Capitolo 5

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Il ritornello di Lose my breath delle Destiny's Child risuonava nella palestra mentre continuai ad osservare con attenzione, una ad una, le ragazze che avevamo scelto nei provìni di una settimana fa, appurandole e sperando che quella volta ripetes...

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Il ritornello di Lose my breath delle Destiny's Child risuonava nella palestra mentre continuai ad osservare con attenzione, una ad una, le ragazze che avevamo scelto nei provìni di una settimana fa, appurandole e sperando che quella volta ripetessero la coreografia perfettamente, proprio come io desiderassi.

«Un po' più di energia, ragazze, sembrate uscite da un film sui zombie così» battei le mani energicamente e pungolai di fare di meglio.

Dopo una lunga e monotona giornata di scuola avevo dato appuntamento a tutte le ragazze in palestra, per cominciare ad imparare alcuni passi delle coreografie.

«Ehi, Sailor Moon, vuoi essere una cheerleader o la mascotte di cui tutti rideranno?» chiesi con fermezza alla ragazza dalle lunghe codine bionde. La ragazza si arrestò di colpo e mi guardò con un'espressione confusa, ma allo stesso tempo demoralizzata, stampato sul suo viso candido.

«Una cheerleader, voglio essere» rispose titubante. Nel timbro della sua voce colsi quanto fosse intimidita da me, e quello non poteva che rendere orgogliosa la parte di me che amava incutere un senso di soggezione alle persone. «Non t'avvilire per così poco, Sailor Moon, piuttosto, sii più aggraziata nei movimenti e meno un elefante che si esibisce al circo» la schernii flemmatica, e subito dopo prestai attenzione alle altre ragazze che non avevano smesso di allenarsi.

Mi fermai e rimproverai nuovamente qualcun'altra, notando quanto fosse fuori tempo e poco sicura nei suoi movimenti. Non ero una perfezionista solo nel mio aspetto, ma anche in quel che facevo. Avevo la mania della perfezione e volevo che nulla fosse lasciato al caso. La mia concentrazione venne distratta dal fastidioso rumore che producevano le porte delle palestre aprendole.

Vidi in lontananza la figura di Sorriso D'argento camminare verso di noi, con la sua camminata impacciata e ridicola, e con addosso un'orribile e consumata felpa enorme color melone e un paio di jeans larghi. A volte mi chiedevo come facesse ad uscire di casa vestita come se stesse andando a fare lo spazzino.

«Continuate con la seconda parte della coreografia» ordinai alle ragazze prima di raggiungere Willa. I miei occhi caddero sui fogli che teneva in mano, presupposti subito che fossero i miei compiti.

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