|65|» Facciamo che non abbiamo visto nulla, ok?

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Physical - Dua Lipa
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SIERRA

Quando mi risveglio ormai è sera e mi rendo conto di aver saltato sia il pranzo che la merenda, addirittura il lavoro.
Sentendomi ancora la testa vorticare, mi riprometto che più tardi chiamerò il nonno per avvertirlo che forse in questi giorni non sarò molto presente in azienda, soprattutto perché non sarò molto concentrata data la preoccupazione che ho per i ragazzi.
Sapevo che le loro grida a metà giornata dal ritorno all'università non erano delle semplici chiacchiere e a giudicare dall'umore nero delle ragazze, ovviamente c'è qualcosa che non va.
Vorrei chiedere loro di cosa abbiano discusso mentre ero k.o. ma ora come ora mi sembra che sfiorare il discorso sia l'ultima cosa che bisognerebbe fare.
Sono una bomba ad orologeria, vorrei evitare che mi esplodessero in faccia, sono abbastanza stanca per affrontare la loro furia.

Raggiungo la cucina a tentoni barcollando a destra e a manca.
Pascal mi cammina accanto guardandomi guaendo forse per paura che possa cadere sopra di lui; con una cinquantina di kili sopra in effetti mi preoccuperei anch'io.
Mi tengo allo stipite dell'entrata del salotto fissando la cucina di fronte da dove Cassidy sta preparando la cena mentre le ragazze da sopra l'isola guardano distrattamente i loro cellulari.
La mia vista si fa nera per un paio di secondi ma mi riprendo velocemente.
Cerco di essere veloce nell'attraversare il corridoio per aggrapparmi allo stipite di fronte, ma finisco inevitabilmente per schiantarmi su di essa sbattendo il naso e provocando un rumore simile ad una noce di cocco che cade su un'altra noce di cocco spaccandosi a metà.

Pascal incomincia ad abbaiare, più che altro pare proprio ridere sdraiandosi lentamente sul pavimento.
Mi tengo all'entrata massaggiandomi il naso dolorante. «Sierra!» Frettolosamente le ragazze si alzano, Shantel, nel tentare, viene prontamente fermata da mia cugina.
La prima a venire è Mavis afferrandomi dal braccio. «Potevi chiamarci.» Borbotta Cassidy afferrandomi dall'altro lato. «Sono solo malata, non disabile, posso farcela, non ti preoccupare.» Deglutisco stringendo tremante la manica di Mavis.
Il suo sguardo grigio-verde si posa sulle mie dita tremanti artigliate alla piega della sua manica. «Vieni, è quasi pronto.»

A passo di tartaruga, mi fanno accomodare accanto a Shantel la quale mi posa una mano sulla spalla rivolgendomi un tenero e dolce sorriso. «Ti senti un pò meglio?» Annuisco rivolgendole un sorriso. «Credo sia solo febbre, nulla di che. Mi basta prendere qualcosa e mi passa.» Mavis riprende posto di fronte a me. «Dovresti stare a casa al caldo per riposare. La spossatezza peggiora solo la tua salute ora.» Jolen indica la rossa. «Lei è un futuro medico, quindi ubbidisci e taci.» Mi sfugge un sorriso.

Per quanto io cerchi di tenere a bada la mia curiosità, non riesco a tenere a freno la lingua ponendo la fatidica domanda che fa rizzare i capelli a tutte. «Dove sono i ragazzi?» Chiedo io guardandole ingenuamente.

Il fatto che abbiano litigato mi preoccupa, mi chiedo se non siano andati dove penso siano andati sul serio, se è veramente così, non parlerò più con loro e farò voto di silenzio in loro presenza, così imparano.

«Resteranno fuori un pochino, non ti preoccupare.» Mi tranquillizza Cassidy allungandomi il piatto vuoto prossimo ad essere riempito regalandomi un finto sorriso rassicurante.
L

a trapasso da una parte all'altra con lo sguardo. «Non parlarmi come se fossi una bambina.» Sibillo io con sguardo di ghiaccio a farla deglutire rumorosamente.
Subito si gira per tornare a cucinare rigida come un pezzo di legno.
Jolen emette un verso intenerito alla vista del mio broncio, si allunga spazzando via tutto quello che c'è sull'isola pur di arrivare al mio viso prendendomi la guancia tra le dita iniziando a schiacciarle ripetute volte. «Guarda! Sembrano squishy!» Grida lei ridacchiando come un pappagallo asmatico affondando l'indice nella mia faccia.
Con sguardo indignato sbuffo sonoramente dal naso allontanando il suo dito prima di stringerlo facendole sfuggire un grido di dolore al sentire le sue ossa scrocchiare. «Sierra lasciala, le spacchi le dita!» Grida Mavis buttandosi su di me per farmi mollare la presa.
Shantel mi afferra per la mano libera incrociando le dita con le mie e battendomi il dorso per farmi calmare. «Molla, su.» Ubbidisco liberando l'indice di Jolen con gli occhi lucidi.
Si guarda il dito singhiozzando. «Ehm, tranquilla, un pò di ghiaccio e vedrai che passa, ok?» Dice frettolosa Mavis alzandosi per andare verso il freezer.
Jolly fissa con il labbro tremolante il suo dito rosso emettendo dei versi in procinto di un pianto infantile.

Still Alive (S.3) [NON PERMANENTE SU WATTPAD]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora