|47|» Buongiorno da Connor Brooks.

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Toxic - Britney Spears
◀️PLAY

SIERRA

Ieri è stata un'esperienza unica.
Non l'avevamo mai fatto così. Eppure le sue parole serie mi hanno colpita.
Non credevo che Connor potesse essere così violento e pur essendosi lasciato andare, mi ha ammesso che si è trattenuto nonostante tutto.
Se questo era solo l'inizio, non oso immaginare il seguito.
Mi chiedo come sia nella banda.
Non mi dovrei stupire più di tanto del suo atteggiamento.
Credo che tutti i ragazzi uniti ad Hazza siano così, anche se devo ammettere che Connor è quello più impulsivo e il suo istinto mi intriga molto.
Non ha mezze misure, non ha confini, lui va dritto verso il suo obiettivo.

Sussulto violentemente quando sento l'anta del box aprirsi di scatto.
Connor si scompiglia i capelli ancora assonnato essendosi appena svegliato.
Tiene ancora gli occhi chiusi, un asciugamano sulla spalla e uno in mano.
Si allunga tastando la parete chiudendo l'acqua.
Resto a fissarlo stranita, ancora di più quando allunga l'asciugamano avvolgendomelo attorno prima di passarmi le braccia dietro le ginocchia e attorno alla vita prendendomi.
«Perchè ti sei svegliato così presto?» Chiedo a bassa voce per paura di interrompere questo silenzio sereno.
Connor non risponde uscendo dal bagno dirigendosi così verso il corridoio andando nella nostra stanza.
Ho preferito andare nel bagno principale per non disturbarlo.
Dormiva così bene, mi dispiaceva svegliarlo, era così tenero con il visetto corrucciato affondato nel cuscino bianco, mi chiedo ancora cosa stesse sognando da aggrottare le sopracciglia per poi sorridere come un bambino.
Quasi mi dispiaceva lasciarlo per una meritata doccia, ma ieri sera ero troppo stanca per farmela, ho perfino saltato la cena crollando a dormire.

«Non c'eri nel lettone.» Risponde infine.
La sua voce è rauca per colpa del sonno che ancora sembra avere ma alla quale non può abbandonarsi.

«Ti avrei raggiunto finita la doccia.» Aggiungo io accarezzando il suo tatuaggio sul pettorale destro.
«Potevamo farla insieme.» Mi corregge lui con tono irritato.
«Impossibile, avremo fatto di tutto tranne che la doccia.» La mia osservazione li fa scappare un sorrisino facendosi già qualche pensiero sconcio.

Raggiunge la stanza spingendo la porta con il piede prima di entrare chiudendola con un calcio.
Mi posa sul letto dove mi siedo in ginocchio intanto che si dirige verso il mio armadio per prendermi dei vestiti.
L'imbarazzo di sapere che voglia asciugarmi e vestirmi vedendomi per l'ennesima volta nuda mi tinge le guance di rosso come al solito.
Pur mi abbia vista senza vestiti molte volte e anche in circostanze che non sto qui a spiegare, mi mette in imbarazzo sapermi nuda quando non lo facciamo.

Noto che tira fuori una semplice camicetta dalle maniche a kimono stropicciate, una salopette jeans con la gonna e la biancheria intima.
Le prime cose che li sono capitate a tiro, ovviamente Connor non sta certo a scegliere i vestiti.
Di solito tira fuori la prima cosa consapevole che starebbe bene anche con il mio pigiama da unicorno, ci passa il giorno intero, poi quando torna a casa si leva tutto non preoccupandosi di buttarli a terra, sulla sedia o su qualsiasi posto che sia libero dalle schifezze varie che è abituato a tenere in stanza.
Butta i vestiti sul letto prendendo l'asciugamano che teneva sulla spalla.
Me lo posa sulla testa raccogliendomi i capelli bagnati in modo che non gocciolino sulle lenzuola sfatte.
Sto zitta zitta reprimendo un sorriso dolce e divertito sapendolo così concentrato nel prendersi cura di me con così tanta attenzione. E mi chiedo seriamente perché si sminuisca sulla questione della paternità quando non si accorge nemmeno che i suoi gesti, ora, sono l'equivalente delle attenzioni che servono ad un bambino.

I miei pensieri non cambiano: sarebbe un padre perfetto per un bimbo.

«Posso anche cambiarmi da sola, non c'è bisogno di-» «Lo faccio perché voglio. Oggi sarò il tuo occhio di falco, ti seguirò come la tua ombra, stanne certa.» Mi afferra per il polso alzandomi un secondo.
Senza giri di parole mi leva incurante l'asciugamano di fretta.
Subito mi copro io seno cacciando un grido d'allarme mollandoli un sonoro calcio sullo stomaco. «NON SI FA COSÌ, MALEDUCATO CHE NON SEI ALTRO!» Metto il broncio serrando le cosce.
Connor si massaggia lo stomaco. «Colpisci forte, eh.» Mormora lui rimettendosi dritto come se nulla fosse. «Avanti, niente storie, prendi freddo restando nuda.» Drigno i denti. «E chi lo dice che voglio restare nuda!?» Strillo io.
Mr. Popular incrocia le braccia al petto alzando il mento all'insù con arroganza che li calza come un guanto. «O ti fai vestire o mi denudo io. Scegli tu, tigre.» Sgrano gli occhi. «Stai scherzando!?» Chiedo io a voce fin troppo alta.

Still Alive (S.3) [NON PERMANENTE SU WATTPAD]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora