Surrender - Natalie Taylor
◀️PLAYSIERRA
Chiudo velocemente la portiera sentendo Jess gemere tenendosi il pancione cercando di fare respiri profondi, nel contempo corro adrenalinica dall'altra parte dell'auto salendo di fretta e sbattendo la porta. A mani tremanti, nel cercare di tirare fuori le chiavi, queste mi volano dalle mani cadendo a terra, mi abbasso a prenderle sentendo la mia cognata gemere dolorante tra i vari respiri. «Sbrigati...!» Mormora lei facendomi sfuggire un gridolino, nell'alzare la testa, la sbatto contro il volante. «F-Fai respiri profondi, continua e non parlarmi! Sono agitata e tu mi agiti! Quel piccolo demone è in anticipo!!» Cerco di centrare la toppa, dopo un'imprecazione riesco nell'intento girandola velocemente, le varie luci si accendono esattamente come i miei occhi. «Ricordami qual'è l'acceleratore un'attimo...» Mormoro io osservando i tre pedali.
Jess caccia un grido a denti stretti sbattendo sonoramente la mano sul cruscotto, si volta a guardarmi rabbiosa facendomi intendere il suo umore. «Il destro!» Mi ricordo fortunatamente di tirare il freno a mano premendo l'acceleratore per uscire come una saetta fuori dal parcheggio sotterraneo, svolto bruscamente pronta ad uscire dal garage del condominio ritrovandomi, però, proprio all'uscita, un casello in cui tecnicamente dovrei fermarmi per non spaccare l'asta; tasto tra i due sedili alla ricerca della borsa che avevo lanciato poco prima in modo da tirare fuori le monetine tenendo gli occhi fissi sulla strada. «Rallenta...!» Mormora Jess tra i vari colpi dovuti all'imminente parto che cerca disperatamente di trattenere prima dell'arrivo all'ospedale. «Quanto cazzo costa il pedaggio del-» «SIERRA!!» Non capisco se mi stia chiamando per indurmi a fermare l'auto o se per i dolori.Mi ritrovo ad alzare leggermente lo sguardo sgranando gli occhi nel ritrovarmi a pochi centimetri dall'asta orizzontale ad impedire l'uscita, caccio un grido d'allarme che si mescola a quello di mia cognata dolorante, eppure è troppo tardi per cercare il freno quando il cofano passa a velocità fulminea lungo l'asta spezzandola a metà, il pezzo rimasto ancora attaccato al casello striscia lungo tutta la lunghezza dell'auto di mio fratello, rubata per emergenza, facendo stridere il tutto.
Jess si tiene con un braccio contro il finestrino mentre una mano sulla pancia facendo respiri profondi, la sua fronte inizia ad imperlarsi di sudore mentre svolto immediatamente fermando varie auto in mezzo alla strada i quali provvedono a suonarmi contro, alcune persone intente a passeggiare tranquille sul marciapiede si fermano a fissarci indicando la nostra auto. Me ne frego altamente prendendo la mia borsa e continuando a guidare con una mano, mi tengo ben attenta sulla strada non volendo fare un'incidente e ferire sia mia cognata che mio nipote in fase di nascita.Prendo subito il cellulare accendendolo velocemente, ignoro le varie chiamate perse da parte di Connor e una anche da Carlos andando in rubrica alla ricerca del contatto di mio fratello. «Andiamo, andiamo, andiamo, cazzo...» Mormoro tra me e me cercando di sbrigarmi, premo il tasto portandomi velocemente la cornetta all'orecchio, i vari gemito e talvolta anche grida doloranti sfuggono dalle labbra di Jess i denti serrati e la faccia di chi pare sentire un vulcano in eruzione dentro la pancia.
«Stai tranquilla, ce la faremo, continua a fare respiri profondi.» La rassicuro io.
La testa di Jessica si appoggia bruscamente contro il poggiatesta dietro la sua nuca stringendo le palpebre e cercando qualcosa da afferrare.
Il cellulare nel frattempo squilla ma non risponde nessuno, impreco mentalmente contro mio fratello riattaccando prima di richiamarlo ancora una volta.
La mano di Jess va verso il mio sedile per stringerne la stoffa conficcandovi addirittura le unghie per il dolore che prova; la mano, invece, che prima teneva contro il finestrino si va di nuovo a tenere il pancione, la macchia sul suo candido vestito leggero e lungo aumenta man mano facendomi preoccupare.
«Merda.» Borbotto rendendomi conto che mio fratello probabilmente si sarà scordato il cellulare a casa se sarà andato di fretta.

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Still Alive (S.3) [NON PERMANENTE SU WATTPAD]
Storie d'amore[IN CORSO] (S.3) ❝Continuo. «Ho sentito la voce di qualcuno sono scesa e poi l'ho visto.» Ancora una volta la mia vista si rabbuia per qualche secondo che traballo leggermente. «Chi hai visto?» Chiede a bassa voce Jerry accanto al mio orecchio. Mi v...