Jolt - Unlike Pluto
◀️PLAYSIERRA
Il mio primo segreto serio è stato nascondere ai miei genitori che mio fratello Ethan e mio cugino Oscar frequentavano delle persone non molto affidabili, che si drogavano e bevevano.
Ho nascosto a mamma e papà che andavo a prenderli in segreto ogni notte da quando avevo 14 anni.
Ogni cosa dopo quel segreto è andata nel modo più sbagliato possibile e da un segreto sono diventati innumerevoli, sempre con maggior importanza e maggior pericolo di subire conseguenze peggiori dei segreti stessi.
Dall'andare a prenderli sono passata al nascondere cosa facevano, a dove restavo a dormire la notte, da chi mi ha tolto la verginità alla gravidanza.
Da un semplice trasporto sono diventata una vittima fino ad diventare ciò che sono ora.
Una ragazza forte...all'apparenza probabilmente.Molti mi vedono come una figura che ha subito uno stupro e la perdita del proprio bambino combattendo a testa alta, un'entità di forza propria. Ma la verità è che forti ci si diventa, non ci si nasce e sono le circostanze della vita, sempre quelle peggiori, a non farti più sentire male alle ginocchia quando si cade.
Ci sono sempre dei muri di fronte che la vita ti proietta per metterti alla prova.
La tua priorità è quella di correre abbastanza veloce da essere forte sufficientemente a sfondarlo e a passare al prossimo step.
Più si va avanti e più la vita ti crea muri sempre più duri, sempre più complicati da abbattere, ma tu non devi arrenderti e se cadi ti devi rialzare, non devi lasciare che un muro ti bracchi la strada verso la felicità, perché devi essere consapevole che arrivata lì, potrai solo che riposare e stare in agguato in caso di necessità.Ora, avete presente quei muri di cui vi ho appena parlato? Io sono dentro un labirinto e il minotauro è proprio Connor, ho bisogno del filo per uscirne e l'unica soluzione sta nel confessare questo piccolo grande segreto.
A mie spese ho imparato che per vivere in serenità devi sempre confessare le cose.
Ho confessato ogni segreto ai miei amici, dal primo all'ultimo, mi sono spogliata di ogni cosa di fronte a loro mostrandomi in tutte le mie sfaccettature.
Questa sarà quella che probabilmente è la goccia che farà traboccare il vaso.«È PRONTA LA CENA!» Grida Carlos dalla cucina facendoci alzare dal divano, i ragazzi sono i primi a correre come tori da combattimento verso la cucina da cui un profumino si diffonde.
Le ragazze, però, notano la mia visibile preoccupazione affiancandomi da entrambi i lati mentre ci dirigiamo in cucina anch'esse.
«Sira, cos'è che ti turba? È da ieri che stai così...» Chiede preoccupata Shantel esaminandomi.
Sospiro tremante. «Io...vi devo dire una cosa importante.»
Ho deciso ormai, sono consapevole di quello che dirò loro anche perché sono sicura di non essermi immaginata nulla...Almeno credo...Spero.
«Sono due giorni che fai cose strane, oso immaginare di cosa si tratti.» Mormora Cassidy osservandomi circospetta.Ho come la sensazione che sarà dura riuscire a convincerli della realtà dei fatti.
Raggiungiamo la cucina dove prendiamo tutti posto attorno all'isola in marmo.
Carlos posa fieramente la cena al centro iniziando a posare anche la cesta con il pane, le bibite e l'insalata.
Tutti iniziano felicemente a mangiare.
Tutti tranne me con lo stomaco bello che chiuso oltre che per l'imbarazzo tra me e Derek per colpa di ciò che è successo stamattina anche per il peso delle parole che dovrò fare uscire ora bloccate in gola.
Mi sento soffocare dalla pressante sensazione di dover confessare qualcosa senza sapere minimamente come fare ad essere fine.I ragazzi notano che non tocco cibo.
Carlos si siede guardandomi accigliato.
«Non ti piace? Posso farti qualcos'altro se vuo-» «No, no. Non è per questo...»
Povero, così penserà seriamente che mi faccia schifo quello che ha cucinato, ma di mangiare ora non me la sento proprio, non prima di aver scaricato il carico.
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Still Alive (S.3) [NON PERMANENTE SU WATTPAD]
Romance[IN CORSO] (S.3) ❝Continuo. «Ho sentito la voce di qualcuno sono scesa e poi l'ho visto.» Ancora una volta la mia vista si rabbuia per qualche secondo che traballo leggermente. «Chi hai visto?» Chiede a bassa voce Jerry accanto al mio orecchio. Mi v...