglione largo che le copre le forme sempre più rotonde.Ci sediamo e ordiniamo, poi mi incita a parlare.
"Mi racconti che è successo?" Mi scuote un po' ma io sono titubante, non so ancora come comportarmi con lei.
"Sicura che non sia un problema?" Domando.
"Fede... io lo so che è impossibile tornare come eravamo prima ma io vorrei recuperare il nostro rapporto il più possibile, se per te va bene"
"Certo, per me non ci sono problemi" annuisco e lei si sporge leggermente verso di me. "Posso parlarti anche di Diego?"
"Certo che sì, senza problemi. Io non sono innamorata di lui, questo ora mi è chiaro" ammette, facendo un sorrisetto imbarazzato.
"Okay, allora ti racconto" le stringo una mano e le racconto tutto. Lei mentre mi ascolta cambia mille espressioni, passando da quella sorpresa, a quella delusa a quella rassegnata.
"Ti ha detto chiaramente che non ci ripensa?"
"Me l'ha fatto capire, sì. Io ci ho provato a fargli capire che voglio tutto da lui ed eravamo da soli quindi poteva benissimamente approfittarne, nessuno l'avrebbe saputo. Ma ha detto no" spiego nei dettagli e lei annuisce.
"Quindi, ora cosa vuoi fare?"
"Niente, basta. Ci ho provato, non è andata. Non posso bloccare la mia vita qui per sempre, devo andare avanti"
"Mi sembra giusto" mi stringe un po' di più la mano e le sorrido.
"Ho visto un master che dura tre mesi, si terrà a Berlino da febbraio ad aprile. Sto pensando di andarci"
"Tre mesi via?" Sgrana gli occhi e io annuisco.
"Magari mi fa bene cambiare un po' aria, no?"
"Questo sì, sicuramente"
Arrivano le portate e cambiamo argomento, parliamo di lei, delle novità sul bambino e sulle prossime visite che farà. La accompagnerò io tutte le volte che vorrà, non la lascerò sola in questo periodo così complicato della sua vita.Siamo due donne sole ma forti, e insieme riusciremo a superare tutte le difficoltà che la vita ci sta ponendo davanti. E ne usciremo vincenti e unite più che mai.

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Sogna con me // Diego Demme
Fanfiction"E se sognassimo insieme?" Prima FanFiction su Diego Demme🌤 Pubblicata il 16-03-2020 Faith.