Graveyard - Hasley
◀️PLAYSIERRA
La mattina seguente mi ritrovo insieme a Pascal a fare colazione con Mavis seduta comodamente su uno degli sgabelli a cercare di terminare, senza successo, il suo pisolino.
Tiene un occhio chiuso e l'altro aperto per farmi capire che sta sia dormendo che attendendo che parli per spiegarle la situazione di ieri sera e la mia improvvisa dimostrazione di emozioni ancora vivi.
Non so come faccia ma sì, è da Mavis.
«Sto aspettando.» Avverte lei minacciosamente.
Finisco di versare il latte nella ciotola.
«Ho quasi fatto, aspetta.» Mormoro io riempendo anche la mia ciotola.
«Sto aspettando delle spiegazioni!»
Alzo gli occhi al cielo a corto di pazienza già alle nove di mattina.Poso la ciotola di Pascal a terra dove si affretta ad andare per fare colazione scodinzolante.
Prendo le nostre due ciotole di cereali sedendomi di fronte a Mav.
Le allungo il cucchiaio mentre inizio a mangiare facendo spallucce.
«Ieri sera, al minimarket ho incontrato un tipo.»
Si ferma con il cucchiaio a mezz'aria e la bocca aperta alzando gli occhi chiari verso di me, le sue sopracciglia rosse si alzano a velocità fulminea.
«Li era caduto il portafogli e da istinto sono andata a prenderlo per ridarglielo, solo che ho visto la carta di credito e...»
Mavis si sbatte una mano sulla fronte. «Sira sei milionaria per non dire miliardaria, perché vuoi la carta di credito di un comune plebeo?» Chiede esasperata ficcandosi il cucchiaio in bocca.«Ho letto il nome: si chiamava Rio.»
Neanche il tempo di masticare che inghiottisce i cereali per intero.
Tossisce leggermente senza farci minimamente caso tanto i suoi occhi sono spalancati.
Faccio finta di ignorarla continuando a mangiare i miei cereali distrattamente.
Aspettando che si riprenda, giro il cucchiaio in mezzo al latte creando un mulinello che fisso affascinata come se fosse il sole.
Pur di non pensare a quella voce così roca e profonda, a quel corpo possente e palestrato, ignoro tutto ciò che c'è intorno concentrandomi unicamente sulla mia colazione che probabilmente verrà passata a qualcuno più affamato di me qui in casa piuttosto che buttarla via.«Rio!? Quel Rio!? Quello che hai sognato!? Il padre dei tuoi futuri figli!? Rio, Rio!?»
Perché? Ne conosce altri? A malapena si ricorda il nome dei suoi tre fratelli...Dubito.
«Non lo so se è lui. Era solo un sogno, ma è anche vero che è uguale a come mi si presentava...Credo che sia stato un sogno premonitore.»
Mavis si illumina.
«Tanto non lo vedrò più.»
Mavis si rabbuia. «Sei sempre una pessimista del cazzo.»
Spalanco immediatamente gli occhi.
Pascal si raddrizza nel avvertirmi probabilmente in un improvviso impeto di furia.Sbatto le mani sul piano in marmo facendo alzare lo sguardo spaventato della mia amica.
Questa si irrigidisce al mio sguardo incazzato nero.
Un ghigno spaventoso mi si forma sulle labbra. «Pessimista? PESSIMISTA!?» Grido io furiosa.
Mavis oltre che indietreggiare leggermente abbassando il capo non può far altro che subire le conseguenze delle sue parole dette senza pensare.
«È morto il ragazzo che amo per colpa mia. L'ho portato a fare un'incidente solo perché sono andata al posto suo a parlare con la sua presunta ragazza. Li ho detto "ti amo" senza sapere cosa ne pensasse lui perché ha chiuso gli occhi tra le mie braccia. E TU MI DAI DELLA PESSIMISTA!?»
Stringo i pugni pur di non partire con le mani, cerco di ricordarmi in un momento di lucidità che Mavis resta comunque la mia migliore amica e che non era intenzionata a ferirmi.Connor è per me una ferita ancora fresca, un cavo scoperto.
Che qualcuno vagamente ci soffi sopra è già di per sé un bruciore indescrivibile e Mavis mi ha appena bruciato seppur inconsciamente.
So che non l'ha fatto apposta, nel mio profondo lo so perfettamente, ma l'istinto mi induce a contrattaccare per difesa personale indipendentemente dalla vera situazione che si cela più infondo.
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Still Alive (S.3) [NON PERMANENTE SU WATTPAD]
Romance[IN CORSO] (S.3) ❝Continuo. «Ho sentito la voce di qualcuno sono scesa e poi l'ho visto.» Ancora una volta la mia vista si rabbuia per qualche secondo che traballo leggermente. «Chi hai visto?» Chiede a bassa voce Jerry accanto al mio orecchio. Mi v...