|64|» Guardarmi e dimmi se non sono Connor.

235 21 1
                                    

Waiting For You - Unlike Pluto (ft. Joanna Jones
◀️PLAY

SIERRA

Mi sento stordita in un primo momento. Talmente tanto confusa che mi ritrovo a fissare quegli occhi verdi che tanto mi hanno recato dolore e paura osservarmi da sopra come a sorvegliarmi.
Tiene il gomito piantato sul bracciolo del divano su cui siamo stesso osservandomi da sopra come un drago che bada al castello svolazzando sopra di esso per tenere d'occhio la principessa.
Non posso non notare la netta somiglianza con quel mostro che tanto descrivono malamente nelle fiabe.
Ora non sembra così cattivo, ma possiede lo stesso calore e la stessa selvaggia tipica di un animale selvaggio che ancora non è stato domato.

Non so da quanto tempo siamo così, nemmeno del come ci siamo ritrovati in questo stato, ma so che non vorrei nient'altro che fermare il tempo per poterlo osservare all'infinito, per ripercorrere con le mie iridi quei mosaici che, dal verde erba chiaro iniziante attorno alle pupille dilatate, diventano sempre più sicuri e smeraldini passando in rassegna ogni singola sfumatura di verde esistente.
Guardo la barba appena accennata che li ricopre il mento, le guance e anche poco sopra il labbro superiore. Guardo il livido violaceo attorno al suo occhio sinistro che lo porta a tenere l'occhio gonfio socchiuso. Infine, con sguardo discreto ed imbarazzato, fisso le sue labbra. Torno poi a guardare i suoi occhi divertiti a fissarmi come se fossi una bambina curiosa lasciata a sé per scoprire da sola il mondo protetta dall'alto.

Non lo vedo da così tanto tempo.
Odio ammetterlo ma, mi è proprio mancato, mi è mancato tutto di lui e sarei una bugiarda a smentirlo. Connor in un modo o nell'altro resta il mio errore migliore.
Per molti amare il proprio stupratore potrebbe essere una sindrome di Stoccolma vera e propria, ma io quella notte me la sono scordata.
Ho convissuto con Connor senza sapere che era lo stesso ragazzo di quella sera e, ignara di ciò, ho potuto conoscerlo, capirlo, scoprirlo in ogni sua sfaccettatura e alla fine non è così cattivo come sembra: darebbe la vita per le persone a cui tiene anche se non lo mostra.
Solo dopo ho scoperto che lui era lo stesso ragazzo di quella notte e per quanto ne fossi scioccata, ho voluto sapere del perché e ho capito che non era in sé e che, se ne avesse avuto la forza, non l'avrebbe mai fatto.

Connor non è tipo da scuse, anzi, tutt'altro, alimenta il fuoco, ma quel giorno aveva messo da parte il suo orgoglio e mi ha guardata con uno sguardo degno del significato di sincerità scusandosi come al meglio poteva. Lui forse si sarà dimenticato, ma io no, non potrei mai.
Guardandolo negli occhi ora vedo quel Connor, il mio Connor e anche se privo di ricordi, questi paiono mostrarsi nelle sue iridi ora a fissarmi divertite.
Mi chiedo quanto ci vorrà, quanto ancora li ci vorrà a ricordare tutto? Si ricorderà mai della sua vita precedente? Questo dubbio mi assale e sembra coglierlo parlandomi solo con gli occhi.

Sospiro abbassando lo sguardo notando le mie dita aggrovigliate insieme per il nervosismo.
Connor abbassa gli occhi sulle mie mani ghignando divertito. «Che c'è? Ti starò mica mettendo in imbarazzo, eh.» Ridacchia lui sfacciatamente.
Alzo gli occhi verso di lui. «Dovresti andare ora, non sei molto benvoluto qui.» Distolgo lo sguardo fissandolo sullo schienale del divano. «Non è molto gentile da parte tua cacciare chi ti ha aiutata.» China la testa verso la mia sfiorandomi la frangetta con le labbra.

Mi scosto leggermente voltandomi verso lo schienale per non guardarlo. «Vattene, non ti voglio vedere ne tantomeno le ragazze. Potrebbero sospettate ed innervosirsi.» Suggerisco io, ma pare proprio un'ordine.
Connor pare cercare di assimilare le mie parole e realizzarle. «Sospettare? Pensi ancora…» Si interrompe afferrandomi per il braccio facendomi voltare verso di lui. Mi stringe talmente tanto che mi sfugge subito un gemito il quale si interrompe non appena incontro i suoi occhi furiosi. «Pensi ancora che mi importi di cosa potrebbero pensare gli altri? Non me ne frega un cazzo, né delle ragazze, né dei ragazzi e neppure di Dimaria!» Tento di alzarmi, ma mi costringe a stare così. «Non ho fatto un cazzo con lei, non mi è neanche passato in mente di sbattermela e tu ora mi stai dimostrando che non ti sei mai fidata di me!» Gli occhi mi diventano lucidi. «Come posso fidarmi delle tue parole e non dei fatti! Anche tu ti basi su cose concrete!» Mi stringe di più il braccio facendomelo arrossare, le sue dita tremanti dimostrano quanto ancora possa stringere ma si affida alla resistenza.

Still Alive (S.3) [NON PERMANENTE SU WATTPAD]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora