Still Alive (S.3) [NON PERMANENTE SU WATTPAD]

|19|» Cosa mi stai facendo, eh? Me lo dici?

Never Forget You - Zara Larsson (Ft. MNEK)
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SIERRA

È difficile vedere come sia cambiata così tanto la mia esistenza.
Da tranquilla bimba solitaria sono diventata una casinista donna piena di persone attorno.
All'inizio non avevo nessun problema per la testa, nessun pensiero apparte quello di trovare un nuovo giocattolo da provare o qualche vestito da mettere per la scuola.
Ora il caos regna da padrona nella mia vita come se fosse l'unica cosa per cui io esista in questo mondo.
Confrontate anche voi la vostra infanzia con la vostra attuale adolescenza o adulterio, vedrete certamente delle differenze.
L'ansia, lo stress, l'insonnia, i pensieri veloci, tutte cose che da bambini non avevate perché pensavate solo a dormire o a mangiare, giocare e ridere.
Questo rende i bambini ingenui, perché nessun adulto direbbe i propri problemi ad un piccolo, non capirebbe.

I bambini devono restare sereni e gli adulti devono comportarsi come tali.
Una regola di vita.

Io sinceramente mi inventerei una classifica tutta dedicata ai problematici.
Prima in lista: io.

Non riesco a non pensare a Dimaria e Connor insieme su quel letto.
Mi crea un senso di nausea e un dolore al petto inimmaginabile.
Ha una giustificazione valida, credeva che io e Connor avessimo finito ancora prima di iniziare seriamente, ciò nonostante non riesco a capacitarmi della velocità con la quale si è lasciata trasportare dall'euforia del momento con lui.
È dotata di buonsenso e di resistenza, avrebbe potuto evitarlo in qualsiasi modo e invece ha preferito lasciarsi andare senza pensare minimamente a nulla.
Con quale facilità ha creduto alle parole di Connor sull'incidente?
Mi ha conosciuta e mi ha capita, ha subito capito com'ero e in poche parole dette da Connor ha subito pensato che fossi quel genere di persona egoista che si salva e lascia l'altro cadere. Nonostante le abbia dato la mia fiducia, mi sento comunque ferita dal come abbia cambiato subito pensiero su di me.

Credo che Dimaria sia una tipa che si basa sulle apparenze e mai sui gesti. Ma io ho visto bene il suo gesto e non credo lo scorderò tanto facilmente.

«È libero?» Alzo lo sguardo incontrando due occhi color oceano fissi su di me con un sorriso in viso e i capelli biondi scompigliati.
«Non per te.» Poggio i piedi sulla sedia di fronte a me che indica.
Ghigna prima di spostarla come se nulla fosse sedendosi di fronte.
Ringhio infastidita. «Levati, non ti voglio vicino a me biondino.» Dico io visibilmente infastidita.
Incrocia le braccia sul tavolo osservandomi con la fronte aggrottata. «Ti sto così antipatico?» Chiede confuso
Scrollo le spalle. «Quando fai il lecca culo sì.» 

E a dir la verità non c'è stato nemmeno un momento in cui non ha fatto il lecca culo.
Quindi è stato sul cazzo tutto il tempo.

Alza le mani in segno di resa mentre io finisco di bere il mio milkshake al cioccolato. «Volevo solo essere carino.»
Riduco un'occhio in una fessura. «Non serve fingere di esserlo per piacermi.»
Alza le sopracciglia. «Significa che ti piaccio comunque?»
Alzo gli occhi verso di lui guardandolo da sopra le mie lunghe ciglia scure. «Non mi sei mai piaciuto, ma potresti iniziare smettendo di girarmi attorno come una zanzara.» Consiglio io.

Improvvisamente uno sguardo scottante si posa su di me proprio quando mi alzo dalla sedia.
Mi volto leggermente in direzione di quegli occhi incontrando così le sue iridi verdognole che mi fissano con evidente irritazione.
Ormai non smette mai di fissarmi con quello sguardo risentito da quella sera in cui ha avuto un attacco, solo che non si ricorda nulla dopo aver bevuto i farmaci.
Sa solo che sono io la sua sorellastra e quella ragazza che ha provato ad ucciderlo a quanto pare.